A guardare oggi l’evoluzione delle organizzazioni e delle risorse umane si rischia di cadere in un elenco di temi che ormai ripetiamo da anni quasi come un mantra, ma che poi non trovano una efficace applicazione nella realtà di tutti i giorni.
Tante parole, che se non ‘’agite’’ creano solo confusione o false aspettative: lavoro agile, flessibilità, intelligenza artificiale, reti sociali (social network) , benessere organizzativo, relazionale, psico-fisico dei collaboratori, clima aziendale, lavoro in team, diversity, welfare aziendale, sostenibilità, etc..
Potremmo continuare nello sciorinare queste parole, che se attuate rivoluzionano “lo star bene in azienda”, migliorano il business e aiutano i territori a crescere.
Tutto semplice? Non tanto. Se guardiamo l’evoluzione del sistema industriale del nostro Paese abbiamo molti esempi in cui queste tematiche sono state al centro dell’azione di grandi imprenditori, seppur collocate in tempi molto lontani dagli attuali. Penso a Luisa Spagnoli, alla famiglia Crespi con l’esperienza del villaggio operaio di Crespi D’Adda, vicino Bergamo; ad Adriano Olivetti, a Marzotto e molti altri. Ma purtroppo questi sono stati casi isolati rappresentativi di un modello non vincente, dal momento che nel tempo ha prevalso il modello fordista.
Oggi ci troviamo invece a parlare di soluzioni che non vanno disgiunte e affrontate separatamente, ma viste in un’ottica globale di people caring e di organizzazione sempre più flessibile.
Una leadership curiosa
Vorrei citare a tal proposito un articolo recente di Anna Maria Testa sulla testata online da lei curata “Nuovo e utile (www.nuovoeutile.it)”.
Einstein diceva di sé “Non ho particolari talenti. Sono solo appassionatamente curioso”. Abbiamo curiosità – scrive Anna Maria Testa – quando c’è una ricerca attiva di nuovi dati ed informazioni e quando siamo portati ad esplorare. La curiosità è una delle caratteristiche principali delle persone creative. Infondere ai propri collaboratori il germe della curiosità è un potente motore della motivazione intrinseca.
Sono però consapevole che soprattutto nel grande mondo delle piccole medie imprese non sempre è facile muoversi a 360°. Nell’ultima ricerca Censis-Eudaimon (presentata alcuni giorni fa a Roma) si parla dell’idea di introdurre ad esempio una nuova figura all’interno delle organizzazioni: il coach del Cambiamento/innovazione. Una figura strategica e capace di muoversi su più fronti che spaziano all’interno del Welfare Aziendale e che coinvolgono anche le relazioni industriali che, lo ricordiamo, hanno subito una vera e propria rivoluzione dopo le leggi di stabilità degli ultimi anni e la firma da parte delle tre sigle sindacali maggiormente rappresentative e Confindustria, del “cosiddetto” Patto della Fabbrica.
Anche la Formazione…Cambia
Cambia in questo contesto anche la Formazione che oggi sempre più spesso si distanzia dai metodi tradizionali per utilizzare strumenti come il cinema, i libri, il teatro, la pittura, capaci di far leva sull’emozione e di avere un forte impatto…
Perché, non dimentichiamolo, la cultura suscita curiosità e progettualità. Non per niente Olivetti proiettava per i suoi collaboratori film come ‘’Ladri di biciclette’’ con l’intervento di Vittorio De Sica o organizzava con i suoi dipendenti momenti culturali e conviviali con la partecipazione di scrittori ed artisti come Pier Paolo Pasolini o Carlo Ludovico Ragghianti. Per tornare ai giorni nostri, un esempio è rappresentato dal borgo di Solomeo dove un teatro ricostruito dall’imprenditore Brunello Cuccinelli ospita spettacoli dove recitano le migliori compagnie.
Tante, insomma, le sfide che ci danno la possibilità ed il fascino di cimentarci su nuovi obiettivi che ci permetteranno non solo di fare cultura, cambiando la cultura aziendale; ma che ci daranno la possibilità di attrarre le nuove generazioni; che sono sempre meno avvezze alle ‘’aziende tradizionali”, ma che risultano maggiormente ingaggiate da mission e vision innovative, etiche e dalla cura le imprese mettono nei confronti dei propri collaboratori.
*Fabio Galluccio, senior adivsor Jointly, dal 2008 al 2016 responsabile People Caring di Telecom Italia, ha una lunga esperienza in materia di Welfare Aziendale. Venerdì 28 febbraio, in occasione dell’evento Smart Companies, quando la scrivania finisce nel cassetto, proposto da Niuko nell’ambito del format Maps for Future, presenterà una riflessione sui cambiamenti che attraversano il mondo del lavoro utilizzando il linguaggio cinematografico. Ospitiamo qui di seguito una sua riflessione.