A quasi 24 ore di distanza dal provvedimento che blocca mezza regione nessuno ha ancora spiegato se domani mattina le attività produttive potranno essere riprese o meno. E Confindustria Veneto Centro, l’associazione di categoria che rappresenta le imprese della zona rossa, nel tardo pomeriggio ha emesso una nota durissima alla quale in serata ha risposto il Presidente Veneto Enrico Carraro frenando i malumori e invitando tutti a mantenere la calma e al senso di responsabilità,
«Condividiamo l’esigenza prioritaria di contenimento dell’emergenza sanitaria – scrivono i vertici dell’associazione – ma contestiamo duramente l’improvvisazione e l’imprudenza con cui ieri è stata gestita la definizione del decreto con il rincorrersi di bozze e indiscrezioni che hanno creato disinformazione e allarme nella comunità veneta e nazionale e nelle relazioni anche internazionali di persone ed imprese, dando palese dimostrazione di incapacità nel gestire l’emergenza e le sue implicazioni. Lo consideriamo il modo più sbagliato di affrontare una fase indubbiamente difficile. Questo Governo ha dimostrato di essere inadeguato a gestire una emergenza di questa portata e di non avere il profilo di autorevolezza indispensabile a garantire la tenuta del nostro Paese e la sua credibilità internazionale. Per il bene di tutti il Governo si dimetta, si dia spazio ad un Governo istituzionale che si assuma la responsabilità di portare il Paese fuori da questa emergenza».
«Ascoltare la scienza per tutelare la salute pubblica è senz’altro una priorità – ha dichiarato Massimo Finco – ma al contempo la politica ha il dovere di fare sintesi e di tutelare anche le ragioni dell’economia senza la quale diventa a rischio anche la tutela della salute.
«È necessario quindi tutelare anche le nostre straordinarie imprese e i loro collaboratori che, insieme, tengono in piedi il Paese e stanno dando nelle circostanze avverse un esempio di serietà e di resistenza. Non possiamo correre il rischio di distruggere il tessuto socio-economico del Nord produttivo. L’improvvisazione con cui è stata gestita questa emergenza motiva la nostra richiesta di un cambio di passo e di una guida istituzionale salda e sicura che accompagni il Paese fuori dall’emergenza sanitaria ed economica. È indispensabile un grande piano di rilancio di immagine e reputazione del nostro Paese nel mondo. Come sistema associativo e come imprese siamo pronti a sostenerlo».
“Capisco che si tratti di un momento estremamente difficile – risponde Carraro – tuttavia trovo la richiesta di di dimissioni del governo espressa oggi da Assindustria Veneto Centro precipitosa nel merito e nella tempistica”. “Avere un vuoto istituzionale ora – continua il leader degli industriali veneti – sarebbe deleterio per tutti”.
L’irrituale grido di dolore di Finco – perchè nei fatti di questo si tratta – potrebbe assomigliare molto a quello del Poiana, ormai celebre personaggio televisivo attraverso il quale i media nazionali sono riusciti a ricreare lo stereotipo del Veneto rozzo, ubriacone e dedito esclusivamente al Dio lavoro. “Me ne sto chiuso nella mia fabbrica e mi invento di tutto pur di continuare a lavorare” era il tema del suo profetico show a “Propaganda live” su La 7 due giorni fa titolato appunto “Non potete toccarmi a me”.
Peccato che chi trasmette questa caricatura degli imprenditori veneti, ma anche dei colleghi lombardi ed emiliani, da ieri sera confinati in zona rossa, forse non si rende conto che se le fabbriche verranno bloccate ci sarà poco da ridere anche per il resto del Paese. La crisi economica e finanziaria che il provvedimento provocherà, se applicato alla lettera, rischia di mandare a gambe all’aria l’Italia.
In tarda serata, dopo una giornata convulsa, è arrivata infine l’ordinanza interpretativa del dpcm/coronavirus. “Le disposizioni si applicano alle sole persone fisiche” non a trasporto merci e filiera produttiva”. Un principio interpretativo davvero difficile da interpretare, che viene poi declinato con una affermazione che riporta tutta la questione nuovamente alle regioni, segnalando che, evidentemente, tra la linea di Zaia che questa mattina aveva fortemente contestato il decreto, e quella del suo collega e compagno di partito lombardo Fontana, ferreo assertore del blocco totale di merci e persone, il governo ha scelto di lavarsene le mani. Il documento si conclude infatti con un bel “Le Regioni con propri provvedimenti danno applicazione alle disposizioni”. Domani sarà un altro giorno di caos e già si teme per come reagiranno anche le Borse.
8 marzo ore 22.17