«Come è possibile pensare a una scuola che dia spazio alla creatività, alla possibilità di sbagliare, alla cooperazione, per formare individui più pronti nella sfera privata e più preparati ad affrontare il mondo del lavoro? Questa la domanda di fondo da cui siamo partiti nel disegnare l’evento finale dell’edizione nostro Festival Maps for Future (guarda il video dell’evento)», spiega Marina Pezzoli, amministratore delegato Niuko Innovation & Knowledge.
Tre i modelli proposti nel corso dell’evento. Di grande stimolo l’esperienza della Scuola senza Zaino, secondo cui i ragazzi lavorano in base a mappe dei saperi in una logica cooperativa e sono coinvolti con gli insegnanti nella programmazione delle attività. Il liceo Steam di Trento ha invece disegnato un modello in cui la pratica e l’applicazione hanno un ruolo centrale, le verifiche prevedono un’attività in laboratorio, i ragazzi sono coinvolti in challenge e lavorano in gruppo anche con l’utilizzo della metodologia del design thinking, molti insegnamenti sono inglese, la didattica di tutte le materie è organizzata per task, con la proposta di problemi e quesiti a cui dare risposta che sostituisce il mero trasferimento di nozioni. Non solo: nella valutazione vengono contemperate anche le soft skill e i risultati del lavoro di gruppo – il cui esito pesa sulla valutazione del singolo -e ogni due anni gli studenti si misurano con gli esami internazionali di Cambridge. Ricco di spunti anche il modello proposto dall’esperienza della scuola di Flateyri, piccolo villaggio sui fiordi norvegesi: un percorso di un anno, tutto dedicato all’orientamento, per i ragazzi che escono dalla maturità o che hanno interrotto il percorso di studi. Gli studenti vivono insieme e partecipano a un’esperienza basata sull’autoapprendimento e sulle metodologie esperienziali per maturare una nuova consapevolezza di sé e decidere quale strada imboccare.
Esempi che, come ha spiegato il moderatore Leonardo Frontani, tengono insieme le tre leve di attivazione della motivazione: accanto alle competenze – dimensione forte anche nel modello tradizionale – la volontà (ovvero lo spirito di iniziativa, la curiosità, il coraggio…) e la prospettiva (la visione e la capacità di individuare la ragione alla base dell’imparare).
Esperienze che indicano una nuova rotta anche al mondo della scuola tradizionale, attraversato oggi con l’emergenza Covid da profonde e repentine trasformazioni.
Rivedi i contenuti dell’evento: https://www.youtube.com/watch?v=joaUMNUBO5c&t=3s