In molti Paesi europei le scuole, tra le prime a chiudere nell'ondata epidemica dello scorso marzo, in quella autunnale hanno chiuso per ultime o non hanno chiuso affatto. Un riconoscimento, si auspica, della loro importanza: ma in Italia, al di là delle dichiarazioni dell'esecutivo in merito al preservare il più possibile la didattica in presenza, i segnali di questo "rovesciamento delle priorità" sono contraddittori
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