Il romanzo di debutto della Mianiti, finalista della XXVII edizione del Premio Bergamo, è ambientato nella campagna parmense del secondo dopoguerra. Racconta una storia di immobilismo familiare e sociale, dal punto di vista di Aurelia, la prima che riesce a sfuggire a quella realtà soffocante in cui il dialetto è la lingua universale, dentro alla quale i suoi predecessori sono rimasti intrappolati
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