C’è fantasia e vivacità nei piatti, qualità che in sé già sono significative. In più, sono immerse in uno spirito non semplicemente definibile come “tradizione”, bensì come contemporaneità dei valori. Non solo gastronomici, s’intende.
Detto in poche parole, la cifra stilistica del locale è la misura. Che significa riuscire a dare il meglio guardando in profondità e lontano. Un saggio filosofo, Henri Frederic Amiel, spiegava che “l’ambizione indica solo il carattere dell’uomo, il sigillo del maestro è l’esecuzione”. Seguendo questo criterio, qui siamo a un’esecuzione di alto livello.
Protagonisti sono i due Rizzo, padre e figlio, Elia che ha fondato il locale nel lontano 1981 e il figlio Matteo che adesso guida con sicurezza la cucina. La loro è, come la definiscono, “una cucina sincera che non cerca a tutti i
costi di stupire, ma vuole riportare la semplicità”. Ogni ingrediente vuole offrire lo stesso messaggio di autenticità. C’è di più. A dimostrazione che la misura è il criterio guida, Matteo sottolinea il motto “mai più di tre”: la regola è di non utilizzare più di tre ingredienti per ogni piatto. Il risultato è sempre ricco ed elegante: dalle capesante, gazpacho di anguria ed erbette agli scampi fritti con insalatina aromatica all’aceto di lamponi; dal salmone fondente con
crema di capperi e polvere di caffè al baccalà mantecato, cipolla rossa caramellata, liquirizia. E via elencando.
Cantina naturalmente di livello, menu “Generations” a 155 euro per dieci piatti, ma altre declinazioni della carta a 95 euro per tre portate.
Via dietro S. Sebastiano 7 – Verona – Tel. 045595358 – www.ildesco.com – [email protected]