L'accordo, raggiunto dalla multinazionale e le sigle Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, riguarderà circa il 4,4% dei loro occupati in Italia (circa 47.000 unità). Le misure si rivolgano solo a “determinate mansioni, per lo più fra gli indiretti alla produzione, e gli incentivi si differenziano in base alla condizione”. Non firma invece la Fiom, che controbatte: "Siamo a quasi 7.000 posti di lavoro persi dal 2021. Sulla Vm di Cento si continua a ridurre l'occupazione senza prospettive future. Serve un tavolo permanente"
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