Gli osservatori prevedevano che il post Covid sarebbe stato difficilissimo. Che l’aggressione della Russia all’Ucraina avrebbe provocato sconquassi, che l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia avrebbe messo in ginocchio il nostro tessuto industriale e che l’inflazione avrebbe provocato una recessione dalla quale sarebbe stato difficile uscire.
Invece, a leggere i dati sui bilanci delle aziende dagli anni 2015 al 2021, le previsioni che le stesse aziende stanno comunicando al Centro Studi ItalyPost sulla chiusura del 2022 e le proiezioni sul 2023, si può notare come le 1.000 migliori imprese italiane hanno saputo reagire bene. I dati, infatti, superano di gran lunga il 2019 tanto che dal Centro Studi di ItalyPost – che da sei anni realizza l’indagine – si parla di “biennio d’oro”.
E così, il 31 marzo prossimo, presso Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, si terrà l’evento di anniversario de L’Economia del Corriere della Sera dal titolo “L’Italia genera futuro”. In questa giornata verrà presentata la ricerca, che sarà oggetto di pubblicazione su uno speciale di 40 pagine del quotidiano di Via Solferino. Presenti anche molte tra le stesse mille Champions.
Saliranno sul palco, oltre ai vertici del gruppo RCS al completo, dal direttore Luciano Fontana a Urbano Cairo, imprese come la bergamasca “Da Vittorio”, lo chef stellato che ha costruito un’azienda Champion da 24,1 milioni di fatturato e oltre 5,8 milioni di Ebitda grazie ai servizi di catering. Ci sarà anche la veneta Morellato, attiva nella produzione e distribuzione di gioielleria e orologeria con un fatturato da 310,1 milioni e 88,5 milioni di Ebitda. Presente anche, da Milano, Italian Design Brand, polo italiano nel settore dell’arredo e del design di alta qualità da 144,2 milioni di fatturato e 22,7 milioni di Ebitda. Poi ab medica, azienda specializzata nella produzione e distribuzione di tecnologie medicali e punto di riferimento per la robotica chirurgica, dal fatturato di 275,8 milioni e 64,1 milioni di Ebitda.
Ma con loro ci saranno anche due big dell’impresa italiana: Guido Barilla, a capo dell’azienda leader con base a Parma che oggi fattura due miliardi e Sandro Veronesi, a capo del gruppo Calzedonia che ha appena comunicato di aver superato i tre miliardi. A loro, e al ministro Giancarlo Giorgetti, il compito di spiegare ai colleghi imprenditori come fare per continuare ad avanzare di livello. Un tema, quello della crescita, caro alle imprese Champion che, mediamente, hanno raddoppiato il loro fatturato negli ultimi sei anni e che solo tra il 2020 (anno nel quale avevano comunque fatturato più che nel ’19) e il 2021 sono cresciute di oltre il 20%, con un Ebitda medio attorno al 10% e con una posizione finanziaria netta straordinariamente elevata.
La ricerca, realizzata dallo staff di analisti guidati da Caterina Della Torre di Special Affairs, con il contributo di Crédit Agricole, auxiell e Insurance Connect, estenderà le valutazioni anche all’andamento del 2022, anno per il quale si stanno chiudendo in questi mesi i bilanci e sul quale arrivano previsioni dalle aziende. Così al Centro Studi ItalyPost sono state comunicate direttamente dalle imprese delle prime previsioni per il 2023.
“Ci troviamo di fronte a una realtà industriale che, paradossalmente, ha ritrovato grande slancio proprio durante i momenti di crisi – commenta il fondatore di ItalyPost, Filiberto Zovico -. Dopo anni nei quali parte dei commentatori raccontava di un Paese che non ce l’avrebbe fatta perché privo di grandi imprese, il tessuto dei piccoli e medi imprenditori ha dimostrato che la flessibilità e velocità di cambiamento nei momenti di difficoltà premia l’impresa italiana. Certo – continua Zovico – a differenza dei predicatori del “piccolo è bello” questa capacità di risposta proviene da quelle imprese che, pur partendo piccole, hanno incorporato la mentalità della crescita, della strutturazione manageriale, dell’implementazione dei processi snelli, dell’innovazione e della sostenibilità. Le imprese italiane ora sono più forti e consapevoli che, in ogni caso, crescere è un imperativo per essere in grado di restare protagonisti a livello globale”.
Ad aprile partirà poi un tour che toccherà Piemonte, Lombardia, Emilia, Veneto, Toscana, Romagna e Marche nel corso del quale 200 di queste imprese avranno modo di raccontarsi e approfondire i rispettivi percorsi di crescita.
Per chi fosse interessato, qui il link per iscriversi all’evento di Milano.