“Filia” è Cloe, la figlia del cuoco Michael Silhavi, che ha aperto, all’inizio dell’anno, questo semplice ma allo stesso tempo elegante locale a Borgo Trento, Verona. Si chiamava “Fiola” (figlia, in dialetto veronese), ora si chiama “Filia” (sempre figlia, ma dal latino). Lui è uno dei più promettenti chef della giovane generazione che ha studiato le basi a scuola e si è fatta le ossa nelle cucine dei uno dei grandi maestri veronesi della ristorazione, Giancarlo Perbellini. Michael, classe 1986, famiglia di origini francese, si era già fatto conoscere all’Osteria Ponte Pietra.
Ora finalmente ha uno spazio tutto suo, dove si diverte a “mettere in gioco la tradizione” fra piatti golosi (e giocosi) e altri elementi in sala che richiamano la gioia dei bambini quando si illuminano con gli occhi, come le sculture con i coni gelato al muro. Cinque i tavoli all’interno, a cui se ne aggiungono un paio fuori nella bella stagione. Due i menu, “Tuffi” e “Capriole”, pesce e carne (80 euro). Il menu cambia ogni mese e si adatta rispetto alla proposta di mercato e della stagione. Tra i piatti assaggiati, gli spaghetti, mazzancolle e tartufo della Lessinia e il risotto alle ortiche, peperoni e gamberi rossi. La proposta oscilla fra la tradizione di Verona e i sapori orientali. Riccardo Migotto gestisce una cantina che ha poco territorio e qualche chicca giusta da Italia e Francia. “E il biodinamico, quello buono”, spiega il maître, perfetto in sala e sincronizzato con una cucina attenta e creativa. Alla carta, 65 euro per tre piatti.