Si sa, i numeri non mentono mai. E alcuni sanno essere più impietosi di altri. La popolazione italiana, ad esempio, mostra uno scenario piuttosto allarmante. Decenni di calo delle nascite, combinate all’aumento dei Neet (giovani che non studiano e non lavorano) e alla fuga di braccia e cervelli dall’Italia destano non poche preoccupazioni. Secondo l’Istat nel 2022 le nascite sono calate e il saldo demografico è risultato negativo (-0,3%) pari a 58.850.717 unità, 179 mila in meno rispetto alla stessa data del 2021. In Veneto, per esempio, il 2022 ha segnato un decremento di popolazione dello 0,2%, con un tasso di crescita naturale del -4,9 per mille residenti. Fra sei mesi saranno 127 mila in meno di quest’anno gli alunni che frequenteranno le classi italiane. Del resto le proiezioni sono chiare: se non si invertirà la rotta, nel 2050 ci saranno 5 milioni di italiani in meno, tra i quali 2 milioni di giovani.
Insomma, il calo demografico è un problema reale e servono interventi urgenti per invertire la rotta. È in questo contesto che si inserisce l’evento che andrà in scena a Vicenza il 16 aprile dal titolo “Demografia, denatalità, immigrazione, integrazione. Cosa possono fare le imprese e come gestire le complessità”, in occasione della chiusura del Festival Città Impresa. Sul palco sarà presente un esperto della materia come Alessandro Rosina, professore di Demografia all’Università Cattolica, per esporre la situazione e lo stato dell’arte, ma si ascolterà anche la testimonianza di Pietro Geremia, presidente e ad di San Marco Group, azienda veneziana che si è resa protagonista negli ultimi giorni di un’importante iniziativa di welfare aziendale.
Entrando nel caso specifico, che sarà affrontato nello specifico sul palco del Città Impresa, l’azienda veneta distribuirà ai dipendenti che diventano genitori 6.000 euro per ciascun nuovo nato, 3.000 dei quali alla nascita e, successivamente, 2.000 e 1.000 al compiersi del primo e secondo anno d’età. San Marco Group ha inoltre stabilito di integrare del 20% la retribuzione della maternità facoltativa prevista dall’Inps, così da consentire alle neomamme di contare su un compenso pari al 50% del loro stipendio, e di raddoppiare i giorni previsti dall’ordinamento per il congedo di paternità, che raggiungono così quota 20, con una retribuzione del 100% e da fruire entro un anno dalla nascita del figlio.
“Tutte le nostre iniziative in ambito welfare puntano a un unico, grande obiettivo: dare concretezza a valori condivisi con tutti coloro che lavorano insieme a noi, e che rappresentano la nostra forza. Desideriamo che le persone della nostra squadra si sentano parte di una grande famiglia, pronta a dare ascolto alle loro necessità e a creare le condizioni e l’ambiente migliore per una quotidianità serena – ha spiegato Geremia –. Oltre a sostenere i nostri dipendenti, desideriamo inoltre avere un ruolo sempre più attivo e trasformativo nella società lavorando per un futuro più equo”.
Per supportare ulteriormente le nuove famiglie, sono previsti servizi di assistenza all’infanzia a tariffe agevolate presso l’asilo nido di Marcon, dove ha sede il quartier generale dell’azienda. E, ancora, convenzioni con importanti società sportive locali per facilitare l’accesso ai campus estivi dedicati a bambini e ragazzi. Sempre con queste finalità, l’estate prossima il Gruppo ha sviluppato progetti orientati a promuovere la parità di genere, supportando la preparazione di giovani studentesse in ambito scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico per favorirne l’accesso alle professioni cosiddette STEM. A partire dal nuovo anno scolastico sarà inoltre attivata un’importante campagna di sensibilizzazione, che porterà nelle scuole primarie di secondo livello testimonianze di donne che si sono distinte nelle discipline scientifico-tecnologiche.
Insomma, quando non arriva il pubblico, perché troppo ingombrante per muoversi tra le reti della burocrazia italiana, ci pensa l’imprenditore a divincolarsi e creare un serio progetto di welfare.
“Offrire lavoro di qualità, stabile e con stipendi dignitosi sarebbe un incentivo a creare una famiglia e a mettere al mondo dei figli – ci spiegava Rosina –. Bisogna innescare un circolo virtuoso, anche attraverso le risorse economiche disponibili in questo periodo, prima che la situazione diventi irreversibile. Il prosciugamento delle nuove energie renderà sempre meno competitiva l’economia, soprattutto se si continuerà a investire poco in sviluppo e innovazione. A questo si aggiungeranno tutte le problematiche, già evidenti, legate all’assistenza di una popolazione sempre più anziana”.