Sempre loro. Sempre lassù da 46 anni. Sempre insieme da quando erano sposini, nel 1976. Magari non ve le raccontano, ma come tutti hanno vissuto le loro difficoltà. Eppure, trasmettono sempre serenità a chi si siede alla loro tavola, in quell’ex roccolo da caccia che loro hanno trasformato in uno dei locali più interessanti del Veneto. Una loro amica e compaesana, di nome Nadia Santini, che è di casa ad Altissimo, quando assaggiò le loro lumache alle erbe restò talmente impressionata che ne parlò entusiasta a mezza Italia. Sapienza e competenza, assieme a uno stile signorile, sono i caratteri della famiglia Dal Lago: Antonio crea in cucina mentre Daria governa la sala assieme al figlio Luca, raffinato sommelier sempre alla ricerca di novità. Però è riduttivo limitare a Daria questo ruolo, in quanto è il motore silenzioso del ristorante, perché è lei che spesso spinge a percorrere strade nuove. Così la tradizione nei loro piatti fa un passo in avanti verso una nuova consapevolezza del gusto. L’inaspettato a casa Dal Lago è sempre una piacevole scoperta. Come succede ogni volta con i funghi, ingrediente per il quale hanno un’attenzione particolare, come per i sapori dei luoghi lì attorno. Quindi non perdetevi portate che ormai sono diventate dei classici, come le pappardelle con i porcini, il cervo nel bosco con mirtilli, lampone e finferli, la “cacio pepe” nella loro particolare versione, la frittura di salmerino o la trota dei torrenti della valle. Per non parlare del piccione in due cotture, che a detta del cuoco è il suo piatto della vita. Gli 80 euro del conto valgono un’esperienza indimenticabile.