Centocinquant’anni, ma in tre: è questa l’età complessiva di Busi Group Srl. Headquarter a Paitone, nel bresciano, ma sedi anche a Rezzato (BS) e Mondovì, nel cuneense. Questo perché il Gruppo riunisce dentro di sé tre anime. La prima, in ordine cronologico, è quella di Omb Technology, dal 1961 specializzata nella produzione di cassonetti stazionari in lamiera di varie tipologie e di automezzi per la raccolta dei rifiuti.
Cinque anni dopo è stata la volta di Mec, a Cuneo. I primi passi li muove nella costruzione di attrezzature per autocarri, cui presto affianca quella di bracci per il caricamento di materiali sfusi e rottami. Si dovrà poi attendere il 1991 per la costituzione di Bte, produttrice di compattatori e container scarrabili, ma sarà proprio quest’ultima ad acquisire prima Mec nel 2005 e poi Omb nel 2014, che entreranno così a far parte della Busi Group guidata dai fratelli Giuseppe, Mirko e Diva – rispettivamente presidente, Ceo e Cfo.
Oggi la società è diventata uno dei riferimenti nel settore della raccolta, del trattamento e del trasporto dei rifiuti e ogni anno distribuisce circa 20 mila prodotti su 80 mercati nel mondo. Conta inoltre circa 500 tra collaboratori e dipendenti e 120 mila metri quadri di superficie produttiva distribuiti tra i diversi stabilimenti. Una posizione ottenuta negli anni anche investendo sul miglioramento e la continua innovazione della propria gamma di prodotti. Uno degli ultimi esempi è dato dalla partnership con Volvo Trucks, che ha permesso a Busi di introdurre un modello di compattatore ad alimentazione elettrica nella propria flotta.
Ma la sostenibilità è una strada perseguita anche all’interno dell’azienda stessa. Sono elettrici, infatti, tutti i veicoli per gli spostamenti usati negli stabilimenti e l’energia viene prodotta sfruttando pannelli fotovoltaici. Non solo: Busi declina questo fattore anche in chiave di welfare. Per questo nel 2022 ha erogato un bonus di 400 euro e, da quest’anno, ha avviato quattro nuovi processi di Hr così da strutturare azioni di supporto alla crescita professionale e allo sviluppo delle competenze.
Iniziative supportante anche grazie ai risultati finanziari che il Gruppo ha ottenuto negli ultimi anni. Se tra il 2019 e il 2020, quando l’azienda aveva deciso autonomamente di chiudere gli stabilimenti durante il periodo più critico dovuto alla pandemia da covid-19, il fatturato ha vissuto una fase di stallo (passando da 90,43 mln a 89,58 mln), i dodici mesi del 2021 hanno visto un ritorno alla crescita, con ricavi pari a 129,09 mln (+44,1% sull’anno precedente).
Nei tre anni la marginalità percentuale si è attestata su una media del 10,13%. L’Ebitda nel 2019 era di 8,83 mln, scesi a poco meno di 8,2 mln nel 2020. Come per i ricavi, il 2021 è stato l’anno della ripresa e il Mol è tornato a salire, raggiungendo i 14,28 mln (a +61,62% sul 2019). Nel pre-pandemia, dunque, il margin era uguale al 9,77% mentre nel biennio successivo ha raggiunto l’11,06%. Dal 2015, quando Busi registrava un fatturato di 46,18 mln, il suo tasso composto di crescita annuale è pari al 18,69%.
Due anni fa il Gruppo bresciano ha registrato un Ebit di 10,03 mln, utili per 7,49 mln e un patrimonio netto di 53,74 mln. Aveva però debiti per 12,63 mln a causa di una Posizione finanziaria netta (Pfn) positiva. Il rapporto tra la Pfn e l’Ebitda medio tra 2019 e 2021 è dunque di 1.21. Stando al rating More di Modefinance, agenzia di rating del gruppo Teamsystem, il Gruppo ha ricevuto lo score BB. Infine il Roe, l’indice di redditività sul capitale proprio, nel 2021 è stato pari al 13,94%.
Busi Group è una tra le aziende presentate all’evento dello scorso 31 marzo a Palazzo Mezzanotte di Borsa Italiana a Milano. In questa occasione è stata resa nota la ricerca sulle 1.000 Imprese Champions realizzata dal Centro Studi ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera e poi presentata durante l’anno tramite un tour che vede protagoniste le migliori imprese di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e Marche.