Penso sia chiaro a tutti come le imprese mature rispetto alle Start-Up abbiano il grande vantaggio di possedere risorse e capacità che rappresentano un vantaggio competitivo rilevante. Plant, prodotti, canali di distribuzione, forza economica e finanziaria. Sono tutti elementi che pongono le imprese consolidate su una posizione di forza rispetto a chiunque voglia avviare una nuova attività.
Ma capita a volte che qualcuno, pensiamo ad esempio ai digital makers, con una semplice postazione di lavoro dotata di pc e linea wi-fi, rivoluzioni il modello di business dell’azienda matura e inizi a rodere un po’ alla volta quote di mercato. Ciò accade perché la grande azienda non ha capacità critica al proprio interno e non riesce a rispondere agli stimoli del mercato, in quanto la propria struttura è rigida e poco avvezza all’innovazione del proprio modello di business.
Le Start-Up Ibride devono infettare le aziende consolidate e mature
In alcuni casi le aziende mature cercano di rispondere a questo loro limite organizzando al proprio interno dei Team di lavoro composti da persone che si occupano di innovazione. Spesso, però, il tentativo fallisce, in quanto i componenti faticano ad uscire dalle maglie ingessate della propria organizzazione, senza contare che spesso appare del tutto evidente la mancanza di capacità imprenditoriale, la quale solitamente getta il cuore oltre l’ostacolo del fattibile.
Da questa impossibilità di sviluppo nasce la risposta delle Start-Up Ibride, ossia organizzazioni che combinano la forza delle grandi aziende con l’agilità delle Start-Up. Ve ne sono ormai molti esempi, negli USA e in Europa. Da alcune ricerche le Start Up Ibride (nate su iniziativa delle grandi Corporation, ma non per questo estranee alla PMI) sembrano rispondere meglio alle Start-Up tradizionali. Pari infatti che le probabilità di successo e riuscita del loro modello di business sia oltre il doppio.
L’utilizzo delle Start-up Ibride ha lo scopo di infettare l’organizzazione consolidata e matura con l’obiettivo di scandagliare i margini del proprio business e individuare nuove forme che possano creare valore con modalità mai viste prima. Non solo, si tratta anche di creare nuovi asset da utilizzare come acceleratori o stimolatori del business maturo. Il rischio, qualora non si intraprendano queste soluzioni, è che qualcun’altro lo faccia al loro posto.
Un esempio di Start-Up Ibrida è UP42. Nata da Airbus, colosso americano del settore aerospaziale, è riuscita in breve tempo a rilanciare il business della vendita di dati geospaziali che, che a causa della nascita di numerose piattaforme digitali, era stato messo in forte discussione. Oggi UP42 riesce a creare valore per sé e per Airbus grazie ad un modello che analizza i dati satellitari di altissima qualità a clienti di tutto il mondo.
Solidità vs creatività
Non è facile creare e gestire una Start-Up Ibrida. Da una parte bisogna cogliere la solidità dell’azienda matura, dall’altro bisogna liberare la spensieratezza della Start-Up. Sbaglia poi chi, nel caso la Start-Up Ibrida generi ricavi importanti, decide di inglobarla subito nel business tradizionale. La Start-Up Ibrida deve mantenere la propria identità sfruttando tutti i vantaggi di essere all’ombra della casa madre. Il rischio altrimenti è che si uniformi alle logiche e ai processi di quest’ultima perdendo la creatività e l’agilità che l’hanno da sempre caratterizzata.
Un Manager slegato dalle logiche dell’azienda matura
Altro errore che commettono le grandi aziende quando promuovo una Start-Up Ibrida è mettere a capo della stessa un loro manager. La scelta in molti casi risulta fallimentare in quanto il manager è legato al mondo della corporation mentre nella Start-Up Ibride servono persone slegate dai paradigmi del business tradizionale. I Leader delle Start-Up Ibride devono avere un DNA di veri imprenditori capaci di leggere il mercato, di costruire un’azienda partendo da zero, di riconoscere le opportunità, di cambiare radicalmente in corso d’opera, di avventurarsi in test, prove, esperimenti fino ad individuare, come per magia, l’dea rivoluzionaria.
In questo caso specifico la soluzione del Temporary Manager sembra incastrarsi perfettamente in quanto non è influenzato o influenzabile dall’azienda madre, sa cogliere le opportunità della Corporation (competenze, risorse e finanziamenti) ma allo stesso tempo è libero di operare e di concentrarsi per raggiungere gli obiettivi della Start-Up Ibrida.
Inoltre, grazie alle sue esperienze manageriali di alto profilo, ha capacità di scegliere e integrare il Team di lavoro formato da un giusto mix di Insider, che creano collegamenti e continuità con la casa madre, e di Outsider che invece portano dall’esterno una ventata di novità in termini di capacità e competenze.
Il Temporary Manager deve essere anche imprenditore
La figura del Temporary Manager nelle Start-Up Ibride deve rispecchiare quella tipica dell’imprenditore. Non tutti i Temporary Manager hanno questa attitudine di associare managerialità e imprenditorialità. Una parte di essi però hanno tutte le carte in regola per farlo e per vestire questa doppia veste. Manager a Tempo® ad esempio, promuove questo tipo di figura grazie al progetto Investments HUB®, ossia la piattaforma dove i Temporary Manager, assieme ai Fondi di Provate Equity, hanno l’opportunità di investire nel capitale d’impresa di aziende mature e consolidate o in Start-Up Ibride promosse da quest’ultime.
La soluzione del Temporary Manager per le Start-Up Ibride risulta avvalorata dal fatto che vi deve essere una certa abitudine a condurre Team di lavoro, trasferire un metodo di lavoro e definire chiaramente gli obiettivi da raggiungere.
Emotività imprenditoriale vs razionalità manageriale
L’emotività imprenditoriale deve sposarsi con la razionalità manageriale la quale detta le condizioni quando bisogna selezionare le idee di business da seguire e realizzare.
Il successo non nasce solo grazie a delle intuizioni. Serve molto di più. È necessario definire una strategia dove ogni risorsa è finalizzata alla scalabilità, ossia alla crescita incrementale. Pensiamo ad esempio a Start Up come Amazon o Zalando dove la scelta del modello di business e della strategia da intraprendere è stata studiata nei minimi particolari per massimizzare gli investimenti con utili significativi.
Il Temporary Manager deve avere la capacità di creare nuove idee di business nell’ottica un giorno di integrare la Start-Up Ibrida all’azienda madre. Non si tratta di tradire il senso per cui è nata la Start-Up Ibrida ma quanto di permettere alla Corporation uno scambio continuo con realtà che hanno appreso competenze e conoscenze con tempistiche e modalità che mai sarebbero state possibili se proposte all’interno della loro organizzazione.
*Marco Zampieri ha fondato Manager a Tempo Srl nel 2018, società specializzata nel Temporary & Fractional Management. Manager d’Azienda per oltre 20 anni, di cui la metà come dirigente e socio imprenditore, rispettivamente nel ruolo di Direttore Generale e Amministratore Delegato. Appassionato di Competenze Manageriali, nel 2007 fonda l’Associazione EMNE (Executive Manager Nord Est) con l’obiettivo di sviluppare network e valorizzare le competenze dei manager del Nord-Est. Nel 2010 inizia ad approfondire il fenomeno del Temporary Management in Italia oltre che in Europa e negli Stati Uniti. Nel 2015 ha condotto un’operazione di “Management buy-in” acquisendo un’azienda con altri manager. Nel 2019 entra come socio imprenditore in un’azienda metalmeccanica del settore Oil&Gas. Oggi, oltre a gestire Manager a Tempo® Srl e promuovere il Temporary Management, lavora con gli imprenditori che desiderano innovare il loro modello di business e definirne un nuovo orizzonte strategico.