L’Italia ha sviluppato un atteggiamento ostile verso la sua istruzione, un’eredità che possiamo attribuire a don Milani. Questa è la radice di una confusione che ha influenzato il nostro dibattito educativo dagli anni Settanta in poi. Nel libro intitolato “L’equivoco Don Milani” (Einaudi) scritto da Adolfo Scotto di Luzio – professore di Storia della Pedagogia presso l’Università degli Studi di Bergamo, che ha dedicato la sua carriera alla ricerca e alla pubblicazione su temi legati alla storia dell’educazione e della scuola italiana – si racconta la storia di un ebreo convertitosi al cristianesimo diventato prete, noto per la sua opposizione alla borghesia e per aver aperto un acceso dibattito nella Chiesa a favore dei meno fortunati. Don Milani sembra incarnare una potente spinta per il cambiamento.
In modo ironico, la cultura pedagogica italiana ha finito per restare intrappolata nelle stesse contraddizioni che affliggevano il suo eroe. La realtà è che don Milani, pur essendo una figura innovativa, è rimasto fedele fino alla fine ai principi del cristianesimo e alla Chiesa, così come a una concezione della borghesia come portatrice di cultura. È sorprendente considerare come una figura così complessa, ricca di sfumature, ambivalente e affascinante, sia stata successivamente ridotta a un semplice simbolo del pedagogismo italiano, priva di profondità. L’ideologia che pretende di adottare il messaggio di don Milani, alla fine lo imprigiona a Barbiana, ma allo stesso tempo svuota Barbiana di qualsiasi significato.
Di questi temi l’autore del libro parlerà venerdì 6 ottobre dalle 18:30 alle 19:30 presso la Libreria ItalyPost di Padova (Viale Codalunga, 4l) in occasione dei “Venerdì della Lettura”. Conduce l’incontro Michelangelo Morello, collaboratore ItalyPost.
L’ingresso è gratuito previa prenotazione al seguente link.