“Imprese al futuro” colma il divario tra i modelli di gestione anglosassoni e la realtà delle PMI italiane, spesso a conduzione familiare, attraverso un approccio che combina teoria e pratica. Il modello si basa su sei pilastri chiave: struttura organizzativa, governance, comportamenti attesi, processi apicali, progetti di trasformazione e sostenibilità, tutti analizzati nell’ottica della digitalizzazione. La narrazione segue il viaggio di Cesare Amedeo Bertossi, un personaggio fittizio che guida il lettore attraverso sfide e successi della gestione aziendale. Il libro si completa con case study reali, interviste e strumenti pratici, tra cui un questionario di autovalutazione, per trasformare concretamente il proprio business nell’era digitale.
All’incontro, che si terrà presso la Libreria ItalyPost in Viale Codalunga 4L a Padova, oltre all’autore Sergio Novello, interverrà Andrea Vinelli, professore ordinario di ingegneria economico gestionale all’Università di Padova e direttore scientifico dei programmi MBA part time CUOA Business School. La presentazione sarà moderata da Giorgio Barbieri, giornalista del gruppo Nord Est Multimedia.
Pubblichiamo un estratto del libro.
L’esperienza di Cesare: oggi e domani Il progetto di Cesare relativamente al modello di gestione d’impresa stava ormai prendendo forma. Incontri mensili, collettivi come il Comitato di direzione e le “riunioni di ufficio” dove i suoi riporti diretti avevano cominciato ad allineare i collaboratori, oppure individuali come i F2F, erano ormai divenuti routine. Oddio, non per tutti… C’era sempre qualcuno che voleva mettere i puntini sulle “i” e «l’ufficio so io come gestirmelo»; ma poi altri, come Carla, dopo qualche borbottio avevano risposto alla grande. Lei in particolare, da bravo manager delle Operations, si era organizzata proprio bene con il suo staff, felice di essere coinvolto in riunioni d’ufficio mensili dove poteva far presente il proprio punto di vista.
Il sistema valoriale era ormai stato adottato da tutti e, mese dopo mese, la routine degli incontri e delle condivisioni attraverso tutta la filiera aziendale stava cementando una buona coesione e forgiando una sana cultura volta all’essere allineati, collaborativi, responsabili e – perché no – anche gratificati dall’essere il gruppo apicale protagonista di un progetto coinvolgente.
La Grande Juvant stava prendendo forma. Cesare era contento, si stava confrontando con regolarità con D’Alberti, e sentiva che mancava ancora un ultimo tassello. «Il momento è favorevole. Sostenibilità nel tempo è la parola d’ordine. Dobbiamo essere sicuri che la nostra struttura sia equilibrata nel costo e assortita nelle competenze. Dobbiamo essere certi che i nostri collaboratori siano posti nelle condizioni lavorative migliori possibili ed essere gratificati da quello che fanno, all’interno di un’organizzazione efficiente ed efficace. Dobbiamo essere reattivi e rapidi, in grado di evolverci secondo le tendenze e le necessità che il mercato offre e richiede», conclude Cesare molto determinato.