Nel nuovo numero di Monitor un’analisi approfondita svela il volto di un’industria italiana in profonda trasformazione, dove la crisi dei settori tradizionali si intreccia con l’inaspettata crescita dell’industria della difesa, dipingendo uno scenario che merita un’attenta riflessione. Il dossier principale mette a fuoco la drammatica situazione del comparto delle macchine agricole, simbolo di un malessere più ampio che sta colpendo l’intera manifattura italiana.
I numeri sono impietosi: la produzione di trattori e mietitrebbie ha subito una contrazione del 19,5%, con alcune aziende che registrano crolli del fatturato fino al 35%. La testimonianza di Gionata Turchi del Gruppo Cep è emblematica: “Non c’è domanda in nessun settore, nessuno fa investimenti e le aziende hanno ripreso a delocalizzare in Paesi come India e Cina“.
Ma il quadro si fa ancora più complesso quando si guarda al paradossale boom dell’industria della difesa. In un’inchiesta esclusiva, documentiamo come il settore abbia raggiunto nel 2023 un fatturato record di 40,7 miliardi di euro, con una crescita del 6,6%. Un fenomeno che si inserisce in un trend globale che ha visto le spese militari toccare il picco storico di 2.443 miliardi di dollari.
All’interno del settimanale, un’intervista a Marco Bonometti offre una lettura lucida e preoccupante delle sfide che attendono l’industria italiana. “Siamo di fronte a una crisi storica, premeditata e temo irreversibile”, afferma l’industriale, che punta il dito contro le politiche del Green Deal europeo e prevede scenari ancora più foschi per il 2025-2026.
Il numero propone anche due approfondimenti speciali: il primo sulla meccanica agricola, con un’analisi dettagliata della crisi che sta colpendo colossi come CNH Industrial e Comer Industries, il secondo sulla progressiva riconversione delle imprese tradizionali verso il settore della difesa, un fenomeno che sta ridisegnando la mappa dell’industria italiana.
Particolarmente significativo il caso di Same Deutz-Fahr, che ha dovuto interrompere la produzione nello stabilimento di Treviglio fino a metà gennaio 2025, simbolo di una crisi che sta costringendo anche i grandi gruppi a misure drastiche. Nel frattempo, emerge il fenomeno della riconversione industriale verso il settore militare, come testimonia Fabio Bencivenni della Montek, che racconta come la sua azienda abbia dovuto reinventarsi per sopravvivere.