Germania: per decenni paese simbolo di successo economico e politico, un modello da seguire per il resto del mondo. Ma cosa si nasconde dietro il “miracolo tedesco”? Wolfgang Münchau, uno dei più autorevoli opinion leader europei, svela in questo libro come la nazione si trovi oggi sull’orlo di una crisi, erosa da decenni di scelte sbagliate e dipendenze pericolose. Münchau mette in luce i limiti del modello economico neo-mercantilista tedesco, che ha garantito ricchezza a pochi grandi attori industriali lasciando indietro la maggioranza della popolazione. Il risultato? Crescente disuguaglianza, ritardi nell’innovazione tecnologica e incapacità di competere nel mondo digitale. A ciò si aggiunge una pericolosa dipendenza energetica e commerciale da regimi autoritari come Russia e Cina, che ha reso la Germania vulnerabile di fronte alle crisi globali. Kaput è un’analisi critica delle scelte politiche e industriali che hanno guidato il Paese negli ultimi decenni. Con uno stile diretto e provocatorio, Münchau offre una lettura fondamentale per chi vuole comprendere non solo il futuro della Germania, ma anche quello dell’Europa. Un libro indispensabile per chi si interroga sulle fragilità nascoste delle grandi potenze economiche contemporanee. Ne pubblichiamo un estratto, in vista della presentazione di domani, 17 settembre, in Libreria ItalyPost.
L’incontro si inserisce nel ciclo di appuntamenti che porterà grandi autori in Libreria ItalyPost dai primi giorni di settembre fino a dicembre. Un programma quest’anno ancora più ricco degli scorsi anni e rafforzato dalla partnership con Il Mattino di Padova, il quotidiano locale del gruppo Nord Est Multimedia che co-promuovendo gli incontri con ItalyPost offrirà alla città un’occasione di confronto con alcuni dei più rilevanti nomi del panorama culturale e imprenditoriale italiano.
“Il mondo è cambiato, ma la Germania no, e questa è la storia di come il Paese abbia gestito male il capitalismo industriale e sottovalutato la tecnologia e la geopolitica. È anche la storia di narrazioni nazionali, di miti che continuiamo a raccontarci e a cui alla fine iniziamo a credere. E, come tutte le tragedie, questa inizia in tempi di prosperità.
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La Germania era la potenza industriale dell’Europa e, a un certo punto, il più grande esportatore del mondo. L’essersi specializzata, tuttavia, ha creato vulnerabilità e dipendenze. Si è trovata vincolata alla Russia per il gas e alla Cina per l’export. Prima della Brexit, il Regno Unito aveva rappresentato la maggiore fonte di surplus nella bilancia finanziaria tedesca… Lo shock più grande di tutti, però, è giunto dalla tecnologia. La Germania era il campione mondiale dell’era analogica. Tuttavia, le tecnologie digitali hanno a poco a poco invaso le nostre vite. I tedeschi hanno inventato il motore a combustione interna, il microscopio elettronico e il becco di Bunsen. Ma non hanno inventato il computer, lo smartphone o la macchina elettrica.
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Questo libro è la storia dell’ascesa e del declino di un gigante dell’industria di enorme successo. Non è un libro programmatico. Non sto prescrivendo nulla di ciò che ritengo sia necessario fare per invertire il regresso industriale della Germania… Questa è la storia di come e perché è successo”.