Fuori il mulino e il giardino officinale con oltre cento tipi di erbe aromatiche, dentro più di 300 litografie di Galliano Rosset, il camino e una cucina venetica. Censito al catasto dal 1520, per volere dei Caldogno, ne è passata di acqua sotto questo mulino situato nel territorio delle risorgive a sud del fitto bosco tra Villaverla, Dueville, Novoledo, Vivaro e Cresole. Acqua, farine e storie lo hanno accompagnato al 1984, anno in cui è stato preso in gestione dalla famiglia Boschetto che, in maniera magistrale, ne ha fatto un punto di riferimento per la cucina veneta. Nei piatti del Molin Vecio – come medaje del mas-cio, tagliolini al tartufo dei Berici – ci sono la salvaguardia delle tradizioni venete e gli ingredienti illustrati nelle litografie disseminate nelle stanze: la lavanda, con il suo inconfondibile profumo e la nota pungente, trova molteplici impieghi, accompagnando il coniglio arrosto tra i secondi e la crema bruciata al rosmarino tra i dessert, senza stancare. Le erbe officinali diventano protagoniste assolute delle pietanze, come il fritto di verdure, fiori ed erbette su salsa allo yogurt, o aromatizzano piatti a base di pesce d’acqua di risorgiva, salmerino su tutti, di cui il territorio è ricco. La carta dei vini sposa il territorio, spaziando dai vigneti di Bassano del Grappa a quelli di Gambellara, ma sono diversi anche i riferimenti nazionali e internazionali. Grande attenzione alle diete senza glutine. Personale che accoglie con innata discrezione e rispetto. Conto medio attorno ai 40 euro.
Via Giaroni 116 – Caldogno (VI)
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