Al Perché è la leggerezza, anche compositiva, a fare da trait d’union fra pizzeria e cucina, ovvero le due anime del bel locale affacciato sulla strada Treviso – Mare. Leggerezza che esprime anche una felice sintesi fra creatività e sostanza. Un concetto che, per certi versi, rispecchia lo stile contemporaneo della struttura. Il Perché è un bell’esempio di architettura audace in cui si fondono un elemento rurale e uno ultramoderno: il locale è visibile da lontano grazie alla sua grande” vela”. Il progetto, opera dell’architetto Toti Semerano, vanta un premio alla Triennale di Milano. Una vocazione alla cultura confermata dal locale anche attraverso l’organizzazione di tanti eventi letterari, storici e teatrali. La cucina del Perché rivisita i piatti del territorio con un linguaggio garbatamente creativo, che guarda anche al bello. Originale il French toast di porcini, uovo cotto a bassa temperatura e fonduta di pecorino, come pure gli gnudi di ricotta con coulis di pomodoro fresco, fiocchi di caprino e basilico. Tra i secondi non tradisce il tataki di tonno al rosmarino con caponata all’aceto di mele. Anche le pizze gourmet richiamano lo stile del ristorante. Vedi la Carbonara di porcini fatta con guanciale, uova, porcini e stracciatella, la Tre baccalà o la Gamberi rossi con i gamberi crudi. Carta dei vini dallo sguardo curioso, con focus su più territori. Carta delle birre orientata sulle artigianali. Stimolanti gli abbinamenti pizza-vino. Conto del ristorante sui 35-40 euro; pizzeria sui 20 euro.