Se la sua cucina fosse musica, sarebbe – è lui stesso ad ammetterlo – rock progressive inglese anni ’70. C’è spessore culturale e credibilità nei piatti, un sempre maggiore livello di varietà compositiva, armonica e stilistica. Siamo a Rubbio, sull’Altopiano dei Sette Comuni, con gli occhi che si perdono tra le mille luci della pianura, nella “casa” di Elvis Pilati, cuoco di montagna, dove convive con il figlio Giacomo, celebre per il pane e i panini gourmet del giovedì sera, e la responsabile di sala, Gigliola Cortese. Al Milleluci il protagonista è il territorio montano, ben tradotto nei piatti da un cuoco che, cestino alla mano, va a raccogliere essenze e ingredienti direttamente nei boschi, con una predilezione per l’aglio orsino, che va a impreziosire il burro del piatto di lumache, e le farinelle, “spinaci di montagna” che accompagnano il salmone fresco, marinato al fumo, e il carpaccio di carne marinata, un piatto in cui la dolcezza dei pomodorini confit incontra – con equilibrio – l’acidità della maionese e la morbidezza della carne. Il petto d’anatra al caramello di ciliegie di Marostica è, invece, la perfetta sintesi di un dialogo internazionale tra la Pedemontana e l’Oriente: un viaggio di fine intelligenza. Carta dei dolci “veneta”, tra un’unione del tiramisù e fregolota e un riso e latte di malga, confettura di lamponi con frutta secca. Carta di vini ben fornita, frutto di una selezione fatta con passione e anni di ricerca da uno chef dal grande potenziale. Conto medio attorno ai 45 euro.