Non dovete avere dubbi: qui siamo in uno dei templi riconosciuti del baccalà alla vicentina. Lo prova quella scultura in legno, quasi vivente, lunga quattro metri che accoglie all’ingresso del ristorante, quasi fosse una divinità assai laica che indica la strada ai “fedeli” gourmet. È una maxi-rappresentazione del merluzzo norvegese, quello delle sole Lofoten, scoperto a essiccare al vento nel 1432 dal capitano della Serenissima Pietro Querini dopo un naufragio. C’è una spiegazione al monumentale tributo. Da settant’anni il locale è specializzato nel preparare piatti della tradizione, ma soprattutto il celebrato “baccalà alla vicentina”. Anzi, Sandrigo è diventata la capitale di questa pietanza, come raccontano perfino i cartelli stradali all’ingresso del paese. Va sempre ricordato che, anche se si chiama baccalà, abbiamo a che fare con lo stoccafisso. La ricetta tradizionale è certificata e custodita dalla “Venerabile confraternita”, di cui il cuoco di “Palmerino” è autorevole componente. Antonio Chemello, assieme al figlio Marco (e naturalmente alla nonna Iole) prosegue la tradizione di famiglia grazie a conoscenze e tecnica maturate. Ma c’è un ingrediente in più: la passione. E questa motivazione li porta ogni anno nell’isola oltre il Circolo polare artico a selezionare personalmente gli stoccafissi che finiscono nei piatti a Sandrigo, magari nella degustazione parallela di baccalà, merluzzo e stoccafisso. Ah, per gli irriducibili, sono disponibili anche piatti di carne. Il menu di baccalà costa 32 euro, alla carta 40.
Via Piave 13 – Sandrigo (VI)
Aperto: pranzo e cena – Turno di chiusura: martedì sera, mercoledì; in luglio e agosto
aperto da lunedì a venerdì e chiuso sabato e domenica – Ferie: mai – Carte di credito: tutte