Il 13 dicembre 1545 si inaugurava il Concilio Tridentino. In quello stesso anno, a pochi passi dalla Cattedrale di San Vigilio, apriva l’Osteria delle “Due Spade”. Oggi come allora, questo storico locale continua ad accogliere chi si siede a uno dei suoi otto tavoli, cui vanno aggiunti quelli del plateatico esterno. Tanta longevità è merito degli “osti” che si sono susseguiti nei secoli. Da ultimo, la famiglia Peterlana, con Pompeo, Rita e il figlio Massimiliano che, dopo 40 anni, ha ceduto il testimone ai milanesi Andrea Coluccia e Gianni Pasolini, quest’ultimo, purtroppo, recentemente scomparso. L’atmosfera è romantica nella stube settecentesca in cirmolo dalla splendida volta a botte del soffitto e stufa verde in maiolica. La nuova gestione, appassionata e competente, punta sia sulla tradizione che sulla modernità. Il giovane cuoco Simone Bordignon valorizza con perizia carni, pesci e formaggi del territorio. Interessanti il fagiano con la fonduta di Trentingrana; la trota con agretti e gazpacho di mela e il salmerino con salsa agli agrumi. Magistrali le cotture a bassa temperatura di manzo e anatra. Le tendenze più internazionali sono appagate dalle cruditè di pesce fresco (tra cui i galiziani percebes o le ostriche rosa) e il maialino iberico. La pasta viene proposta con abbinamenti studiati, come la “pacca” ai ricci con liquirizia. Da provare il risotto all’ortica con la fonduta di Casolet. Degna conclusione con il semifreddo alla mela con gel al cardamomo. Servizio molto curato. Meditata la carta dei vini. Costo: 60 – 80 euro.