Se nelle grandi aziende il tema del passaggio generazionale è sempre un passaggio molto delicato, Il Desco rappresenta un esempio da seguire. La transizione da Elia Rizzo al figlio Matteo ha accompagnato gli ultimi anni di vita di questo storico ristorante veronese, aperto 42 anni fa, il cui nome si ispira a un verso del mitico poeta Berto Barbarani. Elia Rizzo negli anni Ottanta fu un pioniere perché portò a Verona nuove idee, puntò con decisione sulle materie prime e su tecniche di cotture che da quelle parti non si erano mai viste. La sua più grande difficoltà dopo la stesura di un libro di ricette: “Io non avevo mai scritto niente, mi ero sempre mosso a sensazione, con il ricordo preciso del sapore che sapevo riprodurre”. Il figlio Matteo è cresciuto in cucina, ha girato il mondo e si è inserito gradualmente al timone della cucina con la sua idea precisa: pochi ingredienti sul piatto, non più di tre, perché chi si siede al Desco deve cogliere subito un’idea di autenticità e di immediatezza. Il ristorante veronese ha intercettato i gusti anche delle generazioni più giovani che si sono affiancate a quelle che il ristorante già lo conoscevano. Qui si possono degustare sia i piatti iconici del ristorante che quelli che racchiudono l’idea di cucina di Matteo, riassunta nella parola “Generations”, come ad esempio Orata, guacamole di pistacchio e maionese all’acqua pazza, gli Spaghettini tiepidi in salsa di erbe aromatiche e mazzancolle o ancora il Petto d’anatra, mango e cappuccino di funghi. Menu degustazione da 145 a 165 euro, oltre a proposte a tre e cinque piatti.
Via Dietro S. Sebastiano, 7 – Verona
Tel. 045595358
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