Il vociare del fiume di gente, residenti e turisti, che si lasciano alle spalle Porta Borsari e si dirigono verso piazza Erbe, da qui proprio non si sente. Merito delle mura spesse, come si conveniva alla canonica di un’ex chiesa alla fine di vicolo San Matteo, in centro a Verona. Qui non viene celebrata nessuna messa, ma il “sacerdote” che fino ad ora, a pranzo e cena, ha intrattenuto i commensali dalla cucina a vista (anche dalla strada) non è più Samir Xhaxhaj che ha pasato il testimone. Le redini della cucina sono ora solidamente nelle mani di Vincenzo Petrucci, il “concelebrante” di sempre. Pertanto, i piatti, almeno per ora, seguono la strada già tracciata. Nel menu degustazione, Metamorfosi (95 euro – sette portate), le ricette vengono svelate al tavolo una per volta perché arrivano “nascoste” all’interno di creazioni pensate dalla giovane brigata di cucina.
Alla carta, invece, viene già tutto dichiarato dal nome dei piatti a partire dalla entrée di benvenuto a base di frutta salata o della focaccia di grano arso con lardo aromatizzato all’Amarone. Poi, il leggiadro filetto di branzino con crema di porri al latte o il succoso risotto con moscardini alla luciana. Tra i secondi: o l’opulenta pancia di maiale all’arancia amara o l’umile ma straordinario cavolfiore affumicato al rosmarino con l’indonesiana salsa sambal. Chiusura con il dolce tacos: una cialda di cioccolato muscovado con crema di cioccolato biondo e bergamotto. La sala e la ricca quanto curiosa cantina sono governate da Luca Peretti, maître e sommelier, coadiuvato dai suoi giovani e bravi collaboratori Nicolò e Stefano. Circa 90 euro.