Il tre è un numero particolare che custodisce molti segreti. A parte i significati religiosi è interessante ricordare che per Pitagora il tre era un numero perfetto in quanto sintesi di pari e dispari. Il massimo, insomma. E chi vuole scavare un po’ di più scoprirà che, nella teoria dei numeri, il tre rappresenta la superficie. Facile trovare assonanze gastronomiche con la superficie dei tavoli. E se un locale si richiama al tre nel nome vorrà dire che ha sane ambizioni di rappresentare un punto avanzato nella vita professionale di un cuoco.
Nella loro storia, che dura da 35 anni, questo locale in piena campagna (non preoccupatevi se il navigatore vi porta su una strada sterrata) è finalmente la realizzazione di un sogno per i titolari: dopo due locali in gestione, a Lusiana e a Grumolo Pedemonte, finalmente uno di proprietà. E, come non bastasse, sono tre anche i principi cui Francesco Dal Santo in cucina e la moglie Agnese in sala si ispirano nel loro lavoro: tempo, tradizione e tecnica. Nei piatti il cuoco dimostra capacità ma anche brillantezza. Svolge un interessante lavoro di ricerca, condotto con intelligenza e mano sicura, che si trasforma in un menu vario e interessante. Molti i sapori locali ma anche pesce, come una squisita tartara di ricciola impreziosita dal lime o un salmone con guanciale di Sauris. E poi bigoli, d’inverno al broccolo fiolaro; gli gnocchi di patate viola; il cervo all’anice stellato e il controfiletto di pata negra. La carta dei vini punta sul territorio e l’Italia ma non manca lo champagne. Menu degustazione a 39 euro, alla carta 50.