Il cda della finanziaria controllata dalla famiglia Benetton ha ritenuto i termini dell’accordo sottoscritto a luglio 2018 “non coerente con le linee di indirizzo strategico di medio lungo termine”. Rimangono i diritti – esercitabili fino al 2025 – di prima offerta e prelazione su una quota del 5,7% e di prelazione sui diritti d’opzione relativi ad eventuali diritti di capitale
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