Insieme allo smart working, la riduzione dell’orario settimanale era una delle misure di lavoro flessibile più invocate nel post Covid. Poi però la crisi dell’industria ha fatto sparire la questione dai radar, ed è finita che oggi molte aziende la settimana corta la fanno davvero, ma per effetto del ricorso forzato alla cig. Tutti i dettagli sul settimanale delle testate ItalyPost online da domenica 19 gennaio
Il Gruppo cartario trevigiano cerca l'accordo con i creditori dopo aver completato la revisione del piano industriale 2025-27 e la predisposizione delle linee guida per la rimodulazione del debito. Tra le opzioni sul tavolo la cessione della cartiera di Mantova. L’azienda: “Decisione idonea ad attuare la rimodulazione della struttura del capitale”. La Cgil Veneto chiede un tavolo al Mimit: “Non c’è nessun acquirente, l’azienda ha solo perso tempo”
La Germania è pronta a fare retromarcia, gli Usa puntano sull’idrogeno blu. E anche in Italia cresce lo scetticismo. Semino (Acciaierie Venete): “Il traguardo è più al 2050 che al 2030, e non per tutte le fasi del processo produttivo”. Zanni (AFV Beltrame Group) continua a crederci: “L’idrogeno può crescere come il fotovoltaico nel 2008, ma servono incentivi per sostenere la filiera”. Bos (Hydrogen Park): “La crescita sarà graduale, l’obiettivo realistico è il 10-15% del fabbisogno tra dieci anni”
Nessuno dei 145 progetti Pnrr sull’idrogeno è stato completato. Gruppo Pittini ha dimostrato che i forni possono essere alimentati da bruciatori a idrogeno fino al 100%. Semino (Acciaierie Venete): “Stiamo adeguando i nostri bruciatori per renderli pronti all’implementazione”. Zanni (AFV Beltrame Group): “Noi produciamo idrogeno per venderlo all’azienda più vicina”. Bos (Hydrogen Park): “La nostra banca dell’idrogeno garantisce il consumo costante di cui hanno bisogno acciaierie e servizi pubblici”
L’impiego dell’idrogeno nei processi industriali delle aziende energivore riceve una stroncatura senza mezzi termini dal presidente di Federacciai. Che dice: “Oltre ai costi inaccessibili, c’è anche il rischio di sprechi energetici. Il biometano costa meno e dà gli stessi risultati. L’ideologia green ha cercato di forzare il mercato verso tecnologie inesistenti”. E sui progetti in corso: “Senza il Pnrr, nessuno avrebbe interesse a promuovere l’idrogeno. Meglio pensare all’import da Nord Africa, Medio Oriente e Brasile”
In attesa di eventuali sviluppi sull’idrogeno, il mondo industriale valuta (e percorre) anche altre strade. Feralpi lascia aperta la porta all’idrogeno solo in Germania, mentre in Italia ha implementato forni elettrici e fotovoltaico. Zanni (AFV Beltrame Group): “Energia elettrica indispensabile per alcune fasi del processo”. Semino (Acciaierie Venete): “Stiamo valutando il biometano, che non richiede modifiche alle macchine ed è più facilmente reperibile”
Più passa il tempo, più sembra allontanarsi la prospettiva di sostituire il gas con l’idrogeno nei forni delle acciaierie. L’indagine di Monitor, online da domenica 22 dicembre, dimostra che la transizione è ancora di là da venire e che il sentimento prevalente è quello dell’attesa. Con sfumature più scettiche (a partire da Antonio Gozzi, presidente di Federacciai) e altre più possibiliste (che chiedono ulteriori finanziamenti per consolidare la filiera)
Secondo il direttore del centro studi di Unioncamere Emilia Romagna, i lavori del futuro punteranno su benessere, sostenibilità e digitale. “La logica dei distretti è superata, oggi bisogna sviluppare relazioni e creare ecosistemi favorevoli alla realizzazione personale. Le passioni diventeranno professioni, gli ambienti phygital aumenteranno, digitale e AI miglioreranno la vita. L’obiettivo? Unire crescita economica e sviluppo sociale”
I fenomeni estremi dei cambiamenti climatici spingono le aziende a proporre prodotti in linea con l’aumento delle temperature. Dal Prà (Pedrollo): “L’abbassamento delle falde rende indispensabili le pompe sommerse e sommergibili. Oggi le persone sono disposte a spendere di più e cercano il made in Italy”. L’Italia progetta dissalatori più grandi per aumentare l’acqua potabile. E mentre La Sportiva propone sandali da trekking, nelle città spuntano tende vegetali e tapparelle per le finestre dei tetti
La silver economy che cresce sempre più spinge imprese e istituzioni a modificare prodotti e servizi per adattarli a consumatori senior. Menegatti (Università di Padova): “Stiamo sviluppando robot indossabili e morbidi come una calzamaglia per prevenire le cadute”. In Paesi come Singapore o il Giappone i robot vengono già impiegati per dare informazioni negli ospedali o per tenere compagnia alle persone sole. Intanto Curci (Amplifon): “Aumenteremo personalizzazione, digitalizzazione e coinvolgimento degli utenti”. E Luxottica lancia gli occhiali con supporto uditivo
Nel 2024 la produzione di trattori e mietitrebbie mostra una contrazione del 19,5%. La flessione dei fatturati raggiunge il 35%. Turchi (Gruppo Cep): “Non assumiamo più nessuno, abbiamo rinunciato a 15 dipendenti e avviato la cig, ma presto dovremo chiudere qualche unità. Chi può chiude o delocalizza”. Rinaldin (Climmar): “Immatricolazioni quasi dimezzate nel giro di due anni”. Soffrono anche le quotate come Comer e Cnh, che chiudono l’anno con fatturati in picchiata oltre il 20%
Il presidente delle Officine Meccaniche Rezzatesi, ex numero uno di Confindustria Lombardia, parla apertamente di crisi storica: “La situazione sembra senza via d’’uscita, andiamo verso la catastrofe. L’elettrico non è l’unica soluzione, ci sono anche i biocarburanti. Il Piano Mattei apre nuove opportunità in Africa. La vittoria delle destre in Germania sarebbe un’ancora di salvezza. E se i giochi si riaprono, l’Italia può tornare ai vertici del motore endotermico”
Trainata dai conflitti in Ucraina e Medio Oriente, l’industria militare è uno dei pochi comparti a godere di buona salute. Tra le top 40 mondiali ci sono Leonardo e Fincantieri, ma l’Italia si distingue anche per la stretta collaborazione tra big e Pmi. Bencivelli (Montek): “Ci siamo reinventati nel campo degli ingranaggi per le macchine militari”. Turchi (Cep Europe): “Ci abbiamo pensato anche noi, ma convertire la produzione non è così semplice”
Dai centri commerciali di lusso ai negozi tradizionali, le serrande abbassate sono sempre più numerose. Gli agenti immobiliari della Fiaip: “Il modello casa e bottega è sparito, bisogna ridurre i canoni di locazione”. In Emilia Romagna calano le attività al dettaglio (-5% in tre anni) ed esplode l’e-commerce (66 milioni di pacchi nel 2023). Confesercenti: “Le emozioni si sono spostate sui cellulari, i clienti ci chiedono foto e video. Ma gestire una vetrina sia fisica che virtuale è molto faticoso”
Dal Veneto alla Toscana, il ricorso agli ammortizzatori sociali è sempre più diffuso e si segnalano le prime chiusure. Pettenò (Cgil Venezia): “In Riviera del Brenta calzatura colpita perché ha perso la sua indipendenza e non investe più in R&D”. Sasso (Cgil Biella): “Pesa il crollo della domanda cinese. Resiste chi punta su qualità e diversificazione”. Grasso (Cisl Prato): “Il risvolto positivo è che cominciamo a notare qualche aggregazione”
Uno tsunami dalle conseguenze potenzialmente drammatiche. A lanciare l’allarme sulla crisi della moda è Daniele Gualdani, titolare dell’aretina Lem Industries. Che dice: “In passato le crisi duravano non più di nove mesi e il calo del fatturato non superava mai il 20%, oggi per molti raggiunge l’80% da due anni. Il settore ha sbagliato due volte, sottovalutando prima l’impatto del Covid e poi la nuova frenata del ’22. La ripresa non è sicura, servono misure straordinarie per non far scappare i brand”
Nel 2024 il fatturato è calato per il 75% delle imprese, con contrazioni oltre il 20% per una su quattro. La sofferenza di colossi come Lvmh, Kering, Benetton e D&G dimostra che la crisi ha colpito anche il lusso, penalizzato dal calo della domanda cinese. Frigerio (Colour’s Company): “Noi chiuderemo a -60% e non vediamo inversioni di tendenza. Colpa dei grandi gruppi che hanno fatto terra bruciata”. Delladio (La Sportiva): “I dazi di Trump bloccheranno anche il mercato Usa. Ma bisogna confidare nella ripresa”
Il settore sta attraversando una crisi che è molto peggio di quella del 2008. Lo rivelano le inchieste realizzate per il Monitor in uscita questa domenica. Gli agenti immobiliari raccontano la moria dei negozi di abbigliamento. Gli imprenditori parlano di cali fino all’80% in due anni. Mentre nei distretti tessili si susseguono chiusure e cassa integrazione: “Colpa della dipendenza dai brand del lusso”
Andrea Pendin, titolare della tenuta “L’Armonia” di Montecchio Maggiore (Vi), punta il dito contro le tecniche tradizionali che propiziano il surriscaldamento del terreno. “La strada da seguire è l’agricoltura rigenerativa. I giovani sono abituati a gusti acidi che penalizzano i vini rossi e le alte gradazioni”
Il futuro della filiera vitivinicola è segnato da diverse sfide. Secondo il dg di Cielo e Terra, che con i suoi vini si posiziona anche su fasce di prezzo molto basse, “il valore del vino non riesce più a remunerare adeguatamente i viticoltori, che rappresentano l’anello più in difficoltà della filiera. E anche il vino dealcolato contribuirà a far crescere i prezzi”. E sul tema del cambiamento climatico parla Lunelli: “Per combatterlo bisogna salire in alta quota”
Il mercato del vino assiste all’introduzione di nuovi formati di packaging, scontrandosi con barriere culturali forti. Il bag in box di Cabert ha conquistato i consumatori durante la pandemia, grazie alla capacità di mantenere alta la qualità anche a diverse settimane dall’apertura, va già in alcuni mercati e inizia a crescere in Italia. Altri esempi sono il vino in lattina di Giacobazzi e il vino in plastica di Sipa. Ma potranno davvero rivoluzionare un settore così tradizionale?
In un mercato vinicolo italiano spesso associato alle eccellenze Doc e Igt, il vino venduto in bottiglie da meno di tre euro al litro rappresenta quasi il 60% del valore (il 70% nella Gdo) e due terzi del volume. Bassetti (Caviro): “Nei discount l’incidenza raggiunge l’83% dei volumi”. Cielo (Cielo e Terra): “A comprare in questo modo giovani e anziani in primis”. Ma Lunelli: “Prezzi frutto di una produzione super intensiva ed estensiva”
Il supplemento settimanale delle testate ItalyPost, online da domenica 24 novembre, compie un viaggio tra gli scaffali dei supermercati, dove le bottiglie a basso costo sono largamente rappresentate. L’approfondimento esplora anche le nuove tendenze, dai vigneti in alta quota alle varie forme di packaging come bag in box, lattine e Pet
Penalizzate dai costi energetici e dalla concorrenza cinese, che non deve rispettare i vincoli del Green Deal, le imprese chimiche vivono una crisi che si riflette su tutto il made in Italy. Conterno (Lati): “La debolezza dell’Ue ha aperto la strada a competitor mai visti prima”. Rossi e Bencini (Sir Industriale): “Turchia favorita da materie prime, costo del lavoro, assenza di dazi e rapporti con Cina e Russia”. Bellini: “Sul green l’Ue sta correndo troppo, il resto del mondo segue strade diverse”
Mentre la chimica soffre, l’industria farmaceutica italiana vede crescere il fatturato a 52,4 mld (+52,3% dal ‘21) e l’export a 49 mld (+150% in dieci anni). Dietro a questa divergenza ci sono dinamiche globali che stanno ridefinendo il panorama di due settori storicamente vicini ma ora su percorsi differenti. Fumagalli (Steriline): “In Italia tanti investimenti, l’Europa fa più fatica”. Nicolini (Castagna Univel): “Gli integratori spingono la parafarmaceutica”
Per il presidente dell’azienda chimica bergamasca "siamo tra l’incudine del made in Italy e il martello delle multinazionali che lasciano l’Ue". Il Green Deal? "Obiettivo giusto da preservare perché ci permetterà di avere le tecnologie per limitare i danni del riscaldamento climatico, ma sbagliato fossilizzarsi sull'auto elettrica"
Nel 2023 sono circa 300 le aziende chimiche tedesche che hanno chiuso i battenti. Il settore registra le perdite record dei colossi Basf, Bayer e Covestro. L’indice Ifo sul clima aziendale ha toccato il livello più basso dalla crisi del 2008. L’interscambio Germania-Italia è diminuito sia come valore (-11,4%) che come volumi. Fumagalli (Steriline): “Chimica penalizzata dalla crisi dell’automotive”. Moltrasio (Icro Coatings): “La dipendenza dalla Germania è insostituibile e fa soffrire anche noi”
Il settimanale online da domenica 17 novembre sulle testate ItalyPost accende i riflettori sulla crisi dell’industria chimica, che in Italia è reduce da due anni consecutivi di flessione e in Europa esporta meno di quello che importa. Le cause affondano le radici nelle delocalizzazioni di fine anni ’90. La chimica tedesca soffre per il crollo dell’automotive. E nonostante l’affinità tra i due settori, la farmaceutica continua a crescere
L’azienda del gruppo Thyssenkrupp, presente con due stabilimenti a Copparo (Fe) e Castelfranco Veneto (Tv), fa marcia indietro sulla procedura di licenziamento collettivo e sulla disdetta degli accordi integrativi. I sindacati: “Risultato ottenuto grazie alle mobilitazioni”. Il 25 novembre nuovo tavolo al Mimit. Plauso bipartisan, ma la Fiom avverte: "Non esclusa una nuova procedura"
Il gruppo fieristico milanese chiude i primi nove mesi con ricavi a 184,5 mln (+4%) grazie alle performance delle manifestazioni annuali e biennali. L'utile netto si attesta a 15,6 mln mentre l'Ebitda sale a 62,4 mln (+11%). La società rivede al rialzo le stime dei ricavi 2024 nel range 255-265 milioni. Avviato un piano di azionariato diffuso per i dipendenti
Il gruppo trevigiano chiude i primi nove mesi con ricavi a 2,23 miliardi (+11,6%) trainati dal consolidamento di La Marzocco e dalla crescita organica. L’ad Fabio de’ Longhi alza la guidance per il 2024 sia sui ricavi che sull'Ebitda adjusted. Il settore caffè rappresenta oltre il 60% del fatturato
A Bergamo Città Impresa le aziende raccontano le strategie contro l’aumento dei dazi. Bellini: “Cediamo le royalties ai clienti che vogliono realizzare prodotti made in Usa ma con il nostro know how”. Persico: “La burocrazia dell’Ue ci costringe a guardare verso altri mercati. Ma il know how rimane sempre in Italia”. Ganio (Spea): “La nostra risposta è investire sull’innovazione. Presenti all’estero per supportare i clienti”
Il festival Città Impresa analizza le principali sfide per il mondo dell’economia e dell’industria. Intelligenza artificiale al centro con la riflessione di Faggin e con le esperienze delle aziende che la stanno usando per modificare i processi produttivi (anche in chiave predittiva). Focus sulla riorganizzazione delle filiere e sui suoi vantaggi competitivi con Moro (Bitron). E poi la transizione energetica con le novità dei ricercatori e le tecnologie del futuro
Il gruppo emiliano chiude i primi tre trimestri con ricavi in calo del 10,6% a 197,7 mln e una perdita netta di 27,3 mln. Confermato l’aumento di capitale da 45 mln annunciato lo scorso luglio. Il presidente Landi: “Piano di rafforzamento finanziario completato entro fine anno”. L'ad Stupenengo: "Continuiamo a puntare sulla transizione energetica"
La banca guidata da Orcel alza le stime 2024 con utili oltre 9 miliardi dopo un trimestre record. Sul possibile matrimonio con la banca tedesca il Ceo frena: "È un processo lungo, decisioni non prima di un anno". La numero uno di Commerzbank Orlopp avverte: "L'approccio non è stato amichevole, andiamo avanti da soli". I titoli delle due banche chiudono in calo (-5% la tedesca e -5,3% l’italiana)
L’azienda controllata da Thyssenkrupp ha annunciato la sospensione della procedura che riguarda gli oltre 480 lavoratori di Copparo (Fe), di cui circa 200 residenti in Veneto. Bitonci: “Buona notizia, ora agire in tempi brevi per tutelare l’occupazione”. La Regione Emilia Romagna propone il contratto d’area e lo stop ai licenziamenti entro 75 giorni. E per la Fiom-Cgil resta a rischio anche lo stabilimento di Castelfranco Veneto (Tv)
Il vicepresidente di Confindustria punta sul dialogo con Roma e Bruxelles per migliorare il provvedimento. “Il tetto di 6,3 mld è già stanziato dal Pnrr, quindi non ci saranno sorprese negative come con il Superbonus. Abbiamo chiesto di prorogare la scadenza di 3-4 mesi, ma puntiamo a ottenere una misura strutturale. Curva di apprendimento inevitabile, ma il sacrificio verrà ripagato”
Il piano del governo per la trasformazione digitale ed energetica delle imprese ha raccolto richieste per 100 mln su 6,3 mld disponibili. Burocrazia e tempi stretti frenano gli investimenti. Dal tour alla scoperta delle 20.000 imprese best performer del paese emerge scetticismo e disinteresse. Crosetta (Antrax) è indeciso: “Rischiamo di spendere tanto e non ottenere nulla”. Donadoni (RHS) aderirà: “Ma molti temono che le regole cambino”. Foglieni (Fecs): “Investiremo meno di quanto fatto con il 4.0”
Il provvedimento lanciato da Calenda nel 2016 ha sbloccato gli investimenti nelle tecnologie digitali e ha fatto tornare l’industria italiana ad essere competitiva. Nel triennio 2021-23 lo Stato ha erogato 12,5 mld e nel ’24 si prepara ad erogarne altri 8, per un totale di 20 mld contro i 17 ipotizzati. La misura ha contribuito a far crescere il Pil dello 0,93% annuo, a incrementare la produttività del 20% e a creare 50 mila nuovi posti di lavoro
Il presidente dei costruttori di macchine utensili è scettico: “L’aumento delle aliquote è l’unica soluzione per spingere le imprese a investire, ma forse sarebbe proprio meglio studiare qualcosa di diverso. Industria 4.0 è un’esperienza che non deve andare persa e continuerà a trainare i consumi”. Bargellini (Top Automazioni): “Il 4.0 funzionava benissimo, se non aderiamo al 5.0 è perché non vediamo nessun vantaggio”
Il mensile delle testate ItalyPost, online da domenica 3 novembre, indaga sulle cause che hanno portato le imprese a “snobbare” l’iniziativa del governo per la trasformazione digitale ed energetica dell’industria italiana. Il divario con Industria 4.0, che negli ultimi quattro anni ha generato crediti d’imposta per 20 mld, è evidente. Nocivelli (Confindustria) resta fiducioso, Rosa (Ucimu) è più scettico
A Milano il completamento della linea blu M4 ha abbattuto i tempi di trasporto dal centro all’aeroporto di Linate. A Bologna sono partiti i lavori di due delle quattro linee che formeranno la nuova tramvia. A Padova le linee del tram saliranno da una a tre. Una rivoluzione impattante ma destinata a migliorare la qualità dell’aria e del tpl. Con le grandi catene pronte ad insediarsi nelle zone attraversate dalle nuove infrastrutture
L’ex sindaco reggente di Padova, esperto di mobilità e trasporti, fa notare che lo slancio impresso dal Pnrr avrà un prezzo da pagare in termini di spesa corrente. “Alzare il costo del biglietto può essere una risposta, ma bisogna dirlo. Fondamentale aprire il dibattito. Le reti di trasporto vanno progettate prima dell’espansione urbanistica, non il contrario. E in futuro la pianificazione dovrà essere meno ideologica”
In passato i timori per l’impatto delle nuove infrastrutture sono stati cavalcati dalla politica, ma a Padova le contestazioni hanno lasciato il posto alla soddisfazione degli utenti. Ivo Rossi: “Bisogna aiutare le persone a orientarsi, con umiltà”. Tra i benefici maggiori, la riduzione del traffico privato: ogni giorno tram e metro toglieranno dalle strade 256 mila auto a Bologna, 82 mila a Milano e il 35% a Padova
Per la maggior parte degli agenti immobiliari, le nuove forme di mobilità incideranno sul mercato. A Milano, nelle zone attraversate dalla linea M4 della metro, i prezzi delle abitazioni sono già cresciuti del 40% in dieci anni e i negozi di quartiere stanno lasciando posto alle catene. A Padova il tram farà salire i prezzi del 15%. Scetticismo solo a Bologna: “Miglioramento limitato, non porterà variazioni significative”
Il settimanale delle testate ItalyPost, online da domenica 27 ottobre, analizza la trasformazione in atto nelle città che hanno utilizzato il Pnrr per rinnovare il trasporto pubblico. I costi per le casse pubbliche e i disagi per i cittadini non mancano, ma nemmeno i benefici sul lungo termine. I valori degli immobili hanno già iniziato a salire. E lungo i tracciati delle nuove infrastrutture, gli store stanno soppiantando i piccoli negozi
Secondo Bloomberg, la banca italiana avrebbe rafforzato le protezioni sulla quota del 21% attraverso strumenti derivati. La mossa lascia aperte tutte le soluzioni: mantenere la quota, aumentarla per acquisire Commerzbank o venderla. Kammer (Fmi): “I consolidamenti paneuropei vanno nella giusta direzione”
Il sottosegretario alle Finanze Toncar ribadisce all'Handelsblatt la volontà di massima indipendenza per Commerzbank. Pur escludendo una legge anti-Unicredit, il governo tedesco ribadisce anche che “un'acquisizione ostile non sia un'opzione sensata e non debba essere perseguita”. E sulla vendita delle quote: “Eravamo consapevoli, volevamo vedere la reazione del mercato”
Christian Schubert, corrispondente del Frankfurter Allgemeine Zeitung da Roma, fotografa il clima che si respira in Germania. Dove la Camera dell’Industria e del Commercio continua a premere sulla transizione green e dove il governo ha approvato un pacchetto di misure per rilanciare l’economia. La ricetta? Sgravi fiscali, investimenti in infrastrutture, semplificazione burocratica e rafforzamento del mercato finanziario
Il Pil negativo della Germania sta impattando diversi settori produttivi italiani, tra tavoli di crisi e boom degli ammortizzatori sociali. Oltre all’automotive, la contrazione colpisce anche tessile moda, gomma plastica, concia, ceramica e biomedicale. Buck (Camera di Commercio Italo-Germanica): “Tra i due Paesi partenariato storico, imprese fiduciose nella ripartenza”
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