Penalizzate dai costi energetici e dalla concorrenza cinese, che non deve rispettare i vincoli del Green Deal, le imprese chimiche vivono una crisi che si riflette su tutto il made in Italy. Conterno (Lati): “La debolezza dell’Ue ha aperto la strada a competitor mai visti prima”. Rossi e Bencini (Sir Industriale): “Turchia favorita da materie prime, costo del lavoro, assenza di dazi e rapporti con Cina e Russia”. Bellini: “Sul green l’Ue sta correndo troppo, il resto del mondo segue strade diverse”
Mentre la chimica soffre, l’industria farmaceutica italiana vede crescere il fatturato a 52,4 mld (+52,3% dal ‘21) e l’export a 49 mld (+150% in dieci anni). Dietro a questa divergenza ci sono dinamiche globali che stanno ridefinendo il panorama di due settori storicamente vicini ma ora su percorsi differenti. Fumagalli (Steriline): “In Italia tanti investimenti, l’Europa fa più fatica”. Nicolini (Castagna Univel): “Gli integratori spingono la parafarmaceutica”
Per il presidente dell’azienda chimica bergamasca "siamo tra l’incudine del made in Italy e il martello delle multinazionali che lasciano l’Ue". Il Green Deal? "Obiettivo giusto da preservare perché ci permetterà di avere le tecnologie per limitare i danni del riscaldamento climatico, ma sbagliato fossilizzarsi sull'auto elettrica"
Nel 2023 sono circa 300 le aziende chimiche tedesche che hanno chiuso i battenti. Il settore registra le perdite record dei colossi Basf, Bayer e Covestro. L’indice Ifo sul clima aziendale ha toccato il livello più basso dalla crisi del 2008. L’interscambio Germania-Italia è diminuito sia come valore (-11,4%) che come volumi. Fumagalli (Steriline): “Chimica penalizzata dalla crisi dell’automotive”. Moltrasio (Icro Coatings): “La dipendenza dalla Germania è insostituibile e fa soffrire anche noi”
Il settimanale online da domenica 17 novembre sulle testate ItalyPost accende i riflettori sulla crisi dell’industria chimica, che in Italia è reduce da due anni consecutivi di flessione e in Europa esporta meno di quello che importa. Le cause affondano le radici nelle delocalizzazioni di fine anni ’90. La chimica tedesca soffre per il crollo dell’automotive. E nonostante l’affinità tra i due settori, la farmaceutica continua a crescere
L’azienda del gruppo Thyssenkrupp, presente con due stabilimenti a Copparo (Fe) e Castelfranco Veneto (Tv), fa marcia indietro sulla procedura di licenziamento collettivo e sulla disdetta degli accordi integrativi. I sindacati: “Risultato ottenuto grazie alle mobilitazioni”. Il 25 novembre nuovo tavolo al Mimit. Plauso bipartisan, ma la Fiom avverte: "Non esclusa una nuova procedura"
Il gruppo fieristico milanese chiude i primi nove mesi con ricavi a 184,5 mln (+4%) grazie alle performance delle manifestazioni annuali e biennali. L'utile netto si attesta a 15,6 mln mentre l'Ebitda sale a 62,4 mln (+11%). La società rivede al rialzo le stime dei ricavi 2024 nel range 255-265 milioni. Avviato un piano di azionariato diffuso per i dipendenti
Il gruppo trevigiano chiude i primi nove mesi con ricavi a 2,23 miliardi (+11,6%) trainati dal consolidamento di La Marzocco e dalla crescita organica. L’ad Fabio de’ Longhi alza la guidance per il 2024 sia sui ricavi che sull'Ebitda adjusted. Il settore caffè rappresenta oltre il 60% del fatturato
A Bergamo Città Impresa le aziende raccontano le strategie contro l’aumento dei dazi. Bellini: “Cediamo le royalties ai clienti che vogliono realizzare prodotti made in Usa ma con il nostro know how”. Persico: “La burocrazia dell’Ue ci costringe a guardare verso altri mercati. Ma il know how rimane sempre in Italia”. Ganio (Spea): “La nostra risposta è investire sull’innovazione. Presenti all’estero per supportare i clienti”
Il festival Città Impresa analizza le principali sfide per il mondo dell’economia e dell’industria. Intelligenza artificiale al centro con la riflessione di Faggin e con le esperienze delle aziende che la stanno usando per modificare i processi produttivi (anche in chiave predittiva). Focus sulla riorganizzazione delle filiere e sui suoi vantaggi competitivi con Moro (Bitron). E poi la transizione energetica con le novità dei ricercatori e le tecnologie del futuro
Il gruppo emiliano chiude i primi tre trimestri con ricavi in calo del 10,6% a 197,7 mln e una perdita netta di 27,3 mln. Confermato l’aumento di capitale da 45 mln annunciato lo scorso luglio. Il presidente Landi: “Piano di rafforzamento finanziario completato entro fine anno”. L'ad Stupenengo: "Continuiamo a puntare sulla transizione energetica"
La banca guidata da Orcel alza le stime 2024 con utili oltre 9 miliardi dopo un trimestre record. Sul possibile matrimonio con la banca tedesca il Ceo frena: "È un processo lungo, decisioni non prima di un anno". La numero uno di Commerzbank Orlopp avverte: "L'approccio non è stato amichevole, andiamo avanti da soli". I titoli delle due banche chiudono in calo (-5% la tedesca e -5,3% l’italiana)
L’azienda controllata da Thyssenkrupp ha annunciato la sospensione della procedura che riguarda gli oltre 480 lavoratori di Copparo (Fe), di cui circa 200 residenti in Veneto. Bitonci: “Buona notizia, ora agire in tempi brevi per tutelare l’occupazione”. La Regione Emilia Romagna propone il contratto d’area e lo stop ai licenziamenti entro 75 giorni. E per la Fiom-Cgil resta a rischio anche lo stabilimento di Castelfranco Veneto (Tv)
Il vicepresidente di Confindustria punta sul dialogo con Roma e Bruxelles per migliorare il provvedimento. “Il tetto di 6,3 mld è già stanziato dal Pnrr, quindi non ci saranno sorprese negative come con il Superbonus. Abbiamo chiesto di prorogare la scadenza di 3-4 mesi, ma puntiamo a ottenere una misura strutturale. Curva di apprendimento inevitabile, ma il sacrificio verrà ripagato”
Il piano del governo per la trasformazione digitale ed energetica delle imprese ha raccolto richieste per 100 mln su 6,3 mld disponibili. Burocrazia e tempi stretti frenano gli investimenti. Dal tour alla scoperta delle 20.000 imprese best performer del paese emerge scetticismo e disinteresse. Crosetta (Antrax) è indeciso: “Rischiamo di spendere tanto e non ottenere nulla”. Donadoni (RHS) aderirà: “Ma molti temono che le regole cambino”. Foglieni (Fecs): “Investiremo meno di quanto fatto con il 4.0”
Il provvedimento lanciato da Calenda nel 2016 ha sbloccato gli investimenti nelle tecnologie digitali e ha fatto tornare l’industria italiana ad essere competitiva. Nel triennio 2021-23 lo Stato ha erogato 12,5 mld e nel ’24 si prepara ad erogarne altri 8, per un totale di 20 mld contro i 17 ipotizzati. La misura ha contribuito a far crescere il Pil dello 0,93% annuo, a incrementare la produttività del 20% e a creare 50 mila nuovi posti di lavoro
Il presidente dei costruttori di macchine utensili è scettico: “L’aumento delle aliquote è l’unica soluzione per spingere le imprese a investire, ma forse sarebbe proprio meglio studiare qualcosa di diverso. Industria 4.0 è un’esperienza che non deve andare persa e continuerà a trainare i consumi”. Bargellini (Top Automazioni): “Il 4.0 funzionava benissimo, se non aderiamo al 5.0 è perché non vediamo nessun vantaggio”
Il mensile delle testate ItalyPost, online da domenica 3 novembre, indaga sulle cause che hanno portato le imprese a “snobbare” l’iniziativa del governo per la trasformazione digitale ed energetica dell’industria italiana. Il divario con Industria 4.0, che negli ultimi quattro anni ha generato crediti d’imposta per 20 mld, è evidente. Nocivelli (Confindustria) resta fiducioso, Rosa (Ucimu) è più scettico
A Milano il completamento della linea blu M4 ha abbattuto i tempi di trasporto dal centro all’aeroporto di Linate. A Bologna sono partiti i lavori di due delle quattro linee che formeranno la nuova tramvia. A Padova le linee del tram saliranno da una a tre. Una rivoluzione impattante ma destinata a migliorare la qualità dell’aria e del tpl. Con le grandi catene pronte ad insediarsi nelle zone attraversate dalle nuove infrastrutture
L’ex sindaco reggente di Padova, esperto di mobilità e trasporti, fa notare che lo slancio impresso dal Pnrr avrà un prezzo da pagare in termini di spesa corrente. “Alzare il costo del biglietto può essere una risposta, ma bisogna dirlo. Fondamentale aprire il dibattito. Le reti di trasporto vanno progettate prima dell’espansione urbanistica, non il contrario. E in futuro la pianificazione dovrà essere meno ideologica”
In passato i timori per l’impatto delle nuove infrastrutture sono stati cavalcati dalla politica, ma a Padova le contestazioni hanno lasciato il posto alla soddisfazione degli utenti. Ivo Rossi: “Bisogna aiutare le persone a orientarsi, con umiltà”. Tra i benefici maggiori, la riduzione del traffico privato: ogni giorno tram e metro toglieranno dalle strade 256 mila auto a Bologna, 82 mila a Milano e il 35% a Padova
Per la maggior parte degli agenti immobiliari, le nuove forme di mobilità incideranno sul mercato. A Milano, nelle zone attraversate dalla linea M4 della metro, i prezzi delle abitazioni sono già cresciuti del 40% in dieci anni e i negozi di quartiere stanno lasciando posto alle catene. A Padova il tram farà salire i prezzi del 15%. Scetticismo solo a Bologna: “Miglioramento limitato, non porterà variazioni significative”
Il settimanale delle testate ItalyPost, online da domenica 27 ottobre, analizza la trasformazione in atto nelle città che hanno utilizzato il Pnrr per rinnovare il trasporto pubblico. I costi per le casse pubbliche e i disagi per i cittadini non mancano, ma nemmeno i benefici sul lungo termine. I valori degli immobili hanno già iniziato a salire. E lungo i tracciati delle nuove infrastrutture, gli store stanno soppiantando i piccoli negozi
Secondo Bloomberg, la banca italiana avrebbe rafforzato le protezioni sulla quota del 21% attraverso strumenti derivati. La mossa lascia aperte tutte le soluzioni: mantenere la quota, aumentarla per acquisire Commerzbank o venderla. Kammer (Fmi): “I consolidamenti paneuropei vanno nella giusta direzione”
Il sottosegretario alle Finanze Toncar ribadisce all'Handelsblatt la volontà di massima indipendenza per Commerzbank. Pur escludendo una legge anti-Unicredit, il governo tedesco ribadisce anche che “un'acquisizione ostile non sia un'opzione sensata e non debba essere perseguita”. E sulla vendita delle quote: “Eravamo consapevoli, volevamo vedere la reazione del mercato”
Christian Schubert, corrispondente del Frankfurter Allgemeine Zeitung da Roma, fotografa il clima che si respira in Germania. Dove la Camera dell’Industria e del Commercio continua a premere sulla transizione green e dove il governo ha approvato un pacchetto di misure per rilanciare l’economia. La ricetta? Sgravi fiscali, investimenti in infrastrutture, semplificazione burocratica e rafforzamento del mercato finanziario
Il Pil negativo della Germania sta impattando diversi settori produttivi italiani, tra tavoli di crisi e boom degli ammortizzatori sociali. Oltre all’automotive, la contrazione colpisce anche tessile moda, gomma plastica, concia, ceramica e biomedicale. Buck (Camera di Commercio Italo-Germanica): “Tra i due Paesi partenariato storico, imprese fiduciose nella ripartenza”
Da Volkswagen a Mercedes-Benz e ThyssenKrupp, la crisi dell’industria tedesca si propaga sulle filiere italiane. I tagli dell’automotive risparmiano la Motor Valley, ma i fornitori delle grandi case automobilistiche devono ricorrere alla cig. Tra i gruppi in difficoltà presenti in Italia anche Sole Components e Basf
Tra i due Paesi un giro d’affari di 164,3 miliardi. Il calo del ’23 ha penalizzato soprattutto l’export italiano (-3,6%). La Germania è in pole position anche per numero di investimenti diretti in Italia, con oltre 1.700 imprese controllate e circa 96 mld di fatturato. Buck (Camera di Commercio Italo-Germanica): “Macchinari, elettrotecnica ed automotive in difficoltà. Nel futuro green tech, aerospazio e tecnologia militare”
Il settimanale Monitor online da domenica 20 ottobre dedica un approfondimento alle difficoltà delle grandi imprese tedesche, alle ripercussioni sulle aziende italiane e agli effetti della recessione tedesca sull'economia dell’Italia. Viaggio tra le cause e gli effetti di una contrazione che sta modificando il panorama industriale e i rapporti tra i due Paesi
La multinazionale svizzera ribadisce la volontà di chiudere i siti milanesi di San Giuliano (100 addetti) e Pieve Emanuele (50). Sindacati sul piede di guerra. L'azienda cita decisioni strategiche della casa madre. La procedura durerà 75 giorni e le lettere di licenziamento potrebbero arrivare sotto Natale
Per il presidente del Gruppo Clerici di Brescia (prodotti idrotermosanitari e arredobagno) “bisogna seguire la strada tracciata dall’elettrico. Nel nostro settore la partita riguarda chi fattura almeno 100 mln, il mercato ha bisogno di player più grandi. Anche noi abbiamo iniziato a trattare prodotti elettrici. L’edilizia privata soffre per la fine dei bonus e del rimbalzo post Covid, l’edilizia pubblica attende i benefici del Pnrr”
Il settore cresce a ritmi vertiginosi grazie alle acquisizioni. Il risultato è che idraulici ed elettricisti hanno a disposizione punti vendita sempre più moderni e assortiti. Ma le imprese italiane oltre i 100 mln sono una decina e la distanza dai mercati più evoluti come gli Usa è ancora notevole. Comoli Ferrari: “Bisogna puntare sulle aggregazioni per non diventare prede degli stranieri”
Il presidente e ad dell’azienda controllata dalla multinazionale francese, attiva nella distribuzione di prodotti e soluzioni per il mercato elettrico, prevede uno stop alle acquisizioni nel campo elettrico e un aumento delle concentrazioni sul versante idrotermosanitario. Che però cambierà pelle: “La pompa di calore apre le porte all’ibridazione. In Italia grande partecipazione, ma l’iniziativa è in mano agli stranieri”
L’azienda pordenonese, che produce box doccia e soluzioni per arredobagno, ha diversificato la catena della distribuzione con la napoletana Megawatt, specializzata in materiale elettrico. Per il ceo Giuseppe Presotto “i grandi player puntano sui volumi, le piccole insegne rispondono con maggiore consulenza e qualche margine in più. Ma nel giro di qualche anno i piccoli verranno acquisiti dai grandi e questi a loro volta verranno acquisiti dagli stranieri, magari francesi e tedeschi come avvenuto in altri settori"
Il settimanale delle testate ItalyPost, online da domenica 13 ottobre, analizza la crescita delle imprese attive nella distribuzione di prodotti elettrici e idrotermosanitari, tra acquisizioni e convergenze merceologiche. Il caso della pordenonese Arblu, che produce box doccia e arredobagno ma si è affidata a un operatore focalizzato sull’elettrico (la napoletana Megawatt). Le testimonianze di due big come Sonepar Italia e Clerici
Tra maggio e agosto il traffico merci dello scalo romagnolo mostra un parziale recupero rispetto alla flessione del primo quadrimestre, condizionata dalla crisi di Suez. Ma le previsioni per settembre sono in rialzo (-4,3% contro il -3,1% di agosto). E il confronto con Trieste premia il porto giuliano
In un’intervista al quotidiano Handelsblatt, l’ad di Commerzbank ha spiegato i motivi della contrarietà all’operazione. “Ci sarebbero troppe sovrapposizioni con Hvb e il nostro rating verrebbe deteriorato. L’indipendenza è al centro della nostra strategia”. Gentiloni: “L’Ue ha bisogno di banche più forti”
Il rapporto economico Italia-Francia 2023 evidenzia la supremazia del Paese transalpino, che conquista il titolo di primo investitore straniero. Roma investe invece in Francia 51 mld (in crescita). Per quanto riguarda il fatturato delle 2.074 imprese francesi in Italia (110 mld), è più che doppio rispetto a quello delle 1.810 aziende italiane in Francia. Italia prima per investimenti nel settore medico e farmaceutico, Francia seconda per fornitura di energia elettrica
Nel portafoglio del Polo del Gusto triestino c’è anche Dammann Frères, produttore francese di tè e infusi d’alta gamma rilevato da Gruppo Illy nel 2007. Per il presidente Riccardo Illy, nominato console francese a Trieste nel 2020 anche per gli investimenti sostenuti oltralpe, “essere presenti in Francia ha fatto aumentare il nostro standing. Il cambio di sede è stato un problema, ma la giustizia francese funziona bene e lo abbiamo risolto in due anni”
L’ingresso di Lvmh nel capitale di Moncler solleva il tema della crescente presenza transalpina nelle imprese italiane del lusso e non solo. La forte presenza nell'energia, nelle banche, nell'alimentare e molto altro. Ma c'è anche qualche caso all'opposto. Costa: “O si è predatori o prede”. Cunego: “Ai giovani che vogliono lavorare conviene imparare il francese”
Il lanificio trevigiano ha mantenuto la propria indipendenza per non rinunciare a una storia che prosegue da cinque generazioni. "L’Italia ha perso tanti marchi, ma la nascita di campioni nazionali è un’utopia a cui non dobbiamo rinunciare”. L’azienda padovana di denim è stata acquisita da Chanel: “Abbiamo accettato per far crescere l’azienda. Ma c’è anche chi rifiuta perché non vuole farsi comandare”
Il settimanale delle testate ItalyPost, che sarà online da domenica 6 ottobre, offre una panoramica sui rapporti economici e industriali tra i due Paesi, segnati dalla supremazia delle imprese transalpine. Le testimonianze di chi ha accettato le avance francesi (FashionArt), di chi ha mantenuto la propria indipendenza (Lanificio Bottoli) e di chi ha fatto shopping in Francia (il Polo del Gusto di Illy)
Il patto parasociale con Lvhm sembra confermare che l’operazione non è il primo passo verso un disimpegno di Ruffini, che non ha nessun obbligo di vendere. La società francese non ha diritti di acquisto o poteri di veto. Le due parti non possono superare il 20%. Il titolo Moncler chiude a -0,4%
Per l’ad di Unicredit l’integrazione dei servizi finanziari propizierebbe “un’ondata di investimenti e innovazioni aziendali”. Orcel incassa il sostegno di Fink (BlackRock) e Passera (Illimity), secondo cui la fusione Unicredit-Commerzbank “è da appoggiare in ogni modo”. Ma la ceo della banca tedesca frena: “La nostra strategia è costruita sull’indipendenza”
Per la presidente Bce “ogni tentativo di ampliare, approfondire, rafforzare le banche europee sarà vantaggioso”, anche se queste operazioni “non sono prive di rischi”. L’assist non favorisce il titolo Unicredit, che chiude a -1,54%. Salvini: “Da Unicredit nessun atto ostile, a me basta che l'Italia non perda sedi o filiali”
Il dg della Lega Pro punta il dito contro la politica: “Siamo l’ultimo vagone del treno europeo, escludere lo sport dal Pnrr è stato un grave errore. Le istituzioni temono la speculazione edilizia, ma uno stadio moderno serve a riqualificare il territorio e patrimonializzare le società di calcio. Bisogna puntare su un modello pubblico-privato basato sulle concessioni a lungo termine”
Il “derby” di Milano riaccende i riflettori sulle società calcistiche che puntano a costruire, acquistare o ottenere in concessione gli impianti per trasformarli in strutture polifunzionali con negozi, musei e servizi. Possedere uno stadio elimina il costo dell’affitto, aumenta i ricavi da gara e genera nuovi ricavi come i naming rights degli sponsor e gli introiti commerciali. I casi virtuosi di Atalanta, Sassuolo e Udinese
Il settimanale delle testate ItalyPost parte dal “derby” di Milano sul destino di San Siro per capire le ragioni che spingono i club italiani a costruire o acquisire gli impianti. La risposta è che queste soluzioni coniugano riduzione dei costi, aumento dei ricavi tradizionali e generazione di nuovi ricavi. Tra le voci il dg della Lega Pro Paolo Bedin, l’architetto Massimiliano Giberti e Roberto Zanga di Intesa Costruzioni
Bettina Orlopp ha annunciato che domani ci sarà il primo incontro con il nuovo azionista. “Non c’è nessuna squadra difensiva e non faremo cose stupide”. I titoli delle due banche volano in Borsa. Urso: “Operazione in linea con l’unione bancaria”. Salvini: “Sarei contrario al trasferimento della sede in Germania”
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