Architetto, esperto in pianificazione regionale e programmi spaziali europei, con esperienze pluriennali come ricercatore e docente universitario. È autore di libri e saggi.
Forse ai più è sfuggito che a Tessera ci sarà una nuova stazione della Alta Velocità, sotto l'aeroporto Marco Polo. Un progetto presentato alla chetichella del lockdown, e che punta a connettere lo scalo aeroportuale al resto della rete ferroviaria entro le Olimpiadi del 2026, senza però una chiara visione di come dovrebbe operare. Ma era davvero l'unica soluzione?
Perché un territorio sia popolato serve un equilibrio economico demografico stabile e attraente. Il punto di partenza dev’essere il territorio. Il turismo va pensato in prospettiva, per una popolazione italiana ed europea che sta invecchiando e che alla montagna, oltre a clima e paesaggio, chiede servizi. La ferrovia ha un senso solo dopo che una politica di questo tipo è stata implementata
La vittoria della copia Brugnaro – Zaia è figlia di una città che ha rinunciato a cercare strade alternative al turismo di massa. Una strategia rinunciataria che sviluppa il consenso per lo status quo e all’alternativa tra ingegneri e camerieri per i giovani prospetta solo la seconda
E' sicuramente positivo che –come riferiscono le cronache – si stia trovando una soluzione finanziaria per completare l'opera. Ma nel frattempo è cambiata l'economia dei distretti. E anche la logistica globale. Va quindi ripensata la funzione che dovrà essere da "ultimo miglio" integrato in un piano di mobilità regionale evoluto. Sperando che questo non sia chiedere troppo
C’è uno scenario sicuro destinato ad avverarsi all’orizzonte del 2025. E’ quello che riguarda il compimento dei due grandi corridoi ferroviari Helsinky Valletta via Brennero-Verona, e Baltico Adriatico via Tarvisio-Cervignano-Venezia. Abbiamo straordinarie opportunità da intercettare. Ma dobbiamo lavorarci ora
Se l’ industrializzazione diffusa ha trainato la crescita tocca ora alle città trainare il cambiamento. E l'asse Padova- Venezia sarebbe un binomio urbano capace di invertire la rotta. Ma bisogna che nuove classi dirigenti vogliano superare il modello policentrico e sfruttino la complemetarietà
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