In un periodo in cui il "green" perde terreno fra le priorità globali, e molte imprese chiedono l'abbandono delle ideologie e l'approdo a soluzioni realistiche, il Green Economy Festival di Parma dal 27 al 30 marzo punterà la lente proprio su cosa si può fare per salvare l'obiettivo ambientale senza mettere a rischio la competitività industriale. Seguendo il pragmatismo di manager come De Meo: "Elettrico bene in città, per medie e lunghe percorrenze soluzioni diverse"
La transizione energetica avanza a livello globale con investimenti che hanno raggiunto 2,1 mld di dollari nel 2024, il doppio rispetto ai combustibili fossili. Il settore trainante è la mobilità elettrica (747 mld), seguito dalle rinnovabili (728 mld) e dalle infrastrutture di rete (390 mld). La Cina domina con 818 mld investiti, ma paradossalmente resta il maggior consumatore di carbone. Per raggiungere la neutralità entro il 2050 servirebbero 5,6 mld annui fino al 2030. L'Italia si apre alle tecnologie della transizione, ma resta indietro nella crescita delle rinnovabili rispetto Paesi con Germanie e Spagna e la quota di auto elettriche è tra le più basse della Ue
Sono 308 (su 946) le misure del Pnrr ancora da avviare, mentre il 63,9% delle 166 in corso sono in ritardo. La spesa per la Tav Brescia-Padova è ferma al 68%, quella per i tram di Padova e Bologna e altre infrastrutture del tpl non supera il 16,7%. I comuni più virtuosi assorbono le risorse dei comuni che non riuscirebbero a spenderle, alcuni tappano il buco dei ritardi nei trasferimenti statali. Gottardo (Pnrr Lab Bocconi): “Il 40% delle risorse va al Sud, dove le istituzioni sono più deboli e fanno più fatica a spendere”
L’Italia è il Paese che gestisce la maggior parte dei fondi legati al programma NextGenerationEu (194,4 mld), ma nel triennio 2022-24 la spesa si è fermata al 30%. Se Roma non userà i restanti 135 mld entro il 30 giugno ‘26, dovrà restituire all’Ue la quota relativa ai progetti non completati. Gottardo (Pnrr Lab Bocconi): “Il ritmo accelererà, ma sarà difficile spendere tutto”. I progetti che non rispettano i tempi vengono definanziati. E il prossimo indiziato è Transizione 5.0
In ogni fase di crisi ritorna l’antico adagio “le nostre imprese sono troppo piccole”. E invece quello che sta accadendo è che da alcuni anni, soprattutto le champions, crescono a ritmi vertiginosi, diventano sempre più managerializzate ed hanno un approccio pragmatico alla sostenibilità. Il segreto? Tanta cassa per investire, attenzione maniacale al capitale umano e pronte a sfruttare la tecnologia
A svelare l’elenco delle 1.000 migliori imprese tra i 30 e i 500 mln sarà, come da sette anni a questa parte, l’evento promosso da L’Economia del Corriere “Italia genera futuro”, domani, lunedì 10 marzo, a Palazzo Mezzanotte. Il cluster raggiunge un fatturato aggregato di 106,4 miliardi, con un Ebitda medio fra il ’21 e il ’23 di ben il 18,6%. Sono imprese che complessivamente hanno cassa per oltre 10 mld
Tra dimissioni, commissariamenti e scadenze, sono ben 14 (su 16) le Autorità portuali in attesa di conoscere i loro nuovi presidenti. La partita è nelle mani di Rixi (Mit): “Siamo a buon punto, serve unità di intenti oltre gli interessi politici del momento”. Il viceministro sta lavorando anche alla costituzione di una nuova società che “servirà a coordinare gli investimenti. Ben vengano le risorse dall’estero come a Trieste”
Pur senza sbilanciarsi sui contenuti, il presidente uscente di Assoporti approva l’orientamento del governo sulla riforma della portualità italiana: “La competizione oggi è globale, bisogna superare la logica della competizione interna e uscire dai confini nazionali. I tempi li decide la politica, l’importante sono gli obiettivi. Gli accorpamenti delle Autorità faranno parte della strategia unica. Chi dice che il rapporto presidente-segretario deve essere fiduciario ha ragione”
Secondo il presidente di Confindustria Dispositivi Medici “la soglia fissata da questa follia legislativa non rappresenta il reale fabbisogno sanitario. Alcune aziende fanno accantonamenti, ma così rischiano di chiudere il bilancio in negativo e di non poter più partecipare alle gare. Giusto bloccare i pagamenti fino alla sentenza del Tar. I rischi per i pazienti? Dispositivi obsoleti e interruzioni di servizio. Confido in una soluzione politica”
Secondo la norma entrata in vigore nel 2022, le imprese devono restituire metà delle somme incassate nel 2015-18 per i dispositivi medici forniti alla sanità. Tutto è nato dal copia e incolla del payback farmaceutico ai tempi della spending review. Confindustria: “Rischio fallimento immediato per un’azienda su cinque. E il 61% farà meno bandi”. L’Emilia-Romagna aveva fissato la scadenza entro 30 giorni, poi l’ha rinviata a fine anno. Colla: “Meccanismo infernale che rischia di allontanare anche le multinazionali”
Sono 156 in Italia le strutture che custodiscono i dati digitali utilizzati su larga scala da imprese e cittadini. Di Maria (Vsix): “Traffico dati agevolato anche dalle piattaforme di Internet Exchange”. Beltramino (Ida): “Le aziende cercano zone industriali e brownfield con buona connettività. L’elettricità c’è ma viene distribuita male”. Ballestriero (Intred): “Grande impulso dall’AI legata ad automotive, manifattura e sanità, ma la spinta arriva anche da cloud, digitalizzazione, e-commerce, streaming e smart city”
La fotografia scattata dall’Osservatorio del Politecnico di Milano conferma che il mercato italiano dei data center è in forte crescita. Il capoluogo lombardo supera Madrid e Varsavia e insegue i Paesi “Flapd”. In Italia attese 83 nuove strutture da 15 mld. Antozzi (ricercatore Polimi): “I data center erano un oggetto misterioso, ora le istituzioni hanno capito il loro potenziale e sono più attente. Essenziale ridurre il costo dell’energia”
Fabio Lorenzo Sattin, presidente di Private Equity Partners e docente di Private Equity e Venture Capital alla Bocconi, descrive il search fund come “un’opportunità per creare nuovi imprenditori e partecipare al loro percorso di crescita. Ciò che conta è l’attitudine imprenditoriale e l’empatia con il venditore. Ora bisogna costruire un ecosistema strutturato, replicando i modelli esistenti. Molte operazioni saranno regionalizzate”
Partito dagli Usa negli anni ’80, questo modello alternativo al passaggio generazionale e alle startup è in crescita anche in Europa e in Italia. L’operazione prevede quattro fasi: raccolta fondi, ricerca e acquisizione di un’azienda in cerca di continuità, gestione operativa, cessione. Il primo corso post laurea sul tema partirà in primavera al Politecnico di Milano. Peroncini (Eureka! Venture Sgr): “È una scelta di vita, servono doti di leadership e coaching”
Il crollo delle nascite colpisce il settore dei prodotti per l'infanzia. Dal fallimento di Brevi Milano alla crisi di Peg Perego e alle difficoltà di Artsana (con marchi come Chicco e Toys), il problema è strutturale. Nel ‘24 ulteriori cali del fatturato per abbigliamento under 14 e giocattoli. Saracino (Marbel): “Dai genitori più attenzione alla qualità. Cutrino (Assogiocattoli): “Le aziende sopravvivono grazie ai prodotti per adulti e pet”. Casazza (Fila): “Più articoli per tutte le esigenze, dai bambini all’artista”
Alessandra Minello, demografa e ricercatrice dell’Università di Padova, descrive il fenomeno del calo delle nascite nel nostro paese (e non solo). Nel ‘23, in Italia sono nati solo 379.890 bambini e per il ‘24 si prevede un ulteriore declino. Le cause? “Un bacino sempre più ristretto di potenziali madri, ritardi nella genitorialità e cambiamenti socio-culturali profondi”. Le politiche di sostegno alla natalità risultano “poco efficaci”, e anche l’apporto degli stranieri sembra non essere più in grado di controbilanciare il fenomeno
La responsabile marketing della storica torrefazione trevigiana descrive un quadro preoccupante: “Tutti i costi sono aumentati, la situazione è molto difficile. Come durante il Covid bisogna ripensare le strategie, noi cerchiamo di crescere guardando oltreconfine. Il calo della marginalità è stato drastico anche perché le imprese hanno accettato di assorbire i rincari, ma non sempre il consumatore lo sa: produttori e baristi devono informare meglio”
Per Bruna Zolin, docente di International Trade of Commodities a Venezia, “l’oro è cresciuto per effetto di tassi bassi e tensioni geopolitiche. Importante monitorare l’aumento dell’offerta energetica nei Paesi Opec+ e la contrazione industriale nell’Ue. Pechino ha sfruttato le rinunce degli Usa e dell’Ue per avanzare su terre rare e automotive. L’estrazione di petrolio negli Usa ridurrà i prezzi, ma questo effetto verrà compensato dai dazi”
Valentino Santoni (Percorsi di Secondo Welfare) ammette che la settimana corta rischia di amplificare la frammentazione del tessuto produttivo italiano: “Le grandi organizzazioni hanno le risorse per adottarla, le Pmi fanno più fatica e in alcuni settori produttivi non può essere applicata. Giusto sperimentare, ma poi bisogna comunicare i risultati in maniera adeguata”. Comotti (Cgil Lombardia): “Le aziende hanno saputo rispondere all’emergenza ma non alle nuove richieste dei giovani”
Per l’ex segretario della Fim Cisl, co-fondatore della rete Base Italia, la settimana corta è “una scelta che comporta investimenti significativi in tecnologie, organizzazione e competenze”, ma anche “una soluzione ineludibile, che renderà il lavoro industriale più attraente e meglio retribuito. Non si può dire che farà aumentare la produttività, ma di sicuro i Paesi con orari lunghi e salari bassi producono di meno”
Secondo il responsabile HR di Carel, multinazionale padovana specializzata in impianti di controllo per climatizzazione e refrigerazione, le prime sperimentazioni avviate in Italia rappresentano “un fenomeno non completamente reale, basato su ferie e permessi già in possesso dei dipendenti ed enfatizzato per attirare più talenti, ma diverso da come viene presentato. Ridurre l’orario senza poter assumere nuovo personale è come darsi la zappa sui piedi. La vera soluzione è aumentare la flessibilità lavorativa”
Alberto Lancellotti e Mirco De Vincenzi, analisti del centro di studio per il mercato lattiero-caseario Clal: “L’export globale cresce dal 1994. Un recente aumento delle spedizioni oltreoceano è realtà, ma per il 2025 prevediamo cali limitati anche in caso di dazi, dato che si tratta di prodotti premium”. E in ogni caso “si troverà la strada per diversificare e recuperare mercato, come nel 2020”
L'Italia domina l'export caseario negli Stati Uniti con 19.800 tonnellate nel primo semestre 2024 (+30% sul 2023). Il Financial Times: “I produttori di formaggio italiani accumulano scorte negli Stati Uniti per paura dei dazi di Trump”. Fra il ‘19 e il ‘20, quando i sovrapprezzi c’erano già, il settore aveva lasciato a terra 65 mln
L’impiego dell’idrogeno nei processi industriali delle aziende energivore riceve una stroncatura senza mezzi termini dal presidente di Federacciai. Che dice: “Oltre ai costi inaccessibili, c’è anche il rischio di sprechi energetici. Il biometano costa meno e dà gli stessi risultati. L’ideologia green ha cercato di forzare il mercato verso tecnologie inesistenti”. E sui progetti in corso: “Senza il Pnrr, nessuno avrebbe interesse a promuovere l’idrogeno. Meglio pensare all’import da Nord Africa, Medio Oriente e Brasile”
Per le imprese la sfida da affrontare è doppia: gestire la crisi e le complessità del momento senza perdere di vista i megatrend del futuro. Emergenza climatica, invecchiamento della popolazione e impatto delle tecnologie sono gli ambiti per i quali serviranno nuovi prodotti e servizi. E gli investimenti vanno fatti ora per evitare di diventare marginali in futuro
Secondo il direttore del centro studi di Unioncamere Emilia Romagna, i lavori del futuro punteranno su benessere, sostenibilità e digitale. “La logica dei distretti è superata, oggi bisogna sviluppare relazioni e creare ecosistemi favorevoli alla realizzazione personale. Le passioni diventeranno professioni, gli ambienti phygital aumenteranno, digitale e AI miglioreranno la vita. L’obiettivo? Unire crescita economica e sviluppo sociale”
Non è solo la moda che a causa della crisi cinese denuncia una situazione forse peggiore di quella del 2008. L'automotive mette ko la Germania e anche la filiera di fornitura italiana registra cali del 30%. Ma è in crisi nera anche la chimica. Trainano solo Ict e industria degli armamenti. Gli industriali, da Guido Barilla a Bonometti, mettono sotto accusa il Green Deal, ma pesa soprattutto la mancanza di una nuova prospettiva industriale e l'incapacità di giocare un ruolo nel nuovo scenario geopolitico
Il presidente delle Officine Meccaniche Rezzatesi, ex numero uno di Confindustria Lombardia, parla apertamente di crisi storica: “La situazione sembra senza via d’’uscita, andiamo verso la catastrofe. L’elettrico non è l’unica soluzione, ci sono anche i biocarburanti. Il Piano Mattei apre nuove opportunità in Africa. La vittoria delle destre in Germania sarebbe un’ancora di salvezza. E se i giochi si riaprono, l’Italia può tornare ai vertici del motore endotermico”
Dai centri commerciali di lusso ai negozi tradizionali, le serrande abbassate sono sempre più numerose. Gli agenti immobiliari della Fiaip: “Il modello casa e bottega è sparito, bisogna ridurre i canoni di locazione”. In Emilia Romagna calano le attività al dettaglio (-5% in tre anni) ed esplode l’e-commerce (66 milioni di pacchi nel 2023). Confesercenti: “Le emozioni si sono spostate sui cellulari, i clienti ci chiedono foto e video. Ma gestire una vetrina sia fisica che virtuale è molto faticoso”
Dal Veneto alla Toscana, il ricorso agli ammortizzatori sociali è sempre più diffuso e si segnalano le prime chiusure. Pettenò (Cgil Venezia): “In Riviera del Brenta calzatura colpita perché ha perso la sua indipendenza e non investe più in R&D”. Sasso (Cgil Biella): “Pesa il crollo della domanda cinese. Resiste chi punta su qualità e diversificazione”. Grasso (Cisl Prato): “Il risvolto positivo è che cominciamo a notare qualche aggregazione”
Uno tsunami dalle conseguenze potenzialmente drammatiche. A lanciare l’allarme sulla crisi della moda è Daniele Gualdani, titolare dell’aretina Lem Industries. Che dice: “In passato le crisi duravano non più di nove mesi e il calo del fatturato non superava mai il 20%, oggi per molti raggiunge l’80% da due anni. Il settore ha sbagliato due volte, sottovalutando prima l’impatto del Covid e poi la nuova frenata del ’22. La ripresa non è sicura, servono misure straordinarie per non far scappare i brand”
Andrea Pendin, titolare della tenuta “L’Armonia” di Montecchio Maggiore (Vi), punta il dito contro le tecniche tradizionali che propiziano il surriscaldamento del terreno. “La strada da seguire è l’agricoltura rigenerativa. I giovani sono abituati a gusti acidi che penalizzano i vini rossi e le alte gradazioni”
Il futuro della filiera vitivinicola è segnato da diverse sfide. Secondo il dg di Cielo e Terra, che con i suoi vini si posiziona anche su fasce di prezzo molto basse, “il valore del vino non riesce più a remunerare adeguatamente i viticoltori, che rappresentano l’anello più in difficoltà della filiera. E anche il vino dealcolato contribuirà a far crescere i prezzi”. E sul tema del cambiamento climatico parla Lunelli: “Per combatterlo bisogna salire in alta quota”
Mentre la chimica soffre, l’industria farmaceutica italiana vede crescere il fatturato a 52,4 mld (+52,3% dal ‘21) e l’export a 49 mld (+150% in dieci anni). Dietro a questa divergenza ci sono dinamiche globali che stanno ridefinendo il panorama di due settori storicamente vicini ma ora su percorsi differenti. Fumagalli (Steriline): “In Italia tanti investimenti, l’Europa fa più fatica”. Nicolini (Castagna Univel): “Gli integratori spingono la parafarmaceutica”
Per il presidente dell’azienda chimica bergamasca "siamo tra l’incudine del made in Italy e il martello delle multinazionali che lasciano l’Ue". Il Green Deal? "Obiettivo giusto da preservare perché ci permetterà di avere le tecnologie per limitare i danni del riscaldamento climatico, ma sbagliato fossilizzarsi sull'auto elettrica"
Nel 2023 sono circa 300 le aziende chimiche tedesche che hanno chiuso i battenti. Il settore registra le perdite record dei colossi Basf, Bayer e Covestro. L’indice Ifo sul clima aziendale ha toccato il livello più basso dalla crisi del 2008. L’interscambio Germania-Italia è diminuito sia come valore (-11,4%) che come volumi. Fumagalli (Steriline): “Chimica penalizzata dalla crisi dell’automotive”. Moltrasio (Icro Coatings): “La dipendenza dalla Germania è insostituibile e fa soffrire anche noi”
Il vicepresidente di Confindustria punta sul dialogo con Roma e Bruxelles per migliorare il provvedimento. “Il tetto di 6,3 mld è già stanziato dal Pnrr, quindi non ci saranno sorprese negative come con il Superbonus. Abbiamo chiesto di prorogare la scadenza di 3-4 mesi, ma puntiamo a ottenere una misura strutturale. Curva di apprendimento inevitabile, ma il sacrificio verrà ripagato”
Il presidente dei costruttori di macchine utensili è scettico: “L’aumento delle aliquote è l’unica soluzione per spingere le imprese a investire, ma forse sarebbe proprio meglio studiare qualcosa di diverso. Industria 4.0 è un’esperienza che non deve andare persa e continuerà a trainare i consumi”. Bargellini (Top Automazioni): “Il 4.0 funzionava benissimo, se non aderiamo al 5.0 è perché non vediamo nessun vantaggio”
L’ex sindaco reggente di Padova, esperto di mobilità e trasporti, fa notare che lo slancio impresso dal Pnrr avrà un prezzo da pagare in termini di spesa corrente. “Alzare il costo del biglietto può essere una risposta, ma bisogna dirlo. Fondamentale aprire il dibattito. Le reti di trasporto vanno progettate prima dell’espansione urbanistica, non il contrario. E in futuro la pianificazione dovrà essere meno ideologica”
Per la maggior parte degli agenti immobiliari, le nuove forme di mobilità incideranno sul mercato. A Milano, nelle zone attraversate dalla linea M4 della metro, i prezzi delle abitazioni sono già cresciuti del 40% in dieci anni e i negozi di quartiere stanno lasciando posto alle catene. A Padova il tram farà salire i prezzi del 15%. Scetticismo solo a Bologna: “Miglioramento limitato, non porterà variazioni significative”
Christian Schubert, corrispondente del Frankfurter Allgemeine Zeitung da Roma, fotografa il clima che si respira in Germania. Dove la Camera dell’Industria e del Commercio continua a premere sulla transizione green e dove il governo ha approvato un pacchetto di misure per rilanciare l’economia. La ricetta? Sgravi fiscali, investimenti in infrastrutture, semplificazione burocratica e rafforzamento del mercato finanziario
Il Pil negativo della Germania sta impattando diversi settori produttivi italiani, tra tavoli di crisi e boom degli ammortizzatori sociali. Oltre all’automotive, la contrazione colpisce anche tessile moda, gomma plastica, concia, ceramica e biomedicale. Buck (Camera di Commercio Italo-Germanica): “Tra i due Paesi partenariato storico, imprese fiduciose nella ripartenza”
Per il presidente del Gruppo Clerici di Brescia (prodotti idrotermosanitari e arredobagno) “bisogna seguire la strada tracciata dall’elettrico. Nel nostro settore la partita riguarda chi fattura almeno 100 mln, il mercato ha bisogno di player più grandi. Anche noi abbiamo iniziato a trattare prodotti elettrici. L’edilizia privata soffre per la fine dei bonus e del rimbalzo post Covid, l’edilizia pubblica attende i benefici del Pnrr”
Il presidente e ad dell’azienda controllata dalla multinazionale francese, attiva nella distribuzione di prodotti e soluzioni per il mercato elettrico, prevede uno stop alle acquisizioni nel campo elettrico e un aumento delle concentrazioni sul versante idrotermosanitario. Che però cambierà pelle: “La pompa di calore apre le porte all’ibridazione. In Italia grande partecipazione, ma l’iniziativa è in mano agli stranieri”
Nel portafoglio del Polo del Gusto triestino c’è anche Dammann Frères, produttore francese di tè e infusi d’alta gamma rilevato da Gruppo Illy nel 2007. Per il presidente Riccardo Illy, nominato console francese a Trieste nel 2020 anche per gli investimenti sostenuti oltralpe, “essere presenti in Francia ha fatto aumentare il nostro standing. Il cambio di sede è stato un problema, ma la giustizia francese funziona bene e lo abbiamo risolto in due anni”
Il lanificio trevigiano ha mantenuto la propria indipendenza per non rinunciare a una storia che prosegue da cinque generazioni. "L’Italia ha perso tanti marchi, ma la nascita di campioni nazionali è un’utopia a cui non dobbiamo rinunciare”. L’azienda padovana di denim è stata acquisita da Chanel: “Abbiamo accettato per far crescere l’azienda. Ma c’è anche chi rifiuta perché non vuole farsi comandare”
Il dg della Lega Pro punta il dito contro la politica: “Siamo l’ultimo vagone del treno europeo, escludere lo sport dal Pnrr è stato un grave errore. Le istituzioni temono la speculazione edilizia, ma uno stadio moderno serve a riqualificare il territorio e patrimonializzare le società di calcio. Bisogna puntare su un modello pubblico-privato basato sulle concessioni a lungo termine”
L'analisi del Centro Studi ItalyPost ha mappato 300 aziende italiane d'eccellenza, selezionate per crescita di fatturato, Ebitda e utili negli ultimi sei anni. Tra queste figurano colossi come Barilla, Brembo e Piaggio, e Marcegaglia. Il 2024 si profila però complesso: dal rallentamento di Cina e Germania alle tensioni geopolitiche, le imprese affrontano nuove sfide. La vera prova sarà navigare la frenata della globalizzazione e la crisi demografica nazionale
L’azienda chimica brianzola, controllata dal colosso P&R, ha visto scendere il fatturato 2023 da 179,7 mln a circa 130 per il calo dei prezzi, che in precedenza avevano spinto la crescita. Per il managing director “le previsioni sul ’24 sono stabili". Fondamentale nel loro settore l'attenzione alla sostenibilità "senza la quale non si lavora con le multinazionali". La competitività? "Assistenza al cliente, personalizzazione dei prodotti e investimenti rapidi le nostre armi vincenti"
L’azienda tessile vicentina, che gestisce quattro brand tra cui Blauer e Ten C, ha chiuso il 2023 con un fatturato intorno ai 90 mln (+23%) e sta realizzando un nuovo stabilimento. Il presidente: “Vogliamo crescere all’estero e investire, ma senza indebitarci. Contrastare i colossi è come andare in guerra con la fionda, meglio specializzarsi e migliorare il servizio”
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