“Una azienda e il suo territorio sono come una mucca. Se ne hai cura, attenzione al suo benessere complessivo e al contesto dove vive, allora otterrai qualità e risultati anche nel lungo termine. Se invece cerchi di ottenere risultati velocemente, uccidi il tuo stesso patrimonio”. Parola di Giampietro Povolo, il manager che ha portato la casa vinicola vicentina ad abbracciare il percorso di sostenibilità a 360 gradi
“E’ un anno indubbiamente difficile, soprattutto per la Docg. Ma, proprio per questo, dobbiamo considerarlo un anno zero. Facendo tutti un passo indietro per essere in grado di ripartire più forti nel 2021” A dirlo è Giorgio Polegato, presidente di Astoria, una delle case vinicole più importanti del mondo del prosecco. Che aggiunge: "1/3 delle aziende a rischio? Direi proprio di no"
C’è stato un momento nel quale qualcuno ha pensato che per fermare il Covid bisognasse chiudere le fabbriche. E’ stato il frutto avvelenato della cultura anti industriale di una parte del paese. In un momento così difficile, bisogna trovare il coraggio e la forza per aprire, anche solo per una mezza giornata, le porte delle nostre imprese. Perché non possiamo più permetterci che qualcuno possa pensare che l'Italia, senza fabbriche e senza lavoro, possa farcela lo stesso
Sul Corriere del Veneto il presidente della Camera di Commercio di Verona dice: «mi chiedo se, ora che le tradizionali modalità di business sono state “spazzate via” dagli effetti del Covid-19, la crescita per aggregazioni sia ancora la più efficace». E spiega che la necessità di avere ampie superfici potrebbe venire meno e le manifestazioni svolgersi sul digitale
Parla l’amministratore delegato dell’impresa champion nelle calzature tecniche da montagna. “Il consumatore sarà esigente e non chiederà solo se non inquini ma anche che cosa fai per i tuoi collaboratori e cosa restituisci alla tua comunità. C’è un crescente interesse verso la montagna che favorisce chi, come noi, opera su questo segmento di mercato. Abbiamo spazi di crescita importanti. Acquisizioni? Non sono all’odg e comunque solo se coerenti. La ripresa sarà complicata ma abbastanza veloce. E l’Italia ce la può fare. Ma ha bisogno di marketing per raccontare i suoi punti di forza”
Il 3 novembre scorso Il Mattino di Padova pubblicava questa intervista a Massimo Malvestio, già autore di "Malagestio, perchè i veneti torneranno poveri" nella quale indicava i problemi di fondo che Cattolica Assicurazioni doveva risolvere per uscire da quella che sarebbe diventata una inevitabile crisi. La denuncia del sistema "cooperativo" che privilegia i sistemi di potere alla redditività
Per il presidente di Mevis e del Cuoa Business School Federico Visentin, “se vogliamo far tornare grande il Veneto dobbiamo renderlo attrattivo. E una delle leve fondamentali è cercare di portare grandi multinazionali dei settori più innovativi, possibilmente legate alle reti di subfornitura che in questa regione sono particolarmente forti”. Ma ci deve aiutare la politica perché noi industriali non siamo bravi a lavorare per obiettivi comuni
L’emergenza coronavirus ha imposto l’annullamento del Salone del Mobile di Milano, la più grande fiera di settore del mondo. Lo stop ci permette di ragionare sullo stato dell’industria del design made in Italy e sulle sue prospettive. Con qualche preoccupazione e un cauto ottimismo. Pubblichiamo l'analisi uscita su Abitare il 25 maggio scorso
Dopo una fase nella quale era stato messo in ombra da Salvini, Zaia non solo è rinato, ma si è imposto come unico leader ampiamente riconosciuto dalla sua regione. Ora può e deve fare di più. Far rinascere il Veneto dopo gli anni del declino. Un programma in tre punti da gestire con la stessa logica di come ha guidato l’uscita dalla crisi. Praticando l’autonomia e non predicandola. E stringendo le giuste alleanze
Per 15 anni direttore del centro di biotecnologie Icgeb di Trieste e ora professore al King’s College London, Mauro Giacca fa un quadro di quello che si avverte dall’estero in materia di riaperture e Fase 2 all’italiana. Falsi obiettivi e coercizioni hanno fatto perdere di vista il messaggio principale: fare attenzione al distanziamento sociale. Alimentando paure con i divieti e non responsabilizzando davvero le persone
Il direttore della Caritas di Padova: “Abbiamo intercettato tante persone che mai si erano rivolte ai servizi della Caritas perché si sono trovate per la prima volta in difficoltà.” “In questo momento per noi la maggiore richiesta è di aiuti alimentari, perché all’inizio dell’emergenza era l’unico aiuto che era possibile attivare”. “Ora passiamo alle accoglienze straordinarie”
Sono stati tra i primi a chiudere e saranno gli ultimi a riaprire. Sono stati abbandonati da tutti e sono ora le categorie più a rischio perché più piccoli e quindi più fragili. Cronaca di una battaglia nella quale ogni giorno diventa decisivo per decidere quanti di loro rimarranno in vita e quanti no
Per Romano Cappellari, professore di marketing presso l’Università degli Studi di Padova e CUOA Business School ed esperto di retail management, la decisione del governo di riaprire le fabbriche e di tener chiusi i negozi significa non aver capito che il valore viene creato dall’intera filiera. Inutile parlare di settori in un mondo dove i settori non esistono più. Meglio utilizzare dei criteri che garantiscano la sicurezza, uguali per tutti, piuttosto che riaprire un’attività basandosi sui codici Ateco
Per il docente di Ca’ Foscari, teorico della contaminazione tra manifattura e digitale, pensare alla sola riapertura delle fabbriche senza aprire scuole e università significa non aver capito che anche la formazione è una priorità. Così come pensare che tutto possa essere sostituito dalla didattica a distanza. L’esperienza formativa è di più: incontro, condivisione e confronto
“È sbagliato opporre in modo schematico la prevenzione sanitaria all’economia. Creare diversi milioni di nuovi disoccupati avrà sicuramente un impatto anche sanitario” spiega in questa intervista a Repubblica William Dab, ex direttore generale del ministero della Sanità. “Il confinamento è stato necessario per affrontare la crisi perché non avevamo nessun’altra arma. Oggi però bisogna valutarne anche l’impatto sanitario indiretto”. E sottolinea: “Ogni mese di confinamento costa alla Francia 150 miliardi di euro”
Le imprese tedesche hanno tutelato la salute dei lavoratori attraverso una serie di misure di tutela e controllo della salute dei lavoratori valorizzando le buone pratiche. Il nostro tessuto di piccole aziende è un vantaggio perché permette di isolare prima e meglio eventuali contagi. Un decreto non riuscirà a normare la varietà di pratiche necessarie. Puntiamo da subito su una piattaforma (anche tecnologica) che diffonda regole comuni e buone pratiche
Il presidente di Carisma e fondatore di Bain & Company Italia, che ha guidato come ceo fino al 2017, ha diffuso una sua nota, ripresa da molte testate, con alcune idee molto precise su come gestire la crisi in corso. Pubblichiamo la parte finale che contiene la sua road map per ripartire
I Champions che abbiamo cominciato a incontrare tre anni fa sono stati capaci, dopo la grande crisi, di salti dimensionali importanti: maggiore capitalizzazione, crescita robusta dei ricavi, margini attorno al 20%. Come allora saranno in prima linea nella ripartenza. Ecco chi sono e quanto valgono.
In questo articolo pubblicato sulla rivista di CUOA Business School, il direttore del Master in Crisis & Change Management parla dell’importanza della comunicazione della crisi aziendale, elencando una serie di regole da seguire. La cosa più importante? L’autenticità
Nonostante il rischio recessione, la crisi in corso può essere occasione di grande cambiamento nell’organizzazione del lavoro, nelle strategie di delocalizzazione e di outsourcing, nell’approccio commerciale. Riprendiamo l'editoriale pubblicato sul sito di Economia&Management il 5 marzo
Stare lontani dall’ufficio ci fa capire davvero quanto siamo importanti, cosa vuol dire lavorare da casa e quanto conta il lavoro nella nostra vita. Riportiamo l'articolo pubblicato sul Sole 24 Ore il 28 febbraio
A fine 2018 il Consorzio del Prosecco Docg ha aderito a Symbola, Fondazione per le Qualità Italiane, mettendo al bando il glifosato. «Ha dovuto rispettare le regole d’ingaggio. E per affrontare le criticità legate alla sovrapproduzione e al basso prezzo, si è deciso di modificare l’impatto e la percezione di queste produzioni sull’ambiente. Abbandonare per primi al mondo il glifosato è un segnale di grande impatto simbolico» spiega in questa intervista al Mattino di Padova il presidente di Fondazione Symbola, tra i protagonisti del Festival della Green Economy, a Trento dal 28 febbraio al 1 marzo
Imprese sempre più responsabili, impegnate in prima linea nella lotta al cambiamento climatico, nell’uso di fonti rinnovabili e per la riduzione delle emissioni di CO2 seguendo le linee guida della Ue. Un percorso virtuoso d’avvicinamento a quella che un domani sarà la manifattura sostenibile e l’economia verde che trova nella Green Week un appuntamento chiave. Riportiamo l’articolo del Sole 24 Ore dell’8 febbraio
Il prossimo appuntamento, in programma l’11 febbraio dalle 18.30, sarà dedicato alla presentazione del volume “Oggi è già domani. Vittorio Merloni vita di un imprenditore” di Maria Paola Merloni (Marsilio, 2019). Interverrà l’autrice, imprenditrice e politica italiana, e con lei Maurizio Castro, senatore e direttore scientifico del Master CUOA in Crisis & Change Management. A condurre l’evento sarà Raffaella Polato, inviato speciale L’Economia del Corriere della Sera. Riportiamo una recensione del libro pubblicata su L’Economia
Il Veneto e l’Italia, con Padova Capitale Europea del Volontariato, hanno l’occasione per mettere a fuoco le C-Corp, ovvero quelle imprese che sottotraccia ibridano i consolidati strumenti della buona gestione aziendale con gli emergenti approcci per coordinare iniziativa economica, sviluppo dei territori e delle comunità locali. Ne esce un modello d’impresa tutto da valorizzare e raccontare
“La nuova presidenza deve ricostituire innanzitutto la rappresentanza unitaria e storica delle imprese al suo interno” dichiara Alberto Baban, presidente VeNetWork, in questo editoriale pubblicato sul Corriere del Veneto il 16 gennaio. “Noi veneti dobbiamo essere in prima fila in questo necessario rinnovamento delle ragioni della rappresentanza. Altrimenti, rischiamo un Paese a troppe diverse velocità, incapace di fare sistema: la Lombardia che va per conto suo e noi che rischiamo di fare la ruota di scorta di un abusato modello milanese”
Addio alla "Via della Seta", via mare, dalla Cina alla laguna. L'allarme è del direttore del terminal Vecon, Roberto Goglio, presidente degli operatori di Confindustria: "Dal prossimo aprile, per i limitati pescaggi imposti dalla Capitaneria, non solo le navi container da 8500 Teus, ma anche le più piccole da 6500, non toccheranno più Venezia. Se non si faranno gli scavi, resteremo tagliati fuori". Riportiamo l'articolo de La Nuova Venezia del 16 gennaio
Michele Nicoletti, docente di Filosofia all’università di Trento ed ex parlamentare Pd, all’interno dell’ateneo trentino rappresenta una “voce critica”: “Non mancano i laureati in medicina, mancano gli specializzati. Un problema che non si risolve con un nuovo corso di laurea”. Poi sottolinea il problema costi: “Le facoltà di Medicina sono organizzazioni costosissime che coinvolgono non solo la parte dell’insegnamento ma anche la gestione di strutture”. Riportiamo l’articolo del Corriere del Trentino del 10 gennaio
Già ora possiamo rallegrarci che non si sia trattato di un puro e semplice trasferimento del controllo ma di un merger che si presenta ai nastri di partenza come paritario. Resta però l’amarezza che l’Italia non riesca a trasformarne almeno una in una piattaforma aggregatrice in grado di federare alcuni dei nostri celebri brand sul modello sperimentato con successo da Kering e Lvmh nel lusso o da Lactalis e Danone nell’agroalimentare
Anche se già tre anni fa se ne parlò, il deal Essilor-Luxottica ha preso tutti di sorpresa. Di fatto è un’operazione brillante per Leonardo Del Vecchio, che così ha contemporaneamente gestito la successione e aumentato il valore per gli azionisti.
Il deal è eccellente dal punto di vista d...
La Green Economy ha prodotto nel 2016 249.000 nuovi posti di lavoro. Un risultato frutto del lavoro di 385.000 imprese che dal 2010 hanno investito in tecnologie green. il 35,1% delle imprese green ha aumentato il fatturato nel 2015 a fronte del 21,8% delle altre; il 33,1% ha introdotto innovazioni, contro il 18,7% delle altre.
Questi i numeri che emergono dal Rapporto Green Italy di Fondazione Symbola
Le energie pulite si apprestano a conquistare quote di mercato molto più rapidamente rispetto alle dinamiche storiche di carbone, petrolio e gas. Nel 2025 i prezzi del fotovoltaico dovrebbero ridursi del 59% e quelli del vento del 26%), mentre i combustibili fossili verranno appesantiti da crescenti tassazioni del carbonio. La domanda mondiale di energia, vedrà un picco basso dei consumi prima del carbone, poi del petrolio e infine del gas, grazie a politiche sempre più incisive sull'efficienza e sulle rinnovabili. L'articolo, di Gianni Silvestrini, è tratto da Il Sole 24 Ore dell'1 novembre 2016
Non c'è alcun progetto alla base delle ventilate fusioni che, inevitabilmente, arriveranno nel 2017. Il caso limite del Friuli Venezia Giulia e le partite a scacchi in Veneto. Alla fine le fusioni si faranno. Ma solo per disperazione
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