Imprese e lavoratori non hanno saputo costruire una piattaforma capace di indicare soluzioni alternative al “chiudiamo le fabbriche”, “reddito di quarantena” e alla criminalizzazione dell’impresa. Il rischio è che le imprese finiscano in mano a Cdp o agli stranieri. Bisogna reagire partendo dalla denuncia che non le fabbriche, ma ospedali e case di riposo gestiti dalla politica, sono i veri luogo del contagio. E che le fabbriche sono l’unico strumento per produrre ricchezza e non debito, futuro e non presente, libertà e non nuovi statalismi
Gli scenari che si disegnano per il post-Covid hanno elevate probabilità di rivelarsi errati, ma è necessario provare a prevederli. Le relazioni industriali saranno soggette a otto radicali mutamenti destinati a cambiare profondamente i tradizionali assetti all’interno del mondo del lavoro. In questo articolo pubblicato da Il Diario del Lavoro nei giorni scorsi proviamo a raccontarli
Approfittare di questa crisi per dare il pallino in mano alla politica può rivelarsi un errore fatale. Dalla notte dei tempi i governanti non creano ricchezza, al massimo ne gestiscono i criteri di redistribuzione. Se poi questa ricchezza non esiste, ma è a debito, per l'ennesima volta si scarica il costo alle future generazioni che non hanno colpe
Tenere le fabbriche aperte non è solo utile ma perfino necessario. Dalla Diab alla Silcan, da Virosac a Carlevari, e poi Sertech, Geoplast e Mantovannibenne ecco le testimonianze che abbiamo raccolto su come hanno reso i loro stabilimenti più sicuri di ogni altro luogo
Di fronte alle conseguenze dell’emergenza Covid, per la piccola impresa serve un piano straordinario per favorire aggregazioni, fusioni, reti d’impresa. Siamo in guerra e tra perdere tutto e favorire una continuità di lavoro e ruolo nel mercato non c’è dubbio su quale sia la strada da prendere. Servono finanza, conoscenza delle imprese e professionisti. Un piano che può vedere impegnati assieme associazioni di categoria, finanziarie regionali, banche e confidi
Cosa ha portato il ministro Patuanelli a scatenare l’ira di un intero territorio con la nomina di un commissario straordinario vicino agli uomini della Serracchiani? I retroscena della scelta a sorpresa di Anna Di Pasquale al posto di Maurizio Castro e il possibile dietrofront dopo le proteste dei sindacati e delle istituzioni locali
È chiaro che hanno ragione i tedeschi e gli olandesi. Perché dovrebbero dare soldi a noi italiani spreconi e alimentare così i nazionalismi nei loro paesi? Inutile piangerci addosso, se vogliamo salvarci dobbiamo fare sacrifici pesanti, come e più che ai tempi di Monti. E allora forse riconquisteremo la necessaria credibilità e fiducia per chiedere aiuti
Quanti avranno la forza di riaprire? Cosa accadrà dopo la pandemia? Nessuno sa quando finirà l’emergenza, ma è già possibile formulare qualche ipotesi circa il futuro di uno dei settori trainanti del made in Italy. Da ReporterGourmet riprendiamo integralmente l’analisi dedicata sia alla ristorazione che alla produzione agroalimentare
La grandezza di Covre è sempre stata quella di preferire il buon senso all’ideologia. La sua coerenza sui contenuti piuttosto che la fedeltà ai capi gli è valsa la definizione di leghista eretico, e, dalla Lega, che oggi lo rimpiange, fu infatti espulso. Perché, in questo Paese usare il buon senso è eresia. Ed essere eretico in un partito non è ammesso. Soprattutto nella sua amata Lega
Dietro il tentativo di far chiudere le imprese da parte dei populisti di destra e di sinistra non c’è affatto l’emergenza da Covid19. Perché il virus si diffonde nelle strutture sanitarie e non nelle imprese, tanto che, a fabbriche aperte, in Lombardia il numero delle vittime è inferiore ai picchi raggiunti sabato scorso. Le ragioni sono ideologiche e politiche. Alimentate da un virus populista statalista. Pericoloso anche per la democrazia
Torna il ruolo delle associazioni. La crisi impone nuovi standard: non solo concertazione ma anche condivisione, rappresentare le diversità ma anche capacità di fare sintesi comune, non più divisioni per categorie ma per filiere. E se la politica deve fare un passo indietro lasciando spazio alle istituzioni, l’associazionismo deve farne uno avanti per rappresentare al meglio anche gli interessi comuni
Le catene della Gdo stanno facendo affari d’oro e quelle che già andavano bene, come Aspiag, Unicomm, Poli, Visotto e Tosano, potrebbero crescere del 10-15% in fatturato e del 20-30% in marginalità. Altre, come Coop, potrebbero salvarsi dal fallimento. Idem per le più performanti dell'alimentare come Rigoni, Surmont o Roncadin. Copan, Diasorin e produttori di mascherine al top. I numeri e i casi. Nielsen: "Gdo + 16,4%"
Fabbriche aperte o chiuse? Prima la salute delle persone o dell’economia? Non è facile trovare un punto di equilibrio tra esigenze diverse nel pieno di una crisi che è anche di nervi. Non c’è spazio per divisioni tra “noi” (noi chi?) e “loro” (loro chi?).E’ il momento di costruire ponti, non steccati. Se c’è una sfida che i corpi intermedi devono fare in questa crisi è quella di contribuire generando un clima sociale positivo, orientato alla cooperazione e alla fiducia reciproca, contro la rabbia, l’ansia e le paure. Solo così usciremo da questa situazione più forti. Come ogni crisi, anche questa può offrire nuove opportunità. Sta a noi coglierle
Ce la faremo! E’ questo i leit motiv che ripetiamo tutti in questi in giorni. Ma per farcela dobbiamo prendere coscienza che stiamo combattendo tre guerre vere. Quella sanitaria, quella sui mercati internazionali e quella sulla tenuta industriale del Paese. E per vincerle serviranno sacrifici pesanti e ingenti risorse, una patrimoniale e il taglio di stipendi e pensioni. E allora, forse, ce la faremo
Si comincia a stimare i danni prodotti dal Coronavirus sull'economia italiana. E i numeri sono impressionanti. L'analisi del Cerved con le proiezioni a livello regionale e per macrosettori
I Champions che abbiamo cominciato a incontrare tre anni fa sono stati capaci, dopo la grande crisi, di salti dimensionali importanti: maggiore capitalizzazione, crescita robusta dei ricavi, margini attorno al 20%. Come allora saranno in prima linea nella ripartenza. Chi sono e quanto valgono
State a casa. Chi può e deve farlo. Ma con la consapevolezza che una parte del paese a casa non può e non deve stare. Per avere ciò che gli serve: alimentari, farmacie ma anche infrastrutture di servizio come telefonia, banche. Penso anche a chi sta a casa perché ha perso il lavoro, è un precario o una partita iva. Pajetta una volta disse: “ciò che rende diverso un politico da un cretino è che il cretino crede alla propria propaganda” Se lo diceva lui…E questo vale anche per i retori del chiudiamo tutto
Mentre in giro ci sono politici come Salvini che seminano panico e paura, mentre altri come Renzi cercano di sgambettarlo, Fontana e Gori di far chiudere le fabbriche, gli Industriali di Padova e Treviso di accusarlo del caos provocato da altri, lui, uno sul quale nessuno avrebbe mai scommesso un euro, con calma e determinazione gestisce l’emergenza con equilibrio e fermezza. Salvaguardando la salute ma anche il futuro del Paese
Dicono che le fabbriche vanno chiuse e vanno tenuti aperti solo i negozi di alimentari e le farmacie. Come se le fabbriche fossero un pc che si spegne e riaccende quando lo si desidera. Come se nessuno dovesse preparare i prodotti, produrre gli imballaggi e i macchinari necessari. Esplode la retorica dello smart working, di quelli che di lavorare sul divano di casa se lo possono permettere e se ne fregano di quelli che lo stipendio sono costretti a guadagnarselo in fabbrica
Dopo un “weekend di terrore” con l’imposizione della quarantena nel nord Italia, il presidente di Confindustria Veneto, in una intervista al quotidiano francese Libération che riportiamo in traduzione italiana, si dice piuttosto ottimista, a meno che la situazione non persista
L’hashtag che in questi giorni va tanto di moda rivela una alleanza tra populisti e radical chic contro chi si preoccupa del futuro di milioni di giovani e di lavoratori non tutelati. L’emergenza è conclamata, ma salvare vite umane ed evitare che il Paese precipiti nella povertà sono esigenze complementari. A meno che non si pensi che si possa vivere tutti per sempre di reddito di cittadinanza
Ci sarà tempo per valutare se l’azione del governo è corretta o meno. Noi pensiamo non lo sia, ma in momenti come questi, è dovere civico rispettare i decreti. Terminata l’emergenza si capirà se ci sono state ragioni a noi sconosciute che abbiano giustificato tali provvedimenti o se siamo stati gestiti da classi dirigenti irresponsabili. Ma, al momento, il senso di responsabilità nazionale impone di adeguarsi senza se e senza ma
Venerdì in profondo rosso per Piazza Affari così come per il resto delle Borse europee, schiacciate da un lato dalla paura per il coronavirus e dall'altra dal crollo del petrolio a causa del fallimento del vertice Opec+ sul taglio alla produzione. Lo spread fra Btp e Bund archivia la giornata a 178 punti, dopo un massimo di seduta a 191 punti base. Tra i titoli peggiori Atlantia, ai minimi in sei anni sulle indiscrezioni di un possibile stop alle trattative con F2i per il riassetto della controllata Autostrade per l'Italia
La chiusura di Undicesimo Vineria a Treviso è solo l’ultima di una serie di chiusure di ristoranti stellati. La gloria spesso è effimera, ma i costi no. Che poi si riflettono sui clienti. Sempre più rarefatti, in barba alla bulimia mediatica, di cui siamo tutti colpevoli
Riportiamo l’intervento del vicepresidente nazionale di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè sugli effetti Coronavirus nel mondo dei trasporti e più in generale delle imprese. La denuncia della crisi in corso, le difficoltà per le imprese di autotrasporto di trasportare merce, le richieste assurde a cui vanno incontro. Ma anche la sensazione di incertezza che proviene dal governo e la richiesta di misure a sostegno delle imprese
Il presidente Pozza: «Il 27% delle imprese indica di aver dovuto sospendere la produzione e l’orizzonte di normalizzazione è lontano. Un’impresa su due è convinta che sia stato generato troppo allarmismo, ma la voglia di guardare avanti resta una forza straordinaria: già un 17% delle imprese intervistate ha fatto ricorso allo smart working»
Riportiamo la lettera aperta che Laura Bertacco, amministratore delegato di Officine di Cartigliano, azienda meccanica del vicentino, ha inviato al governo e a Confindustria sugli effetti che il Coronavirus sta causando alle imprese e sulle soluzioni da adottare
Le stime iniziali si fermavano allo 0,2%. Comunque rimane la crescita più bassa dal 2014. Migliora il rapporto deficit/Pil, all'1,6%. Invariato al 134,8% il debito pubblico
Domenica scorsa le vendite nei negozi della grande distribuzione organizzata nel Nord Italia hanno registrato un aumento del 73% rispetto alla stessa domenica del 2019 sulla scia del crescere delle preoccupazioni per il coronavirus. E’ quanto emerge da uno studio di Nielsen. Oltre a fare 'scorta', gli italiani hanno aumentato l'acquisto di prodotti vitaminici e per l'igiene personale
Hanno gettato l’Italia nel caos per una influenza le cui conseguenze sono stati costretti loro stessi a ridimensionare. Solo per prendere voti o vendere più libri o copie di giornale. Il conto sarà salatissimo e lo pagheranno cittadini e imprese. Per fortuna Zaia, dopo aver innescato il delirio, con senso di responsabilità, ora ha fatto dietrofront e riaprirà le scuole
L’aumento dell’export verso i paesi extra Ue registrato a gennaio 2020, su base sia mensile sia annua, è influenzato da movimentazioni occasionali di elevato impatto (cantieristica navale) verso gli Stati Uniti. La dinamica sia congiunturale sia tendenziale delle importazioni (che torna a essere positiva da luglio 2019) è in larga misura imputabile all’aumento degli acquisti di prodotti energetici
L'epidemia sta mettendo in ginocchio un settore che vale il 13% del Pil e una buona fetta dei consumi nazionali. Colpa però anche di una paura eccessiva e non giustificata che si è trasformata in autentica psicosi. “Ora Conte sospenda i mutui e le tasse alle imprese colpite” è l’appello di Marina Lalli, vicepresidente di Federturismo, contattata da Formiche.net
"L'economia della Lombardia e del Veneto pesa per un terzo/un quarto sul Pil nazionale e la contrazione dell’attività in queste due regioni molto probabilmente porterà in negativo il Pil nel primo trimestre 2020” è la sintesi dell’analisi di due economisti contattati dall’AGI, Luca Paolazzi, fino al 2018 direttore del Centro Studi Confindustria, e Lorenzo Codogno, ex capo economista del Mef
Nel mese di gennaio, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registri un aumento dello 0,1% su base mensile e dello 0,5% su base annua (come nel mese di dicembre); la stima preliminare era +0,6%. L'inflazione più elevata si registra a Bolzano, a +1,3% rispetto a gennaio 2019
La soddisfazione per la vita nel complesso (43,2%) migliora rispetto all’anno precedente, confermando un trend positivo iniziato nel 2016. Dopo la stasi del 2017-2018, torna a crescere la quota di persone che si dichiarano molto o abbastanza soddisfatte per la propria situazione economica, raggiungendo il 56,5%. Prevale la cautela ma migliora il numero di persone che ha fiducia negli altri: 23,9% rispetto al 21,0% del 2018
I motivi dell’andamento al ribasso vanno primariamente ricercati nelle forti incertezze che hanno caratterizzato (e stanno caratterizzando tuttora) il quadro economico internazionale. Le esportazioni di settore, destinate ogni anno a circa 120 Paesi, risultano complessivamente diminuite dell’8,2% in valore ed i risultati sui principali Paesi esteri di destinazione mostrano rare eccezioni al quadro negativo generale
Per sei mesi, niente dazi all’import da parte statunitense sui prodotti inseriti nella lista dei potenziali obiettivi, emanata lo scorso ottobre. Restano in vigore le misure già adottate per gli altri prodotti ovvero la tassa del 25% all’import per molti formaggi, tra cui compaiono Parmigiano Reggiano e Grana Padano, liquori, alcuni salumi e altri prodotti come succhi, agrumi e crostacei. E il conto inizia a pesare
Quasi tutte le piccole e medie imprese italiane considerano le innovazioni digitali come necessarie per il progresso aziendale. Eppure, solo una minima parte di queste effettua investimenti in tal senso; visione d'impresa tesa al breve periodo e costi elevati delle tecnologie sono le cause principali. Riportiamo i dati di una ricerca realizzata dall'Osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano
Continuano a crescere le aziende del fashion italiano: fatturato e occupazione in rialzo, bene la popolarità online. È quanto rilevato dall’Area Studi Mediobanca, che ha pubblicato l’indagine annuale sul sistema moda. Secondo i dati, nel 2021 il giro d’affari della moda italiana toccherà quota 80 miliardi di euro attraverso un incremento dell’8% in due anni. Più crescita, ma anche più margini: nel 2021 l’ebit margin sarà, infatti, superiore di quasi 6 punti alla media dei settori benchmark
Pubblichiamo l'analisi di Andrea Deugeni, uscita oggi su Affaritaliani.it. La partita della presidenza degli industriali: mission impossible di Carraro che prova a compattare il Veneto sul successore di Vincenzo Boccia. Ecco perché
L’export traina il 2019 della pelletteria italiana. Nei primi 10 mesi dell’anno le esportazioni sono cresciute del 25,8% in valore, a quota 8,6 miliardi, a fronte di un aumento più contenuto in termini di volume (+0,8%). Da un lato le griffe continuano a crescere, a produrre e ad aumentare il prezzo medio, dall’altro le piccole-medie imprese a marchio proprio soffrono, patendo le difficoltà su diversi mercati, in primis quello russo. Questi i dati elaborati dal centro studi di Confindustria moda per Assopellettieri
A Verona a fare acquisti sono stati i principalmente turisti russi, con un 30% sul totale, i cinesi subito dopo con il 19%. A Venezia, poi, i cinesi si sono confermati la principale nazionalità con il 34% del totale degli acquisti, seguiti da statunitensi (17%). Questi i dati presentati oggi in occasione della “BIT – Borsa Internazionale del Turismo”
Dopo cinque anni in recupero, nel 2019 la produzione industriale è tornata a scendere. Considerando l’evoluzione congiunturale dello scorso anno, si è registrato un aumento solo nel primo trimestre, mentre nei successivi si sono avute continue flessioni, con un calo più marcato negli ultimi tre mesi dell’anno
Secondo i dati riportati dall'analisi Istat pubblicata oggi, il valore del commercio al dettaglio è cresciuto complessivamente del +0,8% nel 2019. Settore trainante il commercio elettronico, a seguire quello calzaturiero. Tra gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare sono i discount a far registrare il dato più importante (+4,5%)
Secondo i dati comunicati dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, il settore ha chiuso il 2019 in linea con l'anno precedente. Per il primo semestre 2020 si teme che il cambiamento geopolitico del panorama porti una riduzione compresa tra il -1,5% e il -2,5% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Dentro la piattaforma del nuovo triangolo industriale il Veneto sta perdendo velocità e capacità attrattiva. La campagna elettorale per le regionali sembra non riservare sorprese. L’autonomia ha condotto il Veneto in un vicolo cieco e l’opposizione si è piegata all’agenda di Zaia. Invece, andava costruita un’altra agenda che puntasse sull’efficienza dei sistemi territoriali. Il risultato è una rivendicazione astratta di autonomia, con il paradosso che poi si cedono pezzi allo Stato
L'equilibrismo italiano nei rapporti con la Cina e gli Stati Uniti ha portato a un rischio latente di dazi per i prodotti nostrani diretti negli States, mentre le esportazioni verso la Cina, già raffreddate dai numeri, potrebbero ulteriormente contrarsi. Un ripensamento, anche comunitario, per una riapertura del dialogo economico con la Russia potrebbe apparire quanto mai opportuno
Tre personalità molto diverse nei giorni scorsi hanno lanciato degli allarmi che rischiano di rimanere inascoltati. E il Veneto, nonostante le sue imprese, nel frattempo, declina senza trovare una bussola che gli permetta di trovare nuove strade per crescere
Nel quarto trimestre 2019, secondo la stima preliminare, la dinamica del Pil ha subito una battuta d’arresto che ha interrotto la debole tendenza positiva prevalsa nell’arco dei quattro trimestri precedenti. Tale risultato negativo determina un abbassamento del tasso di crescita tendenziale del Pil, che scende a zero dallo 0,5% del trimestre precedente. È il calo trimestrale più forte dall'inizio del 2013
Meglio la Milano dei servizi o la Brescia industriale? Sarebbe un conflitto privo di senso perché il Nord ha bisogno di una rappresentazione unitaria capace di sviluppare un Progetto Paese. Le confindustrie del Nordest possono, questa volta, giocare una partita unitaria e vincente capace di coniugare istanze diverse ma complementari e, soprattutto, di evitare che l’associazione venga definitivamente affossata da apparati più attenti a gestire il declino che il rilancio
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