Con una sentenza a firma Luca Antonini, la Corte Costituzionale ha respinto il ricorso della Valle d’Aosta ritenendo sia corretto escludere il gettito percepito quale contributo di solidarietà nel territorio valdostano. Di fatto esclude la possibilità che imposte statali di solidarietà possano essere avocate dalla Regione e smentisce le “furbizie” teorizzate dal Veneto in tema di autonomia differenziata attraverso cui si chiedeva di attribuire alla regione l’incremento di gettito generato dall’andamento del ciclo economico. Ora è indispensabile adeguare la norma in discussione alla Camera
Resta la più importante fiera del mobile, eppure di anno in anno sembra perdere presa. Quest’anno lo spazio dedicato agli stand scende a 125.000 metri quadri, dai 175.000 dell’anno scorso e dai “tradizionali” 205.000 del pre-Covid. Alla base sembra esserci il calo degli espositori, che oggi sono 1.761 a fronte degli “oltre 2.000” dichiarati l’anno scorso. E i cambiamenti nel layout espositivo non soddisferebbero gli imprenditori del mobile costretti a cambiare posizione. Ma intanto c’è anche qualche ‘storico’ che amplia gli stand
Il primo annuncio sul passaggio generazionale del gruppo da oltre 1,2 mld risale al 2017, ma i dettagli sul prossimo assetto della governance saranno resi noti solo la settimana prossima. I figli sono già in azienda, Marco come responsabile finanziario e Gianni come vicepresidente e ad. A loro il timone, sempre se non sopraggiungesse l’interesse di grandi gruppi nazionali o internazionali. L'ex ad di Conad, Pugliese, ci diceva: "A Nord Est il gruppo più interessante è Alì". Intanto l’azienda qualche settimana fa ribadiva "il forte legame col territorio"
Per i 532 imprenditori sondati dalle nostre testate grazie all'istituto Quaeris, il ruolo dell’associazione di categoria è abbastanza importante ma non è affatto decisivo nel dibattito pubblico. E su Bonomi si esprimono in media con un voto pari a 6, con il 33,4% degli imprenditori che lo giudica pessimo e solo il 22,8% che ne è molto soddisfatto. Ecco un 'nuovo capitolo’ dell’articolato sondaggio che ieri ci rivelava il nome più apprezzato dalla base per la presidenza
I quotidiani VeneziePost, EmiliaPost e Lombardia attraverso la collaborazione con l’istituto di sondaggi Quaeris hanno tastato le preferenze degli imprenditori italiani su chi debba rappresentarli come prossimo presidente di Confindustria. Se fossero loro a decidere, la past president Emma Marcegaglia sarebbe largamente favorita con un 36,1%. A seguire due imprenditori ‘big’ come Enrico Carraro e Giuseppe Pasini. Molto lontani tutti gli altri candidati di cui si parla tanto sulla stampa
Apparentemente una sconfitta, in realtà una vittoria. La legge non passa e così il centrodestra rimane unito. E lui acquista consensi a sinistra utili a vincere le prossime comunali a Venezia. E a proiettarlo da sindaco di una città che gli regalerà una visibilità nazionale e internazionale come un leader capace di rappresentare l’unità nazionale. Ecco perché potrebbe essere stato lui stesso, con la complicità di Del Rio, a cercare la sconfitta
Pubblichiamo integralmente la replica di I Vision Tech al nostro articolo di martedì 9 gennaio, in cui si analizzavano i dati di bilancio dell'impresa neo-quotata riconducibile ai figli di Carlo Fulchir. VeneziePost: “Confermiamo quanto scritto nel pezzo di martedì”
Chiunque vinca le prossime regionali porterà ad un mutamento strutturale del ruolo che l’istituzione locale ha giocato in questi anni nella costruzione del successo del “Modello Emilia”. In una terra nella quale le imprese leader riescono a rimanere tali grazie ad un mix di fattori, tra cui le politiche sistemiche della Regione, gli imprenditori non possono farsi trovare impreparati. E rileggere quanto accaduto al Nordest può essere utile per decidere il che fare
Innovazione è un termine inflazionato che racchiude tutto. Troppo spesso banalità, ma anche killer application, rivoluzioni silenti che permeano il nostro quotidiano senza che alcuno espliciti il cambiamento che ne scaturisce, oppure rivoluzioni rumorose di cui non si può far altro che parlarne e che diventano oggetto di talk show, articoli su riviste di settore e non solo. La temporary manager Fumarola ne esamina alcuni aspetti, spiegando perché due termini apparentemente lontani, come "innovazione" e "umanesimo" vadano in realtà inevitabilmente messi in relazione
Tra i dibattiti accesi dalla disegno di Legge di Bilancio c’è quello sulla mancata dichiarazione dei redditi da parte della categoria. I datori di lavoro versano trimestralmente i contributi previdenziali, ma spesso le badanti non presentano il 730. Il danno erariale si può stimare attorno ad 1 mld di euro l’anno. Il Governo propone che l’Agenzia delle Entrate solleciti i pagamenti con delle lettere, ma rischierebbero di andare perse. Perché allora non varare un’imposta sostitutiva da far versare ai datori di lavoro – fissata al 10% per dare una mano ad una categoria sensibile?
“Il sistema finanziario rischia di saltare perché, dopo aver tardato ad alzare i tassi, si è scelto di portarli troppo velocemente a livelli che lo stanno mettendo seriamente in crisi”. Dopo che due anni fa aveva detto di vedere in arrivo l’inflazione contro le previsioni delle banche centrali, e dopo aver lanciato alcuni mesi fa su queste colonne l’allarme sulle conseguenze di una risposta arrivata troppo tardi, Massimo Malvestio commenta l’incremento delle disdette delle polizze vita e le operazioni messe in atto dal sistema finanziario per contrastarle. “Riconoscere bonus del 3% ai sottoscrittori di nuove polizze dà l’ idea della tensione che c’è nel sistema. Ma così facendo si rinvia il problema. E l’inflazione potrebbe non calare”
Una comunità costretta a dividersi ogni volta che capitano eventi straordinari (ormai frequenti) può davvero considerarsi comunità? Il trattato di Schengen è sospeso e i controlli sui confini italo-sloveni di nuovo in vigore. La situazione sembra tranquilla, le misure attuate “con delicatezza”. Eppure, a un anno da Gorizia-Nova Gorica Capitale europea della cultura il rischio è di ripiombare nelle divisioni. I trasnfrontalieri dovrebbero avere uno status speciale per spostarsi da un paese all’altro. Un precedente sono gli accordi di Udine degli anni ‘50: dopo la Guerra ricompattarono la comunità con un lasciapassare per chi abitava presso i confini
Nel monologo che il giornalista ha tenuto in occasione dell’evento “Foresight”, la critica amara all’evoluzione del capoluogo lombardo. “Milano è passata da vetrina dell’Italia moderna a paesaggio in bianco e nero. A sparigliare le carte il Covid prima, l’inflazione poi. La casa è l’emblema di questa trasformazione con i suoi prezzi inaccessibili. Ora tutto il valore viene estratto dalla città premium e il ceto medio si scompone. Ma una città che va verso il globale, può essere lasciata a sé stessa con il pilota automatico?”
Come fondatore e titolare di Manager a Tempo mi capita spesso di incontrare imprenditori. Parto dal chiarire un concetto: il Temporary Manager non è un consulente. E qui inizia il disorientamento. Eppure le differenze sono nette. Le spiego, ma le domande si affastellano. "Manager a Tempo è una società di Ricerca e Selezione di manager?". "Ma allora, se non siete Consulenti e non selezionate Manager Permanent, quand’è che viene richiesto il vostro intervento?". E altre ancora. Qui tutte le risposte
È l’area di business più importante (84% del totale) ma macina perdite. Il margine di contribuzione rimane stabile negli anni al 41%, ma è completamente assorbito dai costi fissi per servizi, personali, affitti e gestione dei punti vendita. L’Ebitda è positivo ma non sufficiente a coprire i costi degli ammortamenti. Il Gruppo sta provando a diversificare il business, ma ancora senza successo
Perdite che si accumulano anno su anno e 411 mila soci remunerati con interessi non più adeguati. I bilanci della catena di supermercati segnalano una situazione ancora non preoccupante ma sicuramente difficile. Ecco tutti i numeri degli ultimi cinque anni
Il settore nel '21 e '22 ha subito una razionalizzazione e rallentato l'andamento, mentre le altre due aree di business dell'azienda, farmaceutica e nutraceutico, hanno registrato un segno "+". Il fatturato nel 2022 è cresciuto del 7,4%, ma si è registrata una perdita di 11 mln a causa di una "tempesta perfetta" su costi, supply chain e oneri finanziari. Per il 2023 "l'outlook è positivo e c'è una netta ripresa", spiega l'ad Ferraris. L'impresa è una delle Top della chimica-farmaceutica, selezionata da ItalyPost e L'Economia e intervenuta nell'incontro dedicato al settore venerdì 22 settembre
Non si parla più di Pandemia e di Covid-19. Ma cosa ha lasciato questa terribile esperienza nelle nostre organizzazioni aziendali e soprattutto in chi le gestisce?
C'è chi dilapida i patrimoni lasciati dal padre cercando di nobilitarsi attraverso l’acquisto di noti brand decaduti, chi invece fa il confindustriale di professione, chi guadagna operando scambi vantaggiosi con la politica e, infine, gli specialisti del rischiare con i soldi degli altri. E chi, invece, si misura con il mercato. Smettiamola di chiamarli tutti allo stesso modo. Solo questi ultimi meritano il titolo di “imprenditori”
Già si vedono tutti segnali che porteranno, anche in caso di vittoria alle europee, alla fine dell’ennesima stagione politica. Come accaduto per Renzi e poi per Conte. Ci sono i fatti contingenti e cause profonde. Che sono identiche per tutti i governi che si sono succeduti nella seconda repubblica
L'apertura di una filiale della Bcc di Roma a Verona riaccende il dibattito sul ruolo delle banche cooperative nel Nord Est. Sono ormai molto diffuse sul territorio, penetrano nei piccoli Comuni lasciati scoperti dalle grandi banche. Corrono sul lato della raccolta e degli impieghi dando prova di grande conoscenza del territorio. Si intravvede un problema di concorrenza tra di loro e di avanzamento delle fintech. Ma le Bcc sono "troppo utili per fallire", si impone così la necessità di nuove fusioni per ridurre i costi di struttura e restare sul mercato
Il presidente di Confindustria Emilia Centro, Caiumi, auspica “un presidente che a livello nazionale porti avanti il nostro modello territoriale”. Il commento anticipa il suo intervento all'assemblea dell'associazione del 6 settembre. Dopo la “riscossa dei piccoli” rappresentata da Boccia, e il “Modello Milano” di Bonomi, la nuova fase la guidano le imprese emiliane. Crescono molto e guardano allo sviluppo del proprio territorio. Il nome potrebbe essere quello di Maurizio Marchesini. Ma a pesare nella scelta sarà la posizione dell’apparato romano, delle grandi banche e delle industrie pubbliche. Convergeranno sul “Modello Emilia”?
A vederli dialogare ieri, all'incontro promosso da VeneziePost, Stefani e Martella sembravano due avversari che sono pronti a collaborare. Il terreno comune è quello dell’inverno demografico e conseguente carenza di manodopera e quello delle infrastrutture. Un’azione concertata potrebbe promuovere le politiche a favore della natalità nelle imprese, o far sì che si sblocchi la Tav, o ancora rilanciare la metropolitana di superficie. Se il Veneto non vuole rimanere isolato questo approccio fra partiti è irrinunciabile: riusciranno i due leader a dargli seguito?
Ai sindaci dell’A4 non basterà governare bene le loro città. Se vogliono diventare un'alternativa al partito delle minoranze e dell’assistenzialismo che caratterizza la linea Schlein - Provenzano, dovranno elaborare un pensiero capace di fare sintesi di quattro grandi contraddizioni sociali. Ecco quali
Al Festival di Laterza e Boeri il pubblico – pur essendo notevolmente inferiore a Trento – quest’anno non è mancato. Ma in una grande città non si trasmette quel senso di festa che caratterizza il piccolo centro del Trentino. Tra Ignazio Visco (Torino) e Vanna Marchi (Trento) ovvio che sui contenuti il primato va a Laterza, ma se i due festival non sapranno trovare un corretto equilibrio tra gli eventi troppo pop e quelli troppo austeri, in futuro potrebbero avere problemi
La linea politica di Schlein esce stravolta da questa tornata elettorale. Le uniche città conquistate nei fatti sono Brescia e Vicenza, dove a vincere è piuttosto un approccio moderato e riformista tipico del governatore emiliano. Così all’interno del Pd si aprono scenari inimmaginabili a pochi mesi dalle primarie. Castelletti rifiuta l’espressione "effetto Schlein" e impone una ricetta riformista, Possamai tiene la leader lontana dalla città. E dopo le città dell’A4, la stessa formula potrebbe conquistare Venezia
Il direttore centro studi e ricerche dell’ente emiliano commenta i dati sull’area Lover (il nuovo triangolo industriale fra Milano-Bologna-Venezia): “Senza il contributo di Milano, la Lombardia sarebbe cresciuta dell'8%: più del Veneto, meno dell'Emilia”. La performance emiliana “è invece omogenea sul territorio, rimane indietro solo Ferrara”. E sul recupero del Veneto nel 2023 (enfatizzato da politica e media): “Il Pil delle tre regioni correrà alla stessa velocità: le differenze si notano solo scendendo alla seconda cifra decimale”. Per i prossimi mesi la minaccia è che la congiuntura penalizzi l'industria e così le regioni che più ne sono trainate
Per la neo segretaria del Pd l’esito del voto amministrativo è una catastrofe, tranne nella Brescia di Del Bono e a Vicenza dove l’hanno tenuta alla larga dalla campagna elettorale. Il suo partito diventa competitivo solo dove applica la linea pragmatica e inclusiva del governatore dell’Emilia. Che sarebbe bene fosse richiamato in servizio
Nella città berica, una delle principali città italiane al voto, le due leader nazionali non si sono viste. E così Vicenza torna ad essere un laboratorio politico che permetterà di capire se un Pd senza Schlein ha ancora qualche possibilità di tornare a parlare al Nord
La cordata di Marchi e degli imprenditori della nuova borghesia veneta segna una svolta epocale. All’alba del declino di un Nordest “che non c’è più” sta infatti anche la vendita del Gazzettino, che sotto la direzione di Giorgio Lago ne era voce narrante. Ora potrebbe rinascere una classe dirigente diffusa, in grado di aiutare una politica incapace di prendere decisioni
Nel nuovo piano al '27, l’azienda dell'occhialeria “punterà a un portafoglio bilanciato, per brand, canali di vendita e geografia, per raggiungere vendite nette di circa 1,3 mld”. In occasione del Capital Market Day del Gruppo, l’ad ha rilasciato anche dichiarazioni sul settore: “Per il '23 vediamo più nuvole che sole, ma speriamo in un rimbalzo da parte dell’Asia”
Con la vittoria alle primarie di Elly Schlein il Pd si è asserragliato all’interno delle mura cittadine, rivolgendosi alla piccola borghesia intellettualoide. Allontanandosi da quel Pci di cui è figlio, che rappresentava la classe operaia. I riformisti, rimasti senza rappresentanza, in gran parte abbandoneranno il campo. Servirebbe ricostruire una politica dal forte radicamento, ma non si vede nessuno pronto a farlo
Secondo il Politecnico di Milano, i comparti della sharing mobility e degli spostamenti in auto e treno sono tornati ai livelli del '19. In aumento sul '21 i mercati del trasporto pubblico locale (+46%), degli autobus a medio-lungo raggio (+24%) e degli arei (+65%), ma non colmano il gap rispetto al pre-covid. Pagamenti elettronici per la mobilità ancora poco diffusi
La recente notizia dell’acquisto da parte della Provincia di Treviso di 14,5 mln nominali di crediti fiscali derivanti da detrazioni edilizie solleva tre interrogativi: perché acquistarli dalle banche e non direttamente dalle imprese in difficoltà? E perché pagarli, così facendo, il 93% del loro valore facciale? E ancora, perché rivolgersi a banche così lontane?
Dopo il raffreddamento in autunno, i prezzi in molti casi tendono di nuovo a salire. Poliero (Legor): “Le materie preziose crescono, anche sui metalli secondari non c’è una tendenza al ribasso”. Porta (Porta Solutions): “I costi di produzione sono destinati ad aumentare ancora”. L’energia cala, ma chi ha acquistato futures l’ha fatto a prezzi ben più alti degli attuali. Le variabili sono tante e rendono difficile ogni previsione. Fra i fattori da tenere sotto osservazione anche l’effetto dell’aumento dei tassi dalla Bce, mentre l’inflazione core aumenta
Confindustria Veneto Est lancia una sfida alla politica: far diventare l’area fra Padova, Venezia e Treviso il baricentro del sistema veneto e dar vita a nuovi processi di governance funzionale dell'area. Per colmare, oltretutto, il ritardo con un'Emilia-Romagna che ha fatto queste scelte per tempo, gerarchizzando le funzioni e le città in modo cooperativo. È qui che si mette in gioco la vera capacità di esercitare l’autonomia, sostiene Ivo Rossi nell'editoriale che pubblichiamo
"Quest'anno le aziende crescono, ma i risultati delle difficoltà di oggi si vedranno fra 6 mesi: dunque sono da temere i dati 2023". Lo dice Mariano Rigotto, appena rieletto presidente dell'associazione Apindustria Confimi Vicenza. E sottolinea che il problema più gravoso per le imprese è sempre l'energia: "Dal Governo o dall'Ue ancora niente di concreto. Le aziende intanto si adoperano per ridurre sprechi". E sulla reperibilità dei lavoratori: "Non se ne trovano, noi stiamo intervenendo sulle scuole medie per indirizzare le scelte. E lanceremo un business game per studenti"
Esce domani, martedì 4 ottobre, la nuova edizione aggiornata de Il cinema e le arti visive. Dopo otto ristampe, il saggista e storico del cinema Costa, porta nelle librerie un’opera che esplora i rapporti tra cinema e arti visive. "L’idea di collegare la programmazione a un grande evento espositivo permette di trarre profitto dal battage pubblicitario e dalla risonanza mediatica come una grande mostra"
La notizia arrivata oggi della decisione di insediare Intel al centro dell’area Lover è bellissima. Sia per Verona che vive da anni un declino che sembrava inarrestabile, sia per l’area Lover che avrà un asso in più da giocare per rimanere una delle aree industriali più importanti a livello europeo e mondiale
Un evento fondante, soprattutto all’epoca del Carroccio secessionista. Ritrovo dei druidi leghisti, con fusti di birra e salamelle arrostite. Ma Pontida (che torna il 18 settembre) non è stato solo questo: il pratone è stato terreno di scontro tra gli esponenti di spicco del partito, e le correnti che formavano. Bossi vs Maroni prima, Salvini vs la base del partito ora. La domanda che aleggierà sulla cittadina bergamasca è sempre la stessa: che identità deve avere la Lega?
Il governatore del Veneto non muove un dito e aspetta seduto sulla riva del fiume che si realizzi il disastroso risultato elettorale di Salvini. Quello dell’Emilia Romagna alla caccia di consensi per dimostrare che dove lui gioca - a differenza di Letta - vince. Obiettivo comune: battere i leader dei loro partiti per sostituirli e costruire il nuovo governo Draghi
La metropoli che dopo il decennio d’oro dell’Expo perde abitanti e non riesce più a progettarsi, si sta entusiasmando – Albertini escluso - per la proposta di un leader come Salvini a fine corsa che le promette di portare un ministero. Un atteggiamento che evidenzia un declino progettuale simile a quello del Veneto che insegue inutilmente da anni il miraggio dell’Autonomia e che contrasta con il pragmatismo emiliano
Sta venendo a mancare un progetto che non sia il trasformare start - up in unicorni e l'innovazione è stata sostituita dalla ricerca di facili profitti. La ricchezza è concentrata nelle mani di pochissimi e ai lauti stipendi fa da contraltare un costo della vita elevatissimo Un libro che è un monito per evitare facili scimmiottamenti e per riflettere in modo più approfondito sul tipo di lavoro e società che vogliamo promuovere
In Veneto e Lombardia si consumerà lo scontro tutto interno ad un forza-leghismo diventato forza-putinismo. E i due governatori regionali, dopo la scelta di Salvini e Berlusconi di affossare Draghi, comunque vada, ne usciranno indeboliti. Discorso inverso per Bonaccini che ne uscirà più forte sia che Letta vinca sia che perda. Ma in gioco non c’è tanto e solo il destino dei governatori, quanto la vocazione europea del Nord produttivo
È in atto una dialettica tra la parte più “industriale” e una più “politica” nella nascente associazione che diventerà maggioritaria in Veneto. Se si vorrà capire come potrà cambiare questa regione sarà utile osservare quale delle due componenti prevarrà. I primi dovranno dimostrare di saper guardare “oltre le mura dell’impresa”, i secondi evitare di costruire un’associazione autoreferenziale e ininfluente come è diventata quella nazionale
Ecco come le dinamiche in corso in Lombardia, Veneto ed Emilia disegnano scenari politici non scontati. In Emilia Bonaccini trascinerà il Pd draghiano di Letta a un risultato oltre il 25%. I “governisti” della Lega punteranno alla sconfitta di Salvini portando i loro voti verso i centristi. Calenda con Gelmini e Brunetta verso il 10%. FDI ad un bivio: opteranno per un populismo puntando sulla vittoria di Trump o sceglieranno un profilo moderato per un centrodestra di governo e Moratti presidente?
Il caso Wartsila è solo l’ultimo episodio della crisi di una regione che perde industrie e abitanti. Le responsabilità non sono solo della politica: a pesare sono anche le scelte miopi sulle infrastrutture e l’assistenzialismo strisciante frutto dell’Autonomia regionale. E così non basta il rilancio del Porto di Trieste a salvare il Fvg. E per il futuro non si vede alcuna inversione di rotta
Alla vigilia dell’assemblea regionale del Pd Veneto che discuterà dei risultati elettorali che hanno portato alla vittoria di Tommasi, il partito di Enrico Letta dovrà guardare all’evoluzione dello scontro all’interno del centrodestra e alla probabile guerra “nucleare” che si scatenerà tra Tosi e Zaia. E, se saprà giocare con una politica dei due forni, potrà forse entrare per la prima volta a Palazzo Balbi
In un pamphlet dal titolo “Manifesto del Libero Pensiero” Paola Mastrocola e Luca Ricolfi si interrogano sulle nuove forme di censura imposte dai “progressisti” attraverso il “politicamente corretto” o addirittura alla pretesa della “cancel culture” di eliminare i libri del passato non allineati con le “parole giuste”. Forse aveva ragione Massimo Troisi quando affermava che “io sono responsabile di quello che dico, non di quello che capisci tu”
Lo scontro Salvini – Zaia massacra la Lega e il centrodestra in Veneto che, dopo Padova, perde pure a Verona. L’unico leghista a salvarsi è Fedriga. Bonaccini stravince invece in Emilia diventando l’uomo capace di parlare ai territori del Nord. In Lombardia il centrosinistra avanza vincendo di misura anche a Monza, ma pesa la sconfitta di Como
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