Un evento fondante, soprattutto all’epoca del Carroccio secessionista. Ritrovo dei druidi leghisti, con fusti di birra e salamelle arrostite. Ma Pontida (che torna il 18 settembre) non è stato solo questo: il pratone è stato terreno di scontro tra gli esponenti di spicco del partito, e le correnti che formavano. Bossi vs Maroni prima, Salvini vs la base del partito ora. La domanda che aleggierà sulla cittadina bergamasca è sempre la stessa: che identità deve avere la Lega?
Il governatore del Veneto non muove un dito e aspetta seduto sulla riva del fiume che si realizzi il disastroso risultato elettorale di Salvini. Quello dell’Emilia Romagna alla caccia di consensi per dimostrare che dove lui gioca - a differenza di Letta - vince. Obiettivo comune: battere i leader dei loro partiti per sostituirli e costruire il nuovo governo Draghi
La metropoli che dopo il decennio d’oro dell’Expo perde abitanti e non riesce più a progettarsi, si sta entusiasmando – Albertini escluso - per la proposta di un leader come Salvini a fine corsa che le promette di portare un ministero. Un atteggiamento che evidenzia un declino progettuale simile a quello del Veneto che insegue inutilmente da anni il miraggio dell’Autonomia e che contrasta con il pragmatismo emiliano
Sta venendo a mancare un progetto che non sia il trasformare start - up in unicorni e l'innovazione è stata sostituita dalla ricerca di facili profitti. La ricchezza è concentrata nelle mani di pochissimi e ai lauti stipendi fa da contraltare un costo della vita elevatissimo Un libro che è un monito per evitare facili scimmiottamenti e per riflettere in modo più approfondito sul tipo di lavoro e società che vogliamo promuovere
In Veneto e Lombardia si consumerà lo scontro tutto interno ad un forza-leghismo diventato forza-putinismo. E i due governatori regionali, dopo la scelta di Salvini e Berlusconi di affossare Draghi, comunque vada, ne usciranno indeboliti. Discorso inverso per Bonaccini che ne uscirà più forte sia che Letta vinca sia che perda. Ma in gioco non c’è tanto e solo il destino dei governatori, quanto la vocazione europea del Nord produttivo
È in atto una dialettica tra la parte più “industriale” e una più “politica” nella nascente associazione che diventerà maggioritaria in Veneto. Se si vorrà capire come potrà cambiare questa regione sarà utile osservare quale delle due componenti prevarrà. I primi dovranno dimostrare di saper guardare “oltre le mura dell’impresa”, i secondi evitare di costruire un’associazione autoreferenziale e ininfluente come è diventata quella nazionale
Ecco come le dinamiche in corso in Lombardia, Veneto ed Emilia disegnano scenari politici non scontati. In Emilia Bonaccini trascinerà il Pd draghiano di Letta a un risultato oltre il 25%. I “governisti” della Lega punteranno alla sconfitta di Salvini portando i loro voti verso i centristi. Calenda con Gelmini e Brunetta verso il 10%. FDI ad un bivio: opteranno per un populismo puntando sulla vittoria di Trump o sceglieranno un profilo moderato per un centrodestra di governo e Moratti presidente?
Il caso Wartsila è solo l’ultimo episodio della crisi di una regione che perde industrie e abitanti. Le responsabilità non sono solo della politica: a pesare sono anche le scelte miopi sulle infrastrutture e l’assistenzialismo strisciante frutto dell’Autonomia regionale. E così non basta il rilancio del Porto di Trieste a salvare il Fvg. E per il futuro non si vede alcuna inversione di rotta
Alla vigilia dell’assemblea regionale del Pd Veneto che discuterà dei risultati elettorali che hanno portato alla vittoria di Tommasi, il partito di Enrico Letta dovrà guardare all’evoluzione dello scontro all’interno del centrodestra e alla probabile guerra “nucleare” che si scatenerà tra Tosi e Zaia. E, se saprà giocare con una politica dei due forni, potrà forse entrare per la prima volta a Palazzo Balbi
In un pamphlet dal titolo “Manifesto del Libero Pensiero” Paola Mastrocola e Luca Ricolfi si interrogano sulle nuove forme di censura imposte dai “progressisti” attraverso il “politicamente corretto” o addirittura alla pretesa della “cancel culture” di eliminare i libri del passato non allineati con le “parole giuste”. Forse aveva ragione Massimo Troisi quando affermava che “io sono responsabile di quello che dico, non di quello che capisci tu”
Lo scontro Salvini – Zaia massacra la Lega e il centrodestra in Veneto che, dopo Padova, perde pure a Verona. L’unico leghista a salvarsi è Fedriga. Bonaccini stravince invece in Emilia diventando l’uomo capace di parlare ai territori del Nord. In Lombardia il centrosinistra avanza vincendo di misura anche a Monza, ma pesa la sconfitta di Como
Le Grandi dimissioni che si stanno verificando anche in Veneto nascondono un fenomeno più complesso. Improbabili che si tratti di questioni retributive, o che a dimettersi siano solo le persone più qualificate. Dietro al fenomeno sta probabilmente la ricerca di migliori condizioni di lavoro, da più punti di vista. Alle imprese si chiede dunque, nel post-Covid, di elaborare adeguate strategie e politiche di gestione delle risorse umane
In questi anni l’economia e la società sono cambiate. Le imprese non hanno più bisogno di sentirsi dire che “piccolo è bello” ma che “si nasce piccoli per crescere”. E se il referendum per l’autonomia non ha portato a nulla, forse le esigenze del Nord devono tornare ad esprimersi attraverso un federalismo fattuale costruito su collaborazioni tra Lombardia, Veneto ed Emilia. I nuovi leghisti, se vogliono tornare a vincere, devono sforzarsi di andare oltre i populismi di Salvini e Zaia
A Parma il meglio dell’imprenditoria italiana. Già 50 aziende hanno scelto di sottoscrivere il Manifesto delle 1000 imprese green. Perché “i grandi temi del cambiamento climatico sono ancora una prerogativa, e bisogna lavorarci per cercare un rimedio”. Al Festival della green economy verranno snocciolati i grandi temi della sostenibilità, energia e attualità
Minali defenestrato dalla cooperativa di assicurazioni veronese finita poi sotto l’orbita di Generali. Pugliese contestato da alcuni soci dopo aver trasformato Conad in un gigante della Gdo . Cimbri “costretto” a deludere i mercati a causa dei ricchi dividendi reclamati dalle Coop. Alla base il difficile rapporto tra le logiche e gli interessi delle cooperative e quelle dei manager vocati al mercato. Forse è giunto il momento di andare “oltre le mura delle coop”
Sono velocissime a cambiare gli assetti produttivi, vogliono crescere, investono o nei momenti di crisi, multilocalizzano ma, soprattutto, guardano alle crisi come opportunità. Sono imprese pragmatiche con i piedi ben piantati per terra che sanno però volare. La sfida ora è però quella di saper guardare oltre le mura della loro impresa. Come fanno a Parma
La difficoltà della domanda di lavoro è sempre più ricondotta ad un problema di competenze che mancano e di cambiamento delle aspettative. A parere degli autori un primo fattore da considerare è tuttavia la transizione demografica, che ha portato ad un invecchiamento della forza lavoro e sempre più ad una vera e propria mancanza di offerta. L’analisi evidenzia l'intensità del problema tra Nord e Sud e, in modo inedito, la perdita nel Meridione di una intera generazione di giovani a fronte del perdurare di un problema di qualità della domanda
Federico Fubini con "Sul vulcano. Come riprenderci il futuro in questa globalizzazione fragile" (Longanesi) aprirà “i lunedì dell’economia” alla Libreria Italy Post di Padova. Il libro, uscito in piena pandemia, mantiene intatta la sua attualità, caratterizzata oggi dall'accentuarsi delle fragilità delle catene globali e dai bagliori della guerra che si aggiungono agli effetti della pandemia. Ripubblichiamo, con qualche aggiornamento, alcuni passi dell’editoriale firmato da Giovanni Costa pubblicato dal Corriere del Veneto nel novembre 2020
"Il Mattino di Padova" lancia l'allarme sul possibile stop dell'Alta Velocità a Vicenza. Così l'opera strategica per collegare Milano e Venezia rischia per l'ennesima volta di lasciare il Veneto privo di una infrastruttura che lo renda competitivo. La politica e le categorie economiche devono però questa volta battersi unite contro gli interessi localistici
Una lettera aperta ai territori che parte dalle ultime vicende che hanno coinvolto l'azienda di Santa Maria di Sala (Ve), ma che vuole riflettere sulla storia del territorio. Perchè la crisi di questa azienda non rappresenta una ferita solo per i suoi dipendenti e per la comunità, ma coinvolge un’area ben più vasta. È un'occasione per pensare e intuire il futuro, non solo della Speedline, ma del significato nel nostro tempo di due parole fondamentali: lavoro e territorio
Brescia e Bergamo, che diventeranno la capitale italiana della cultura nel 2023, come tutta la Lombardia si appoggiano su un trasporto locale da terzo mondo. Il Veneto, dove Zaia ha annunciato un treno da 1.200 km/h tra Verona e Venezia, è ancora completamente scollegato dall’Alta Velocità sia verso Milano che in direzione Bologna. Il triangolo industriale leader in Europa perde così di capacità attrattiva e di competitività. E le classi dirigenti diffuse restano silenti
I finanziamenti per coprire le perdite del 2020 sono arrivati copiosi e il processo di aggregazioni e fusioni è stato bloccato dai cacicchi locali. Con le nuove difficoltà le fiere tornano a chiedere ristori, ma, forse, i limiti di spesa pubblica, le costringeranno a fondersi per competere secondo una logica internazionali. Il piano di Milano, la svolta di Verona, le ambizioni di Bologna e il modello Cagnoni-centrico alla prova
Nell’anno della prima grande crisi energetica si sperimentò il primo “lockdown economico”. Torna alla memoria in un periodo in cui schizzano i prezzi dell'energia e delle materie prime: un fermo da qui a fine gennaio permetterebbe di mettere un freno all'inflazione riportando in equilibrio i mercati impazziti. La convergenza di interessi con i teorici dei discutibili "lockdown sanitari” e le misure per evitare contraccolpi sulla formazione e sugli equilibri psicologici delle persone
La Storia ci insegna come, dopo fasi di sviluppo figlie di intraprendenza e libertà, seguano spesso quelle di un declino dettato da irrigidimenti istituzionali, creazione di privilegi per le fasce sociali un tempo protagoniste della crescita e illusione che i consumi possano sostituire la creazione di ricchezza. Dal declino della Serenissima a quello dell’Argentina sono tante le lezioni che sarebbe bene tenere presente per evitare di ripetere gli stessi errori
L’allarme lanciato dal presidente di Confindustria Brescia tocca uno di quattro punti che rischiano di far scoppiare una crisi peggiore di quella del 2008. Costi delle materie prime, transizione ecologica, riemergere della pandemia oltre che instabilità politica, geopolitica e finanziaria possono mandare ko il tessuto produttivo del Paese
Il presidente del Teatro Stabile del Veneto commenta il primo protocollo d’intesa siglato ieri dai tre grandi teatri del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e di Bolzano: “Vogliamo determinare politiche più efficaci e inclusive per i giovani lavoratori del mondo dello spettacolo”
Grazie a qualche buon consiglio e rovistando tra gli scaffali delle mie librerie preferite ho stilato un elenco delle mie letture divise in argomento: dalla filosofia al marketing fino alla storia dell’occidente, per passare all’economia e al management. Letture che sono spazio dove vivere, immaginare, pensare
La crisi di Milano, un Veneto senza capitale, l’Emilia che diventa modello. Un libro di Aldo Bonomi invita ad andare oltre le mura dell’impresa. Per ricostruire un tessuto sociale a rischio e per sollecitare le classi dirigenti a tornare a progettare futuro. Missione non impossibile, come dimostra il caso Trieste
I pachistani sporchi e brutti, “vestiti come zingari”, che si sono inventati vessazioni e botte: le incredibili parole di Fabio Franceschi, presidente di una lanciatissima Grafica Veneta, per “chiudere” il caso caporalato dopo il patteggiamento di due top manager. Su La Stampa emerge l’abissale distanza tra rispetto delle persone e cieco impeto di perseguire a ogni costo i propri obiettivi. Tra i colleghi industriali nessuno ha nulla da ridire?
Riflessioni sul film “The Italian banker”, che racconta del rovinoso crack della Popolare di Vicenza: a prescindere dalla malagestione di quello e di altri istituti finiti a gambe all’aria, Roma davanti all’Europa non giocò bene le sue carte e si fece sfuggire la possibilità di raddrizzare la barca prima del naufragio. Come invece fece la Germania. La colpa? Leggerezza e faciloneria di allora chi doveva agire
I risultati dei ballottaggi, che vedono il centrosinistra vincitore quasi su tutta la linea, confermano quanto chiaro già due settimane fa: l’elettorato del centrodestra è stanco e disilluso, incapace di comprendere la direzione di Salvini e Meloni. I festeggiamenti del centrosinistra siano allora contenuti: il trionfo dipende solo dalla grande astensione degli elettori della sponda rivale. L’antidoto all’instabilità lo fornisce l’esempio di Conegliano, che mette assieme i moderati, da sempre la maggioranza del Paese
L’introduzione del lasciapassare sanitario obbligatorio con costi a carico dei lavoratori rischia di danneggiare in maniera pesante le imprese già alle prese con rincari di materie prime e mancanza di manodopera. Eppure una soluzione è meno complicata di quanto sembri. L’accusa al presidente nazionale: serve un po’ di pragmatismo, non prese di posizione ideologiche
Sono reazioni forti, quelle provocate dalla visione del film “The Italian Banker” – racconto del crack bancario della Bpvi (e di altre banche poi a seguire). A creare scalpore è il lungo e intenso monologo affidato al "cattivo" per eccellenza, Carrer, trasposizione cinematografica di Zonin. Che fa emergere uno dei nostri più comuni vizi, tanto pericoloso quanto ignorato
La vittoria del centrosinistra nelle grandi città, in particolare quelle del Settentrione d’Italia, è stata netta. Ma se si esce dalle dimensioni urbane e ci si inoltra nella campagna veneta, si scopre che il centrodestra lì fa il pieno di voti e conquista praticamente tutti i municipi disponibili. Anche se in Lombardia qualcosa è cambiato
Il sindaco uscente si ferma a poche centinaia di voti dal 50% che gli avrebbe consentito la riconferma al primo turno. Il centrodestra è in grande vantaggio, ma ha il fiato corto. Mezzo miracolo dello sfidante di centrosinistra: ora deve cercare di allargare il fronte e punta all’8,5% della lista Adesso Trieste. Exploit del candidato no vax, vicino al 5%. Bene Pd e Fdi, male la Lega, soltanto terza forza della coalizione
Il conflitto che minaccia di aprirsi da qui al 15 ottobre, se qualcosa non cambierà, rischia di essere devastante. E coinvolge un numero di dipendenti più rilevante di quanto sembri: almeno il 20% del totale. Esasperare gli stati d’animo è dannoso e potrebbe frenare il galoppo della ripresa. Meglio tessere un dialogo con il sindacato e trovare una via d’uscita nel giusto mezzo
Il ruolo fondamentale del radicamento e dell’appartenenza emerge dal confronto tra il sociologo lombardo Bonomi, la sindacalista veneta Porto e il politologo emiliano Panarari, andato in scena a Vicenza al Festival Città Impresa. Dai diversi modelli storici di sviluppo delle regioni del nuovo triangolo industriale alla chiave di volta che sorregge tutto e che ha bisogno urgente di messa a punto: la formazione
Per arginare i rincari energetici è senz'altro necessaria la rimodulazione delle voci in bolletta, ma servono soprattutto interventi strutturali che Bruxelles auspica, condivide e sostiene. Già stanziati 72 mld sul fronte degli Ets: se li divideranno i 27 Stati membri. Poi ecco alcune mosse comunitarie che il governo potrebbe compiere in difesa dell'ambiente e delle tasche dei consumatori
Atroce svarione geografico del quotidiano romano, che colloca nel capoluogo del Fvg il blitz contro le infiltrazioni camorristiche avvenuto invece nel litorale veneziano. Colpa di un articolo non troppo centrato, di un titolista frettoloso e di un caporedattore distratto. E colpa di un giornalismo diventato ormai soprattutto una catena di montaggio: considerazione che vale per tutte le redazioni italiane, grandi e piccole
In nessun Paese europeo impone il vaccino per legge, se non per circoscritte categorie di lavoratori. E perfino il lasciapassare verde – che si ha anche solo coi tamponi - è limitato a specifiche situazioni. La Lega, dopo il vertice con i governatori, appare più in sintonia con il Continente della sinistra giacobina. La distorsione delle parole di Draghi (unico punto di equilibrio) e il rischio di radicalizzare lo scontro a favore di Fdi e no vax
Obbligo vaccinale, leadership padana, immigrati: in conferenza stampa il premier tocca tre punti dolenti che fanno sobbalzare il Carroccio, già da tempo roso da malumori, contraddizioni, imbarazzi. Sbotta il "partito dei governatori", Zaia in testa. Il governo non corre (ancora) rischi, ma il segretario fa sempre più fatica a mantenersi in l’equilibrio tra le anime interne. Sale il peso del test delle Comunali d’inizio ottobre. E Giorgetti incombe
Dubbi sulle dichiarazioni di qualche ministro su un tema che riguarda da vicino il tessuto produttivo del nuovo triangolo industriale. Emerge un intento punitivo soprattutto nei confronti delle grandi aziende, già denunciato da Confindustria. E si scoraggiano investimenti in Italia. In realtà basterebbe conoscere e applicare le regole europee, al limite rinforzandole, per far crescere impresa e occupazione
Milano appare in netto declino, il Veneto - grazie alla flessibilità delle sue pmi e all’arrivo dell’Alta velocità - potrebbe riprendersi, l’Emilia è a un bivio tra diventare territorio leader a livello nazionale o rimanere “modello” locale. In pochi mesi la pandemia ha ribaltato linee di tendenza strutturate. Ma in tutte e tre le regioni mancano luoghi di pensiero capaci di costruire il futuro
Il 3 ottobre l’ex Serenissima protagonista al Padiglione Italia all’Expo di Dubai: verrà proposta come modello mondiale proprio mentre dalla scienza arriva l’ennesimo allarme che la dà rischio sommersione e sgretolamento. Dalle magagne del Mose allo spopolamento del centro storico, alla proliferazione di b&b e bàcari posticci, per la laguna è il momento di decisioni rapide e draconiane
Dai proclami del 2017 al rilancio dell’estate 2021: anni buttati dalla Regione. Latitano le decisioni sul progetto del collegamento ferroviario Calalzo-Cortina, fermo su un binario morto. Il presidente Zaia continua con gli annunci e non si prende responsabilità. Intanto i costi sono lievitati, i sindaci valligiani litigano sul tracciato e il Pnrr è partito lasciando a terra le illusioni trasportistiche della montagna veneta
Sbagliato pensare che esistano scorciatoie per ottenere i finanziamenti previsti dai piani europei di rilancio post-pandemia. Chi tenterà di aggirare le norme sulla concorrenza e il divieto sugli aiuti di Stato potrebbe anche dover restituire gli eventuali anticipi ricevuti. Discorso che vale egualmente per ferrovie, porti, aeroporti interporti e autostrade
Le clamorose accuse di sfruttamento della manodopera a imprenditori geniali, innovativi e di spessore mettono sotto i riflettori un universo, quello delle cooperative e dell’esternalizzazione dei servizi, che assomiglia ogni giorno di più a un bubbone pronto a esplodere. Confindustria prenda posizione prima che sia troppo tardi
L'ideologia e l'esasperazione regnano sovrane nella disputa tra chi vuole costringere anche i dubbiosi a inocularsi il siero e chi predica un "liberi tutti" generalizzato. Hanno ragione i presidenti di Regione, schierati su una linea di prudente buon senso. Non resta che affidarci ancora al premier, capace di trovare l'equilibrio tra le varie esigenze. Cosa che sembra non riuscire a Confindustria, favorevole al "green pass" obbligatorio contraddicendo le scelte dei mesi scorsi
L’orizzonte a cui guarda Salvini non è quello di conquistare Milano, Bologna o Padova, bensì essere determinante a Palazzo Chigi. Per questo deve isolare Fdi e tenere aperto il dialogo con Renzi. Così, per paradosso, meno municipi il centrodestra unito conquisterà, più facile sarà per lui rafforzare il ruolo di governo del nuovo Carroccio draghiano
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