L’emergenza sanitaria ha accelerato la progressiva transizione verso un mondo sempre più tecnologico e digitale. A partire dallo smart working, con i suoi vantaggi e rischi. Sono però necessari investimenti consistenti e una regolamentazione chiara. Riportiamo l'articolo pubblicato sul sito lavoce.info e tratto da un contributo per Economics Observatory
Danone, Chiesi, Alessi, Davines e tra poco anche Scarpa. Sono sempre di più le aziende che scelgono questa certificazione che richiede di essere sostenibili a 360 gradi. Un modello di impresa che coniuga redditività d’impresa e attenzione al capitale umano e sociale. Un modello che supera i limiti del terzo settore e della cooperazione e guarda piuttosto a Marzotto, Rossi ed Olivetti
In Italia un punto vendita su tre non ha ancora riaperto a seguito del lockdown. È quanto emerge da un’indagine condotta da Engel & Völkers su un campione di 6.600 esercenti su base nazionale. il 14% degli intervistati dichiara di aver chiuso definitivamente, un altro 14% di non aver ancora riaperto “perché è troppo costoso”, il 49% di “aver riaperto ma con personale ridotto”, mentre il 29% conferma di essere “aperti a pieno regime”
Pubblichiamo la recensione del romanzo d’esordio di Jacopo Tondelli, giornalista e oggi direttore de Gli Stati Generali, “I giorni sbagliati”, pubblicato per Laurana editore, che sarà presentato giovedì 16 luglio alle 18.30 alla Libreria ItalyPost di Padova. A dialogare con l’autore sarà Alessandro Marzo Magno, giornalista e scrittore. Conduce l’evento Stefano Campolo, collaboratore de Gli Stati Generali
Era il 2003 quando Silvio Berlusconi scese a Venezia, accompagnato dall'allora ministro dei Lavori pubblici Pietro Lunardi e al "doge" veneto Giancarlo Galan, per porre la prima pietra al cantiere affidato per legge a un concessionario unico, il Consorzio Venezia Nuova, costituito nel 1985 tra le principali imprese di costruzione nazionali. Poi stop per scandalo tangenti che coinvolse Giovanni Mazzacurati,lo stesso Galan assieme all'assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso, e l'allora sindaco di Venezia Giorgio Orsoni
“E’ un anno indubbiamente difficile, soprattutto per la Docg. Ma, proprio per questo, dobbiamo considerarlo un anno zero. Facendo tutti un passo indietro per essere in grado di ripartire più forti nel 2021” A dirlo è Giorgio Polegato, presidente di Astoria, una delle case vinicole più importanti del mondo del prosecco. Che aggiunge: "1/3 delle aziende a rischio? Direi proprio di no"
Il mese di maggio non porta particolari sorprese nella diffusione dei quotidiani locali rispetto alle rilevazioni di aprile. Arena e Giornale di Vicenza perdono l’11% su maggio 2019, Il Gazzettino il 7%. I principali quotidiani del Gruppo Gedi crescono di poco ma Nuova e Corriere delle Alpi fanno + 7 e +9%. Il Trentino fa + 13 ma l’Adige perde l’11%. A livello nazionale il Corriere tiene mentre Repubblica "regala" 20.000 copie al Fatto. Ma il problema principale è ora la pubblicità
Mentre il neo presidente nazionale Carlo Bonomi interpreta una linea di autonomia nei confronti della politica, in Veneto sembra prevalere una subordinazione passiva nei confronti del governatore regionale. Anche quando, nell’esclusivo interesse dei propri associati, andrebbe incalzato
L'ormai ex consigliere regionale Stefano Fracasso presenterà giovedì 9 luglio alle ore 18.30 alla libreria ItalyPost di Padova il suo libro - manifesto per un Veneto che può diventare leader nel campo della sostenibilità. Ne discuteranno con lui imprenditori e professionisti. Pubblichiamo la recensione di Albino Salmaso uscita nei giorni scorsi sui quotidiani del Gruppo Gedi
Mentre la Doc è in piena salute, la Docg sta attraversando un momento difficile con prezzi in discesa e scorte in aumento. Ma, se la crisi riduce i margini, non sembra mettere in pericolo il tessuto produttivo, che, tranne rari casi, dovrebbe reggere. Le tensioni nel consorzio figlie della battaglia tra coltivatori e produttori
Il cda ritiene che l’ops «non concordata con l’emittente, non sia conveniente per gli azionisti di Ubi Banca». Al contrario, conviene solo ai soci della banca guidata da Carlo Messina. L'offerta non riflette il reale valore dell'istituto. L’offerta, «non prevedendo un corrispettivo per cassa, pone a carico degli azionisti di Ubi Banca i rischi connessi al raggiungimento degli obiettivi» fissati da Intesa. Inoltre il concambio «non remunera adeguatamente tali rischi e, inoltre, comporta un’allocazione del valore e delle sinergie molto più favorevole» ai soci di Intesa. Un’offerta insomma tesa solo ad eliminare un concorrente.
Pubblichiamo alcune pagine del volume di Mike Rother "Toyota Kata" che sarà presentato lunedì prossimo 6 luglio alle 18.30 alla Libreria ItalyPost di Padova. I posti disponibili, anche a causa delle limitazioni sanitarie, sono già esauriti ma il libro è disponibile presso la nostra libreria. Il giorno successivo l'incontro sarà trasmesso dalla pagina Facebook della Liberia ItalyPost
Con la Vigilanza della Bce che sollecita a gran voce il consolidamento bancario e Intesa Sanpaolo sempre più vicina a Ubi, si ragionava da tempo sul “pretendente” pronto a muovere sul Monte dei Paschi di Siena. Qui, infatti, il Tesoro, che ha in mano il 68,2% del capitale, dovrebbe uscire entro il 2021 per cedere il posto a un nuovo azionista di maggioranza. Che, stando alle ultime indiscrezioni, potrebbe essere il Banco Bpm, ossia il gruppo nato nel 2017 dall’unione del Banco Popolare di Verona e della Popolare di Milano
In Veneto dai 140,2 miliardi di prestiti del 2015 si è scesi a 118,9, nel frattempo i depositi sono saliti da 105,2 a 129,7. E il lockdown ha accentuato la tendenza. Per Confapi Padova “sono gli imprenditori a non rivolgersi più alle banche perché le politiche di corto respiro del Governo e un quadro normativo iperburocraticizzato disincentivano gli investimenti”. Riportiamo l’analisi del centro studio di Confapi Fabbrica Padova
Secondo EY, le fintech sono state in media meno danneggiate dalla crisi dovuta al coronavirus, riuscendo anche, in alcuni casi, a guadagnare importanti quote di mercato, mentre un’indagine condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano ha rilevato che le transazioni online ad aprile hanno fatto registrare un +32%. Ma il rapporto con la clientela nel “new normal” sembra non essere destinato a tradursi in una relazione al 100% digitale. Pubblichiamo l'analisi proposta sul sito bebeez.it
C’è stato un momento nel quale qualcuno ha pensato che per fermare il Covid bisognasse chiudere le fabbriche. E’ stato il frutto avvelenato della cultura anti industriale di una parte del paese. In un momento così difficile, bisogna trovare il coraggio e la forza per aprire, anche solo per una mezza giornata, le porte delle nostre imprese. Perché non possiamo più permetterci che qualcuno possa pensare che l'Italia, senza fabbriche e senza lavoro, possa farcela lo stesso
Ritorna Open Factory, la manifestazione che vuole far capire l’importanza della nostra manifattura e il suo ruolo anche sociale. Quest’anno una sezione dedicata ai campioni della lotta al Covid. Domani l’anteprima su corriere.it. Tra i protagonisti del Nordest Daniele Lago e Walter Bertin di Labomar
Chissà, chissà domani, libro di autori vari curato dai giornalisti Giuliano Ramazzina e Mauro Mazza giovedì 2 luglio sarà presentato alle 18,30 alla libreria ItalyPost by Lago di Padova. Sono sedici i contributi raccolti. Lo scrittore Nicolai Lilin: «Senza condivisione non esiste cultura», afferma l’autore del bestseller Educazione Siberiana, diventato un film cult diretto da Gabriele Salvatores
Secondo l’Istat nel primo trimestre l’Emilia cala del 2,4%, la Lombardia del 3% e il Veneto del 3,2%. Si allarga la forbice nel nuovo triangolo industriale a favore degli emiliani. Che sono in settori meno esposti alla crisi ma hanno anche un tessuto con una cultura industriale più forte. Le analisi sulle provincie
E’ uscito oggi per Egea, “Oltre la fragilità”, il libro di Antonio Calabrò dedicato al post pandemia. Una lettura equilibrata, ma dalle tesi nette, su quanto è accaduto in questi mesi e sulle conseguenze che dobbiamo trarne. Un libro che incrocia letteratura e sociologia per diventare quasi un manifesto “politico”, nel senso più alto e nobile del termine. Di questo volume anticipiamo alcune pagine estratte dal capitolo dedicato alla capitale lombarda
L'emergenza sanitaria ha esacerbato problemi già esistenti: offerta in eccesso, Horeca in crisi, poca innovazione, assortimenti limitati e margini in diminuzione. Tra le possibili tendenze future ci potrebbe essere una maggiore domanda di prodotti d’alta gamma. Ma il futuro sarà sicuramente impegnativo per il settore. Riportiamo l'analisi pubblicata oggi su Wine Meridian
Il presidente del Cuoa è soddisfatto dell’accordo con Politecnico di Torino, Sapienza di Roma e Università di Palermo. “Il merito è di De Toni – dice – che ha concepito un modello originale che potrà farci crescere”. Ottimi i rapporti con Ca’Foscari e le altre del Nordest. Nessuna concorrenza con Bocconi e Luiss perché loro operano su segmenti di mercato e con modelli diversi
Ora che è partita l’aggregazione tra Rimini e Bologna, basterà a Verona l’aumento di capitale da 30 milioni per sopravvivere da sola? Le incognite del mondo del vino che, nella crisi, sarà costretto a scegliere tra Vinitaly e ProWein. E le aziende in crisi acquisteranno ancora spazi? Ecco perché, se andrà bene, in Italia ci sarà spazio per due soli poli fieristici e Verona dovrà decidere a chi andare in sposa
“La fusione tra Piaggio e Aprilia rappresentava il punto di arrivo progettato dalle banche. Lo sapevo perché, pochi anni prima, quando Piaggio si trovava in pessime acque, degli emissari degli istituti di credito mi fecero capire che avrebbero avuto piacere e si sarebbero adoperati perché Aprilia acquisisse la casa di Pontedera”. Pubblichiamo qui un capitolo del libro autobiografico di Ivano Beggio, curato da Claudio Pavanello appena uscito e da oggi in vendita sul sito ivanobeggio.com
La proprietà e la gestione familiare incidono sui risultati aziendali. Gli effetti però mutano in modo significativo con la dimensione dell’impresa. Possono essere positivi per gli operatori piccoli, mentre diventano negativi per quelli più grandi. Pubblichiamo l'analisi proposta sul sito lavoce.info
La ristorazione include tipologie di cucina molto diverse tra loro, per cui risulta difficile trarre bilanci sulla salute del settore “post-Covid” – ammesso che possiamo ritenere chiusa l’emergenza -, come pure elaborare analisi di carattere generale. Allora, per provare a fare un punto, abbiamo provato a sentire alcuni dei protagonisti. Valentinetti: “A soffrire di più saranno i locali di fascia media”. Melis: “Carte vincenti innovazione, qualità e capacità di reinventarsi”. Moro: “Primi segnali di normalità, ma calo innegabile”
Lo stop alle vendite della stagione primavera/estate porta a pesanti ripercussioni, che arriveranno almeno fino al 2021, tra i produttori calzaturieri. Si stimano cali per il 2020 tra il 40 e il 50% e la chiusura del 20-30% delle aziende. In fortissima difficoltà le piccole aziende ma anche brand storici come Geox e Tod’s
Il Guardian racconta oggi dell’audizione tenutasi alla Camera dei Lord sull’evoluzione possibile della pandemia. E tra i massimi esperti cita Mauro Giacca, già direttore del ICGB di Trieste, trasferitosi, non senza polemiche, al King’s College di Londra. Ecco l’articolo del quotidiano britannico e l’intervista che Giacca rilasciò a VeneziePost il mese scorso
Parla l’amministratore delegato dell’impresa champion nelle calzature tecniche da montagna. “Il consumatore sarà esigente e non chiederà solo se non inquini ma anche che cosa fai per i tuoi collaboratori e cosa restituisci alla tua comunità. C’è un crescente interesse verso la montagna che favorisce chi, come noi, opera su questo segmento di mercato. Abbiamo spazi di crescita importanti. Acquisizioni? Non sono all’odg e comunque solo se coerenti. La ripresa sarà complicata ma abbastanza veloce. E l’Italia ce la può fare. Ma ha bisogno di marketing per raccontare i suoi punti di forza”
VeneziePost ha tradotto e confezionato in ebook il testo integrale di "The New, New World Order" , uno scritto di Joe McCann, hacker e strategist nel settore cloud e intelligenza artificiale di Microsoft. Un testo che stimola riflessioni non convenzionali sulla fase post covid, che aiuta a guardare ai problemi nuovi che la pandemia ha determinato su temi come lavoro, finanza, sicurezza nazionale, nazionalizzazioni e molto altro. L'ebook gratuito è scaricabile al fondo di questo brano dedicato alle nuove divisioni del lavoro
Sparite le banche popolari e polmoni finanziari, senza gruppi industriali forti, con le multiutilities sulle strade per Bologna e Brescia, con le fiere ko, chi potrebbe governare un Veneto, che dopo la crisi Coronavirus, sta dando segnali di novità impensabili fino a pochi mesi fa? Ce la faranno gli industriali e Zaia, che sembrano gli unici soggetti forti rimasti, ora che arriveranno un mare di finanziamenti dall'Europa, a costruire una agenda comune di rilancio? Difficile, ma un’occasione come questa non ricapiterà più
Quanto durerà la crisi legata al coronavirus? La volatilità attesa sui mercati finanziari sembra suggerire che negli Stati Uniti la recessione andrà ben oltre il 2020, sollevando dubbi sulla rapida ripresa indicata nelle stime di organismi internazionali
La popolare finita a Milano, Agsm in direzione Brescia, l’aeroporto salvato da Marchi, la Fondazione depauperata, Fiera e Arena in declino e le convulsioni in Cattolica segnano il percorso di un declino culminato oggi con le inchieste sulle infiltrazioni della ‘Ndrangheta. Perché, quando una classe dirigente non vuole affrontare la realtà i tessuti economici e sociali ne escono deteriorati
Mentre in Italia cresce il rumore di fondo di musicisti e teatranti, organizzatori e uffici stampa, tutti ad annunciare e un po’ trarre in inganno sulla realtà effettuale, a Vicenza è riuscito il gioco di prestigio: il più antico teatro coperto del mondo riapre i battenti nel giorno stesso in cui è permesso farlo e ben pochi lo fanno, lungo la Penisola
Non è stata la scarsità di risorse a mandare in coma il Mart. Che anzi ha continuato negli anni ad avere bilanci e contributi sostanzialmente simili. La responsabilità cade principalmente su una visione “provinciale” della cultura e sull’incapacità di elaborare un modello alternativo a quello che si voleva sostituire. Sgarbi impegnato su troppi fronti. Se non si reinventa bisognerà immaginare un futuro per la struttura firmata da Mario Botta
Un'accusa dura e diretta all'attuale classe dirigente italiana, composta da una generazione rassegnata all'impossibilità di 'cambiare le cose' senza neppure fare la mossa di provarci, anzi, decisa a far scivolare le proprie carriere sull'onda delle relazioni con il più forte, il più potente, il più influente. Pubblichiamo la recensione di Stefano Campolo del romanzo d’esordio di Jacopo Tondelli, giornalista e oggi direttore de Gli Stati Generali, “I giorni sbagliati”, pubblicato per Laurana editore
Per il presidente di Mevis e del Cuoa Business School Federico Visentin, “se vogliamo far tornare grande il Veneto dobbiamo renderlo attrattivo. E una delle leve fondamentali è cercare di portare grandi multinazionali dei settori più innovativi, possibilmente legate alle reti di subfornitura che in questa regione sono particolarmente forti”. Ma ci deve aiutare la politica perché noi industriali non siamo bravi a lavorare per obiettivi comuni
La nuova frontiera sono i treni ad idrogeno che possono sostituire quelli a diesel. In Veneto ci sono 400 km di linee non elettrificate. I finanziamenti dell'Europa potrebbero portare a un sistema metropolitano di superficie sostenibile. Che fine ha fatto il treno per le Dolomiti? E che fine hanno fatto i progetti sull'idrogeno che dovevano realizzarsi in Veneto? Se continuiamo così rischiamo di perdere anche questo treno
Che senso hanno indagini come quella della Fipe che misurano un periodo estremamente ridotto e mixano pizzerie e ristoranti che fanno fine dining? Se, da una parte servono analisi più dettagliate, capaci di distinguere tra le diverse tipologie di locali, nel prossimo futuro ci sarà comunque una discriminante fondamentale: la qualità. Perché, imprenditori, soprattutto nella ristorazione, non ci si improvvisa
Per il managing director di Italian Design Brands (IDB), polo industriale che raggruppa sette aziende del design, lo stop dovuto all’emergenza in Italia si farà sentire più nel campo della distribuzione che in quello della produzione. E quelli che potevano essere punti di debolezza si stano trasformando in punti di forza. Così per il digitale dove la crisi ci ha permesso di recuperare un ritardo
La discesa in campo di Sala avvenuta nella giornata di ieri è stata disastrosa. Tra recupero di visioni ottocentesche e comparsate Tv nelle quali è tornato a contraddire le scelte compiute pochi giorni prima, non si è sentito nulla che esprimesse comprensione dei problemi e visione del futuro. Che il Pd possa scegliere lui piuttosto che il pragmatico governatore dell’Emilia sarebbe solo la prova che quel partito è specialista nel farsi del male da sé
Per il chief executive officer & head of design di Lago S.p.A., la sfida per il settore si gioca soprattutto sul campo digitale: “Chi non riuscirà a sfruttare le sue potenzialità, non avrà futuro”. In linea con le stime sugli altri settori, secondo il Ceo potrebbero fallire il 10% delle aziende. “Ad aprile abbiamo registrato flessioni anche del 50%, ma maggio in miglioramento e si spera in una ripresa a giugno”
Siamo di fronte a un tentativo, pericoloso, di auto-assoluzione. Favorendo una narrazione che racconta la pandemia come una tragedia imprevedibile si cerca di nascondere le nostre responsabilità. Ammetterle è il primo passo da compiere per riprogettare il mondo dopo la pandemia e per iniziare ad affrontare con la giusta mentalità le enormi sfide che ci aspettano. La prima, e più urgente, è quella climatica
Sarà una rivoluzione ancora più grande di quella avvenuta con le due crisi precedenti. Ma pur avendo avuto una importante flessione nei mesi scorsi ora siamo ripartiti a peino regime. E anzi sono molto ottimista, perchè in futuro si investirà di più nell’arredamento per crearsi un ambiente più confortevole. E il Made in Italy ne uscirà più forte
La lettera di Ivass mette Bedoni, e la classe dirigente veronese che non lo ha mai contrastato, con le spalle al muro. Di fronte alla pesantissima diluizione che avranno i soci con l’aumento di capitale difficile che veronesi e bresciani mettano mano al portafoglio. Potrebbe farlo solo qualcuno che, attraverso la trasformazione in spa, avesse la garanzia che la compagnia lavora per produrre redditività e non soltanto la gestione dei posti di potere
Su lavoce.info una approfondita analisi sul settore. Trasporto locale e a lunga percorrenza devono affrontare sfide diverse nel dopo-lockdown. Per il primo, fortemente sussidiato, il problema è soprattutto organizzativo. Nel lungo raggio si prefigura l’uscita dal mercato di molte aziende
Da lavoce.info riprendiamo l'analisi pubblicata ieri. I dati di maggio indicano che la recessione da Covid-19 si sta attenuando, anche se in misura variabile tra paesi. Di certo però i segni della crisi sul mercato del lavoro e nei bilanci aziendali si vedranno a lungo. Sia nell’Eurozona sia negli Stati Uniti e in Cina
L’ipotesi prospettata da Monitor di VeneziePost che Zaia possa dare al Veneto una nuova agenda politica è irrealistica. Zaia alla fine resta quello che è, ed è difficile che cambi. Un politico abile nel farsi scivolare tutto addosso, che piace ai Veneti per il suo non essere, più che per l'essere. Perché essere è difficile, genera dissenso. E poi c’è la partita con Salvini…
Il voto a luglio favorisce il Pd, che conquisterebbe quattro regioni e lascerebbe alla Lega solo il Veneto. Ma più che al partito di Salvini, lascerebbe la regione a Zaia, l'arcinemico del leader della Lega. Vero è che Conte ha tutta la convenienza che si voti in autunno, ma tra Conte e i suoi governatori, chi sceglie il Pd? Bonaccini non ha dubbi, Zingaretti si, il Pd del Veneto forse nemmeno ha capito che partita si sta giocando
Nella crisi ufficialmente la formazione è proseguita a distanza. Nella realtà la situazione è assai più critica. Non si ha idea di come ricominciare a settembre. Come per altri settori, come la giustizia, il contratto del pubblico impiego favorisce una sorta di rallentamento o addirittura uno stallo. Ci stiamo tutti – nel senso di componente deteriore di un modo di intendere l’impiego pubblico - “meridionalizzando”?
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