In queste elezioni basteranno uno o due punti percentuali di differenza per decidere il destino dei partiti e soprattutto delle loro leadership. Come anche gli equilibri regionali: in Veneto la Lega potrà rivendicare la presidenza regionale? In Lombardia inizierà l'era Moratti? Bonaccini sarà in grado di tenere in forze un partito "depotenziato"? Certo è che se l’Italia vuole uscire viva dalla tremenda crisi che la aspetta deve recuperare (se non l'uomo) almeno lo spirito di Draghi
Le elezioni sono ormai alle porte: domenica 25 settembre tutti gli italiani aventi diritto di voto si ritroveranno alle urne elettorali per l’elezione dei prossimi membri del Senato e della Camera. Le votazioni si svolgeranno dalle ore 7 alle 23, per poi procedere con lo spoglio dei voti.
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Gli occhi sono puntati sull'Italia. Von der Leyen avverte: "Se le cose dovessero andare per il verso sbagliato, abbiamo gli strumenti per agire". Una vittoria della destra alle elezioni preoccupa l'estero ma anche il ceto produttivo del Nord, che teme un diverso posizionamento dell'Italia in Europa. Rischierebbero di mutare i rapporti con partner commerciali come Germania e Francia
Va avanti la fusione tra le due associazioni, che darà vita ad una nuova territoriale guidata da Leopoldo Destro. “Vogliamo dare identità ad un’area metropolitana ben riconoscibile di fatto ma che non ha progettualità comune anche perché non corrisponde ai confini amministrativi delle diverse province interessate. Solleciteremo le istituzioni anche per politiche infrastrutturali”. Sulla possibilità che confluiscano altre territoriali: “Siamo un'associazione inclusiva, ma prima bisogna mettere a terra questa fusione”. E su Bonomi ministro dell’Industria: “Lui ha risposto di voler portare a termine il suo ruolo in Confindustria ed è quello che ci auguriamo che accada”
I primi cittadini di Bergamo, Bologna e Firenze si dicono pronti a porre anche sul tavolo del nuovo Governo il provvedimento di iniziativa popolare sul decoro urbano, la tutela del commercio di prossimità e il contenimento del fenomeno 'bnb'. Questo, dopo la frenata seguita al voto contrario di Lega e 5Stelle e al parere negativo del ministro Garavaglia sugli emendamenti
Dal 20 al 23 ottobre – con anteprima il 19 – Mestre ospiterà il Festival organizzato dalla Fondazione Gianni Pellicani. Nell'undicesima edizione, diretta e curata dal filosofo Marco Filoni e dalla scrittrice e regista Alessandra Viola, workshop, dibattiti e spettacoli tratteranno il tema dell’incertezza e del cambiamento del momento storico attuale, alla luce delle crisi ambientale ed energetica
La vera novità del dopo voto sarà la nascita di quella che si può definire una sorta di "Lega Sud" capeggiata da Conte. Un partito della spesa pubblica che macina consensi garantendo il reddito di cittadinanza. Mentre il Nord con la perdita d'identità della Lega, con FdI a trazione "romana" e un Pd che non ha mai saputo interpretarlo, rischia di rimanere senza rappresentanza. È ora di smetterla di inseguire chimere e slogan per costruire una politica capace di trainare il Paese in Europa
Nel pre-assemblea emerge una sola certezza: l’emorragia di voti dalla Lega. E se non manca l’indecisione in un periodo che chiede risposte urgenti a problemi complessi, chi si esprime è fortemente polarizzato tra due soli soggetti: Calenda e Meloni. I leader oggi hanno giocato le loro carte, ma chi sarà riuscito a spostare più voti?
Missili sui Cinquestelle. Richiesta di competenti perché “l’impresa è un valore”. Applausi per Draghi. Nella provincia simbolo degli imprenditori del Nord confronto tra Letta - Calenda e Urso. L’applausometro va a Calenda, ma il cuore batte per Meloni. Zaia, in feeling con Bonaccini, parla solo di autonomia. Urso (FdI): "Abolire il Reddito di cittadinanza"
Il presidente della Regione Stefano Bonaccini replica alle voci di un suo futuro come segretario del Pd, nel caso di un risultato negativo alle prossime elezioni. In risposta, prende le distanze e richiama l'attenzione all'impegno quotidiano per ottenere il miglior risultato possibile: "Ogni sera cerco di essere in qualche luogo a dare una mano al partito"
Si deve ancora votare per le politiche e già si pensa alle regionali. E il partito di Giorgia Meloni sembra avere già una strategia chiara. Per il dopo-Zaia la candidata sembra poter essere l'attuale assessore al lavoro Elena Donazzan. Intanto in Lombardia La Russa non esclude una candidatura di Moratti, che ringrazia per la stima. Sull'ex sindaca di Milano potrebbe addirittura crearsi un'ampia convergenza che va da Fdi a Calenda. Mentre il Fvg potrebbe essere l’unica regione da lasciare nelle mani della Lega
In Friuli Venezia Giulia c’è chi teme il tracollo e chi, invece, in queste elezioni politiche vede la possibilità di avere un successo tale da poter fare la parte del leone anche per le prossime regionali di maggio. Meloni, che punta alla vittoria anche nelle regioni storicamente leghiste, si sbilancia mettendo addirittura in discussione la ricandidatura naturale dell’attuale governatore leghista Fedriga
Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d'Italia, impegnato in un tour di incontri con imprenditori in Veneto, che proseguirà in serata a Treviso, si dice favorevole all'autonomia regionale, ma con un rafforzamento dello Stato centrale attraverso il presidenzialismo. L'imprenditore: "In Italia per uscire da questa situazione è necessaria una nuova Costituente"
Secondo l'ultimo sondaggio Demos, Fratelli d’Italia potrebbe non solo superare il Carroccio, ma addirittura doppiarlo in regione (30,5% contro il 14,4%). La Lega sarebbe addirittura sotto al Pd, stabile attorno al 19%. Doccia fredda per Calenda: auspicava un 20% ma sembrerebbe fermo al 7%. Il sondaggio viene pubblicato nello stesso giorno in cui Guido Crosetto, ambasciatore di Fdi, è impegnato in un tour nel mondo economico nordestino
La questione non è banale perché con il loro voto potrebbero essere decisivi. La maggioranza dei collegi uninominali andranno al centrodestra, ma ce ne sono almeno 14 (secondo YouTrend) effettivamente contendibili. Il dilemma è: votare Letta per togliere seggi a Meloni, o scegliere il pragmatismo del duo Calenda-Renzi creando un terremoto ai vertici Pd?
I "politici- autori" di spessore invitati a Pordenonelegge sono solo due: Fedriga e Renzi. Il primo è un governatore leghista di linea anti-salviniana e filo draghiano, il secondo è l'ex premier e tessitore del Terzo Polo, Renzi. A dialogare con quest'ultimo sarà il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Agrusti. Ormai è chiaro: le confindustrie del Nord hanno scelto come interlocutore privilegiato il Terzo Polo, o comunque chiunque sia in grado di portare Draghi al Quirinale e garantire un governo di sua emanazione
Ad attendere il leader leghista a Treviso una fronda di militanti leghisti con cartelli poco benevoli (uno recita: "Scemo io che ti ho creduto e pure votato"). Nelle ore precedenti sotto un post di Mario Conte, esponente di spicco della Lega veneta e sindaco della città, si leggevano numerosi commenti contro il leader: "Farsi accompagnare da Conte e da Zaia è l'unico modo per non trovarsi con tre persone davanti”
Il segretario dem e il sindaco di Milano si sono incontrati per parlare di futuro. Tra i temi posti sul tavolo le elezioni politiche del 25 settembre, ma anche le regionali del 2023. "Sala candidato? Avrebbe il mio sostegno", commenta Letta. Nessuna risposta dal primo cittadino. La sua candidatura potrebbe garantire di certo un'apertura anche da parte del Terzo Polo, ma sarebbe sufficiente per contendere al centrodestra una che governa da trent'anni?
Dopo il mancato accordo sui nomi di Scaroni e Uva come successori dell'ad Novari e le riunioni 'in solitaria' del trio Draghi-Zaia-Malagò, oggi sono Sala e Fontana a battere i piedi. Invocando un accordo prima delle elezioni sul successore di Vincenzo Novari alla guida dell'organo organizzatore delle Olimpiadi invernali del 2026, contro un fronte opposto che non sembra avere alcuna fretta
Ecco perché il governatore dell’Emilia Romagna è il miglior candidato per il dopo Letta. E se la Lega andrà sotto il 10% Zaia potrebbe (con Fedriga e Giorgetti) trovare la forza e il coraggio di spodestare Salvini. Letizia Moratti destinata a conquistare la Lombardia. E se lo facesse con il Terzo Polo ne diventerebbe la leader. E così l’asse politico nazionale si sposterebbe nelle tre regioni più produttive del Paese
L'ex ministra del governo Draghi, Gelmini, apre a una candidatura di Letizia Moratti per il Terzo Polo. Gli fa eco anche Matteo Renzi. Il breve commento dell'ex sindaca sulle avance lasciano aperto uno spiraglio. Un eventuale candidatura politica sarebbe un bella grana da risolvere per partiti come Fi, Lega e anche Pd, visto che molti dei voti moderati potrebbero confluire proprio sulla sua persona
Il governatore si è visto costretto a rispondere a tono all'unico esponente politico che poco più di un mese ha auspicato una scalata al vertice del Pd, incoronandolo come prossimo leader progressista. Il leader di Iv ha accusato il Pd di essere stato contro il Governo. Bonaccini: "Se c'è una forza politica che non ha perso un momento per dare sostegno a Draghi quella è il Pd"
Quale è l’obiettivo che si deve dare chi pensa agli interessi di chi lavora e produce? Portare Draghi al Quirinale e far nominare da lui un presidente del consiglio di sua fiducia. Come arrivarci? Attraverso un buon risultato del partito di Calenda e Renzi, tale da permettere al più antipatico dei protagonisti della politica di destrutturare centrodestra e centrosinistra, confinando ai margini Meloni e Conte
Il centrodestra parte favorito per le elezioni del prossimo 25 settembre. Ma a determinare se la possibile vittoria sarà un successo assoluto saranno anche le scelte del centrosinistra. Fdi, Lega e Fi, formano un'alleanza apparentemente granitica. Al suo interno le ambizioni dei singoli partiti potrebbero innescare nervosismi al momento dell'assegnazione del candidato ai collegi uninominali. Il Pd può formare un cartello di ampia coalizione con tutti dentro, ma Calenda temporeggia
In prima pagina de Il Foglio, questa mattina, il direttore Cerasa scriveva: "Grandi corteggiamenti per Matteo Zoppas da parte di Meloni". Instillando così il dubbio di una candidatura dell’ex presidente di Confindustria Veneto nelle fila di Fdi. Zoppas smentisce: "Il mio impegno non può che essere concentrato nelle attività di famiglia". E aggiunge "sono a disposizione di tutte le forze politiche, senza distinzioni, per un confronto sulle tematiche industriali"
Uno dei fedelissimi di Salvini, il padovano Ostellari, sarà chiamato a coadiuvare il responsabile organizzativo federale, Roberto Calderoli, in vista della imminente campagna elettorale. A causa della nuova investitura lascia l'incarica di commissario dell'Emilia-Romagna. Salvini chiama in Lombardia un uomo fidato notoriamente influente in regioni chiave come Veneto ed Emilia
L'assessora al Welfare non molla l'osso e richiama la coalizione del centrodestra all'attenzione: "Confermo la mia disponibilità a candidarmi e aspetto una risposta urgente. Altrimenti farò le mie scelte". È a questo punto ad un bivio: aspettare un'ipotetica vittoria alle politiche di Fdi, che potrebbe a quel punto avere la forza di imporla come candidata del centrodestra al Pirellone, oppure cedere all'attrattiva di Calenda. La scelta potrebbe influenzare gli equilibri nazionali
"Se fossi Letta scegliere Stefano Bonaccini come primer, lui sa come vincere delle elezioni all'apparenza già perse". Così Matteo Renzi, in un'intervista al Corriere della Sera, lancia il governatore emiliano come candidato ideale del Pd. Prevedibilmente, Bonaccini smentisce. Ma forse sotto l'endorsement c'è un ragionamento fine: il governatore emiliano potrebbe essere figura chiave per conquistare senatori nei collegi dell'Emilia, Toscana e Lombardia
Dopo sole 24 ore dallo strappo al governo gli effetti già si vedono sia nel partito azzurro che nel Carroccio. Dopo quasi 25 anni di militanza stracciano la tessera i tre ministri del governo Draghi, Gelmini, Brunetta e Carfagna. Secondo L'Espresso i primi due si dirigono verso Azione di Calenda. L'ala governista nella Lega rimane invece silenziosa, pur avendo subito una sconfitta. Si fa sentire solo Giorgetti, amareggiato: “Poteva finire in un modo istituzionalmente più dignitoso”
Dopo ore di trattative, risoluzioni e riunioni, è emerso che Movimento 5 Stelle, Lega e Forza Italia non parteciperanno al voto di fiducia al Governo al Senato. Così, Mario Draghi non ha i numeri per continuare a governare. Esultano nel Carroccio i seguaci barricaderi di Salvini. Perde la partita invece l'ala governista della Lega quella composta da Giorgetti, Zaia e Fedriga. Anche Forza Italia ne esce spaccata: la ministra Gelmini lascia il partito azzurro
L'assessore allo Sviluppo economico del Veneto Roberto Marcato: "Non c’è una Lega di governo e un'altra no, ma esiste una Lega che vuole lavorare per il bene del Paese e dei territori. Non ci voleva una crisi in questo momento, soprattutto guardando ai molti progetti che sono in cantiere o che stanno per partire. L’arrivo di un nuovo governo significherebbe ricominciare tutto da capo, o quasi"
Nominato solo lo scorso 22 febbraio come sostituto di Carlo Parmeggiani, Zulin vanta esperienze come vicedirettore del quotidiano 'Libero' e ha curato i libri Venexit e Indipendenza, da cui emergono le sue posizioni fortemente autonomiste. A lui i ringraziamenti di Zaia, in una nota rilasciata da Palazzo Balbi: "Gli faccio un grande in bocca al lupo per i suoi nuovi percorsi professionali"
Fedriga non esce allo scoperto e non firma l'appello dei sindaci e governatori per chiedere a Draghi di restare a Palazzo Chigi. Il presidente del Friuli Venezia Giulia, considerato un governista di ferro, ha capito forse quale vento soffierà mercoledì. Zaia al contrario, esponendosi per un Draghi bis, è stato zittito dai pretoriani di Salvini. Le faide all'interno del Carroccio continuano anche in piena crisi
Il premier Mario Draghi si dimette in Consiglio dei ministri consegnando le sorti di questa legislatura al presidente Sergio Mattarella. Che, però, annuncia poco dopo di non accogliere le dimissioni: "Si presenti in Parlamento per una valutazione della situazione". La partita è ancora aperta e tutta da giocare
Presentata ufficialmente la nuova giunta che accompagnerà le scelte del Sindaco di Parma Michele Guerra nei prossimi cinque anni. Vicesindaco sarà Lorenzo Lavagetto, il più votato della lista del Partito Democratico. Di Effetto Parma rimane Marco Bosi, già assessore nella giunta Pizzarotti. Esclusi a sorpresa i consiglieri eletti nella lista civica del sindaco
La votazione quasi all’unanimità porta a conclusione, dopo 4 anni di lavori, l’indagine conoscitiva sulle autonomie differenziate. La presidente della Commissione Corda: “Prodotto un documento corposo e prezioso che sintetizza le posizioni dei due rami del Parlamento”. Nel corso dei lavori erano stati auditi i governatori interessati di Emilia, Lombardia e Veneto
La lettera scritta dalla base leghista lombarda e fatta recapitare nella sede del Carroccio è critica nei confronti di Salvini e della sua leadership. I militanti lombardi invocano i congressi e reclamano l'autonomia del Nord. Alcuni sindaci locali non si dicono preoccupati, altri invece si uniscono all'appello. Il segretario è davvero a rischio? Ha con sé una cospicua corte dei fedelissimi, ma se in Lombardia la fiducia inizia a scricchiolare la situazione si fa problematica
È un Beppe Sala scatenato quello che oggi, a un evento in Stazione centrale a Milano, ha lanciato bordate un po’ su tutto ciò che sta a cuore al Pd, tanto da far pensare che anche lui voglia contribuire ai problemi del segretario dem. Il sindaco di Milano: "Il campo largo di fatto non esiste e io lo dico da tanto tempo, è evidente. E i 9 milioni stanziati dal Governo per la crisi siccità sono troppo pochi"
L’intervista del sindaco di Brescia che ipotizza sinergie con Verona in virtù della tessera di partito di Tommasi non va presa troppo sul serio. A ostacolare il rapporto lombardo-veneto è il terrore di Zaia che la Lega lombarda possa interferire con le politiche nella sua regione. Al massimo se a Vicenza vincesse il centrosinistra, qualcosa potrebbe muoversi in Agsm Aim. La deludente esperienza di Bergamo-Brescia capitale italiana della cultura
La Lega fa quadrato intorno ad Attilio Fontana mandando l'ennesimo segnale agli alleati del centrodestra e a Letizia Moratti. Sui tempi per il via libera degli alleati, il coordinatore regionale della Lega Cecchetti assicura che “saranno brevi: sia Daniela Santanché che Licia Ronzulli non hanno avuto dubbi su Fontana". Ma pesa ancora il mancato passo indietro di Moratti, l’incastro con le ricandidature di altri governatori (su tutta quella di Musumeci in Sicilia) e un vertice con gli alleati per il momento non in agenda
Dalla classifica del Governance poll 2022 di Noto Sondaggi per il Sole 24 Ore, che indaga il consenso ai governatori e ai primi cittadini, emerge come sia di nuovo Luca Zaia il governatore con più popolare (ma cala di quattro punti anno su anno). Seguono Massimiliano Fedriga (Fvg) e Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna). Fronte sindaci, il più apprezzato è il primo cittadino di Venezia (con un +10% sul '21). Beppe Sala cresce nei consensi ma rimane ai piedi del podio, seguito da Matteo Lepore
La cerimonia si è tenuta oggi, 29 giugno, a Palazzo Barbieri. Annunciata entro metà luglio la prima seduta del Consiglio comunale. Si ipotizza Elisa La Paglia, consigliera del Pd, come vicesindaco. Il neo sindaco Tommasi: “La vera sfida è ambire ad una buona amministrazione per dare a Verona quello che merita. Trattenere le risorse migliori, cioè i nostri giovani”
Un Fontana debolissimo, uno Zaia sulla via d’uscita da Palazzo Balbi e sonoramente sconfitto da Tosi a Verona e una Meloni interessata più al Lazio che alle regioni del Nord potrebbero portare il centrodestra a cercare una soluzione vincente nel suo passato. Se invece restasse fermo e fosse contrapposto ad un candidato avversario del calibro di Tabacci, potrebbe perdere perfino la Lombardia
Dietro le tre grandi vittorie a Verona, Padova e Parma c'è il lavoro di chi ha seguito le fortunate campagne elettoriali dei candidati: Giovanni Diamanti & Co, co-fondatore di Quorum e YouTrend. Diamanti: "La differenza la fanno i candidati: sia in caso di vittoria che di sconfitta. Non ci sono modelli o regole da seguire, bisogna basarsi sui valori della persona e sugli scenari. E soprattutto non fare errori"
Dopo i ballottaggi, con risultati non soddisfacenti per il centrodestra, in Lombardia implode il caso Fontana-Moratti. La vicepresidente si candida per le Regionali del 2023. Il governatore definisce l'operazione "strana" e Salvini corre a Milano per blindare il candidato della Lega. E il Carroccio diffonde una nota in cui conferma che “Fontana è il candidato naturale”
Dopo Bologna, Rimini e Ravenna vinti al primo turno nelle passate elezioni di ottobre, il centrosinistra conquista anche Piacenza, Parma e Riccione. Non si tratta di un dato scontato, perché in tutti e tre i Comuni il Pd era all'opposizione. A contribuire alla disfatta del centrodestra anche le liti fra Giorgia Meloni e Matteo Salvini in campagna elettorale. Bonaccini soddisfatto: "In E-R le coalizioni non si fanno a tavolino, ma solo sui programmi condivisi. Per non prendere in giro gli elettori"
La sconfitta a Verona ha scaturito riflessioni e attacchi da parte degli esponenti del centrodestra veneto e nazionale. Roberto Marcato: "Reazione sbagliata alla sconfitta: ognuno vuole difendere il proprio orticello". Flavio Tosi attacca Zaia: "Mi ha sbattuto la porta in faccia". Nel frattempo, esulta Fedriga: dopo Trieste, Pordenone e Monfalcone, anche Gorizia rimane nelle mani del centrodestra
Massimo Piccini, appoggiato dalle liste Azzano 33082 e Fratelli d'Italia, è stato eletto sindaco di Azzano Decimo con il 61,15% dei voti (3.971 preferenze). Al ballottaggio ha superato Enrico Guin, sostenuto dalle liste Partito democratico e Lista civica Azzano, che ha ricevuto 2.523 voti pari al 38,85%.
Al Comune di Feltre ha vinto Viviana Fusaro, candidata del centrodestra, che arriva al 52,4%, dopo il serratissimo testa a testa del primo turno contro Adis Zatta, del centrosinistra. L’affluenza registrata durante questa giornata di ballottaggio si ferma al 44%, due punti percentuali in meno rispetto a quella del primo turno
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