L'ex ministro della Giustizia e bossiano di ferro è il decimo presidente, in dieci anni, a lasciare l'incarico in Pedemontana Lombarda. La ragione starebbe in "sopravvenuti e inderogabili impegni personali". Ma alcune voci provenienti dal Pirellone ipotizzano che il dietro-front sia dovuto a problematiche prese di posizioni contro il leader della Lega
L'assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti, Corsini, illustra la strategia di viale Aldo Moro che dà continuità fino al 2024 ai 320 mln di investimenti già approvati da qui al 2023. Sul piatto, tra le altre misure, l'acquisto di 700 nuovi bus, l'elettrificazione delle ferrovie, mille nuovi chilometri di piste ciclabili e incentivi all'intermodalità
Primi nervosismi in vista delle elezioni amministrative in programma per il prossimo anno. Il partito della Meloni non appoggia per un secondo mandato il sindaco uscente Landriscina e punta sul segretario provinciale del partito Molinari. Salvini su tutte le furie accusa la collega leader di “non giocare da squadra”
Se siamo di fronte a uno scontro vero, che se fosse tale avrebbe il sapore di scissione, è ancora da vedere. L'alternativa è che stia andando in scena il solito gioco delle parti tra l’europeista draghiano Giorgetti e il turbo-sovranista non draghiano Salvini. L’ipotesi prevalente, negli ambienti leghisti, è che lo scontro finirà in un pari e patta
Il Gruppo, guidato dal sindaco Dipiazza, al quarto mandato è composto come il precedente da dieci assessori: di questi, 4 sono i nomi legati al partito di Giorgia Meloni, che ha raccolto più voti di tutti. Tra le novità Sandra Savino e Stefano Avian. Le prime dichiarazioni: "Non ho mai avuto alcun problema nelle mie squadre, mi auguro che procederemo ancora così"
Mezzogiorno di fuoco in casa Lega a seguito delle anticipazioni sulle parole del ministro leghista contenute nel libro di Vespa. Giorgetti, molto critico sulla scelta di collocazione internazionale del leader, sembra prospettare una nuova Lega: moderata, riformista, europea. Un golpe da parte dei giorgettiani? Non impossibile, ma per ora il timone del partito è ancora in mano al Capitano
Alma Mater, con una prorettrice vicaria donna e organi equamente spartiti per genere, appartenenza geografica e competenze accademiche, punta sull'equilibrio come chiave per far marciare la ricerca e una didattica che torna in presenza. Unife, invece, presenta all'Emilia-Romagna la prima rettrice nella storia accademica della regione, insistendo, anche qui, su un profilo di governance collegiale e condiviso
L'ex sindaco: “Bene il congresso del Pd veneto: ma che sia programmatico e non una lotta tra correnti. Zaia? Gode di molta popolarità, ma la troppa propaganda non riesce a non mascherare i fallimenti della Regione. Sull’autonomia nel 2017 la sinistra sbagliò. Tommasi e Giordani due buoni candidati, ma bisogna attendere le mosse del centrodestra”
L'ex calciatore ha unito il centrosinistra scaligero accettando la candidatura; è consapevole di giocare in una piazza ostica. Nel fronte rivale invece la situazione è più complicata: Fdi punta per una ricandidatura dell'attuale sindaco Sboarina, ma la Lega frena. Alla porta del Carroccio bussa Tosi: ci ha pensato Zaia ha chiudergli la porta in faccia
Il leader sconfitto del centrodestra ha appena annunciato il ritiro dal Consiglio comunale: sarà sostituito da Samuela Quercioli. Sull'altro fronte Italia Viva prepara la fronda contro la propria (ormai ex) capofila. Nel primo caso la mossa, pur non concordata con i partiti, risponderebbe a una "strategia di rilancio", nel secondo pare l'effetto del mancato ingresso in giunta dei renziani
"Napoli è una città straordinaria. Mettermi al servizio dei suoi cittadini rappresenta un onore e uno stimolo che affronterò con tutte le mie capacità", sono le parole di Beretta all'indomani della nomina. L'ex-deputatato Laboccetta: "Possibile che nella nostra città non ci fosse un professionista preparato e competente in materia di bilanci pubblici?"
Nulla di fatto dalla seduta straordinaria tenutasi in streaming a Venezia: il sindaco ribatte a ogni accusa: "Solo fango e calunnie, è tutto regolare". L'opposizione giudica insoddisfacenti le risposte. Seguono battibecchi tra fazioni. Una sola novità: il ricorso alle vie legati nei confronti del quotidiano Domani, che alle presunte malefatte lagunari ha dedicato una serie di articoli
Era il 22 ottobre del 2017 quando gli elettori veneti e lombardi si recarono alle urne per la consultazione sull'autonomia regionale. Un percorso intrapreso anche dall'E-R e che, nonostante le molte interlocuzioni, non ha ancora raggiunto gli obiettivi prefissati. E che rischia sempre più di restare solo una manovra propagandistica
Al round finale, Chies ha staccato Garbellotto di circa mille voti, raccogliendo il 53,46% dei consensi contro il 46,54% delle preferenze del patron del Imoco Volley. Il moderatismo pragmatico veneto, che storicamente ha governato la cittadina della Marca ha trionfato. Sconfitta invece la visione di una Lega troppo di lotta e poco di governo. L'errore di Zaia: essere andato contro all'archetipo dell'amministratore veneto
Il candidato del centrosinistra, sostenuto, tra gli altri anche dal M5s, ha trionfato con il 53,2% dei voti. Esce sconfitto dal ballottaggio il candidato del centrodestra Bianchi che si è fermato al 46,8% delle preferenze. Il commento del vincitore: "La Lega è nata a Varese, cinque anni fa qui è stata battuta e questa nuova sconfitta consolida un'alternativa alla linea del segretario della Lega Matteo Salvini, ma anche di Giancarlo Giorgetti"
Nel comune ferrarese di Cento a vincere al ballottaggio è stato Edoardo Accorsi, candidato sostenuto dal centrosinistra e dal Pd contro l'uscente Toselli. Accorsi vince con il 56,79% dei voti, per un totale di 7.693 voti, mentre Toselli rimane con il 43,21% dei voti, con 5.853. Al 18 ottobre alle ore 15 si è registrata un'affluenza del 50,06%
Se la leader di Coalizione Civica sarà la numero due della squadra, tra il pentastellato a la sardina a spuntarla è il primo (Rapporti consiliari e Agenda digitale), mentre il secondo, da delegato del sindaco, si occuperà di turismo. Già nella prima Giunta Merola, invece, torna in pista il deputato Luca Rizzo Nervo (Welfare), mentre una conferma è quella della Orioli (Mobilità e Infrastrutture. Lepore, poi, tiene per sè Cultura e Sanità, mentre al Bilancio va l'outsider Li Calzi
Con un’affluenza registrata del 52%, il candidato sostenuto dalle liste “Vivere San Vito”, “Cittadini per San Vito” e “Alternativa comune per San Vito” vince la sfida con Valerio Delle Fratte, candidato di centrodestra. Il neoeletto aveva già conquistato il primo turno registrando il 35,36% di preferenze contro il 33,98% dello sfidante, ma non sufficiente a concludere la sfida
Un fattore importante, se non decisivo, per far ritornare il centrosinistra al timone di Este dopo cinque anni, è stato sicuramente quello dell’ulteriore calo dell’affluenza alle urne, fermatasi al 52,8%, rispetto al primo turno (meno 5,9%). Nello specifico, comunque, al round finale, Pajola ha staccato il sindaco uscente di 513 voti, raccogliendo il 53,6% dei consensi contro il 46,4% di Gallana
Al ballottaggio il risultato finale si fissa sul 51,29% contro il 48,71% dello sfidante. L’uscente – a capo della coalizione di centrodestra - respinge a fatica la rimonta dell’ex senatore lettiano Francesco Russo: meno di duemila i voti di differenza tra i due. Impressionante il dato dell’astensione, salito al 58% nel secondo turno. Il capoluogo giuliano unica gioia di giornata per Meloni, Salvini, Tajani e alleati minori
Pozzani, appoggiato dalle liste Pozzani Sindaco e Lista Giovane per Bovolone, ha vinto con il 57,07% (3.684 voti), contro il 42,93% (2.771 voti) raccolto da Fiorini, candidata del centrodestra unito con le liste di Lega e Fdi. Situazione completamente ribaltata nel giro di due settimane, quindi. Al primo turno Fiorini aveva infatti ottenuto il 48,95% dei consensi contro il 40,39% di Pozzani
Ecco i primi risultati dello spoglio degli scrutini (140 su 238): Dipiazza al 51,2% contro il 48,8% di Russo. Al primo turno del 3-4 ottobre nessuno dei due era riuscito a superare il 50% di preferenze: avevano preso rispettivamente il 46,9% e il 31,6% dei voti.
Due settimane fa il primo round era finito con l'uscente sindaco Davide Galimberti al 48%, a un passo dalla riconferma, contro il 45% dell'avversario Matteo Bianchi. Il Carroccio però vuole vincere a tutti i costi e ha schierato tutti i suoi pezzi da novanta, a partire dal segretario Salvini, visto quattro volte in città negli ultimi 40 giorni. Per il centrosinistra, unito ai 5s, respingere l'assedio padano sarebbe un colpaccio
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E' tutta ancora da fare la squadra di governo del nuovo sindaco di Bologna: attese novità per mercoledì. Unica certezza, la vicesindaca in pectore, Emily Clancy di Coalizione Civica, mentre, per opposte ragioni, non sono più così blindati i posti da assessore del pentastellato e del giovane attivista civico, l'uno alle prese con la debacle di partito e l'altro ritenuto scomodo dal Pd
Il primo round è andato al candidato di Lega e Fdi, pupillo di Zaia, arrivato al 39,25 % contro il 31,9% dell’ex sindaco forzista sostenuto anche dal veneziano Brugnaro. Determinante la scelta dei 24,7% di elettori che due settimane fa ha votato per la coalizione Pd-M5s: dalla segreteria dem regionale è arrivata l'imbeccata a favore del "male minore"
L’uscente di centrodestra parte in netto vantaggio, lo sfidante di centrosinistra appare in forte rimonta. Appelli e comizi finali poco efficaci: la città è in subbuglio, tutta presa dalla rivolta no green pass che ha messo a rischio l’attività in porto. Determinante la mobilitazione degli elettorati che i due saranno capaci di mettere in atto, mentre l’astensione si preannuncia a livelli impressionanti. Lunedi pomeriggio il verdetto
In piazza della Borsa si schierano Salvini, Meloni, Tajani e Lupi e chiedono alla città di riconfermare (per il quarto mandato) il sindaco uscente. Ma tra i temi trattati nel comizio spicca il tentativo dei leader di Lega e Fdi di archiviare il tema della giornata: il colpo di coda del fascismo. Lo sfidante del centrosinistra, Russo, cala l’asso nella manica: l’appoggio dell’attore Lino Guanciale, amatissimo in città
Si tornerà a votare il 24 ottobre, dopo la quasi vittoria di Roesch nel 2020, nella città del Passiro. La novità di questa tornata elettorale è la candidatura di Katharina Zeller, da poco alla guida della Svp meranese, figlia della senatrice Julia Unterberger e dell'ex senatore Karl Zeller. Con la giovane avvocatessa la Svp vorrebbe riconquistare la poltrona di primo cittadino
L’assemblea cittadina dei 5s “tradisce” i suggerimenti nazionali e ignora le aperture di Patuanelli: “Critici con la giunta Dipiazza, ma restiamo equidistanti e alternativi” specifica in una nota RIchetti. Il centrodestra si frega le mani: lo sfidante di centrosinistra non potrà contare neanche nominalmente sul pacchetto del misero 3,5% raggranellato al primo turno da Alessandra Richetti
Laterza schiera Adesso Trieste, 8,62% e più di 7 mila preferenze al primo turno: “Siamo radicalmente alternativi al centrodestra. Non ci apparentiamo con il centrosinistra e non chiediamo contropartite, ma indichiamo Russo”. Si assottiglia il distacco, attesa per le decisioni dei 5s. Il sindaco uscente chiama alle urne gli astensionisti
Il sindaco uscente soddisfatto della batosta inflitta a Bernardo: "Rispetto a cinque anni fa ho preso 50 mila voti in più: un bel segnale di fiducia da parte della città". Ora la giunta: non muta il numero degli assessori (12). Fuori dal Consiglio comunale i 5 stelle e tutte le altre mini-formazioni presentatesi. Ora tiene banco il duello nella città simbolo della Lega, con il centrosinistra che parte in vantaggio
Il neo-sindaco guarda già al domani, partendo dalla composizione di una squadra di governo nella quale un ruolo di spicco spetterà alla leader della seconda forza di coalizione, Emily Clancy. In Consiglio si profilano cinque anni di battaglia, visto il raddoppio dei consiglieri d'opposizione e un rapporto di forze interno meno sbilanciato verso il Pd. "Il primo modello a cui guardare? Barcellona"
Il sindaco uscente di centrodestra, Dipiazza, si presenta da favorito al secondo turno, ma, sommando i voti delle liste che ora potrebbero confluire sul rappresentante del centrosinistra, ci si ritroverebbe in una situazione di equilibrio. Determinante risulterà l'incognita dell'astensione: c'è da capire chi dei due contendenti riuscirà a motivare quel 54% di elettorato che non ha votato
L'affluenza al voto nel comune di Varese è sotto a quella nazionale con un 50,93%. Il sindaco uscente guadagna il 48%, che non basta per vincere al primo turno. Andrà al ballottaggio con Bianchi. La lista del Pd è al 27%, mentre quella della Lega ferma al 14,6%
Il sindaco uscente guida lo spoglio con il 54,4% dei voti attualmente scrutinati. Solo il 47,7% dei cittadini si è recato alle urne; il dato peggiore (44,5%) arriva dal Municipio 1, ovvero il centro storico che nelle ultime elezioni ha sempre votato in maggioranza per il centrosinistra. Layla Pavone, la manager voluta da Conte, non raggiunge la doppia cifra
A vincere la sfida è fra il candidato di centro-sinistra Jamil Sadegholvaad, assessore alla Sicurezza uscente e primo sindaco di un capoluogo di provincia a portare un cognome straniero. Lo sconfitto è quello di centro-destra giunto a un passo dal ballottaggio senza capitalizzare la divisione del fronte opposto. Dove l’ex vicesindaca di Gnassi, Gloria Lisi, era appoggiata da cinque liste civiche e dal Movimento 5 Stelle contro il Pd, ma si è fermata all'8,9%
L’affluenza in provincia di Bologna è stata del 56,57%, leggermente sotto rispetto alla media nazionale del 59,94%. Pare assicurata la vittoria al primo turno del già favorito candidato di centro-sinistra, ma la conferma non arriverà prima di qualche ora. Gli ultimi dati danno Battistini al 27,6%
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