Sorride il centrodestra dopo il primo turno delle elezioni comunali in Veneto. I partiti della coalizione di governo stravincono a Treviso e conquistano San Donà di Piave. Anche a Villafranca e a Martellago vengono riconfermati i loro sindaci uscenti. Ma ora l'obiettivo più succoso è riacciuffare al secondo turno Vicenza. Dove il candidato dem Possamai è risultato il più votato, e ha chance di riconquistare la città. Al ballottaggio anche Adria, Vedelago e Sona: il centrosinistra sarà assente in tutte e tre le sfide
Andrea Saccarola riconfermato per un secondo mandato a sindaco di Martellago. Questo è il verdetto uscito dalle urne di questa tornata elettorale che ha visto, pertanto, concedere un bis di altri cinque anni al primo cittadino uscente contro il candidato del Polo Civico, Alessio Boscolo. Saccarola godeva del sostegno del centrodestra unito
La città sceglie la continuità. Lucia Pizzo è la nuova sindaca di Piove di Sacco. Prende il testimone di Davide Gianella dopo dieci anni da vicesindaca, salendo da protagonista alla guida di palazzo Jappelli. È la prima donna nell'era dell'elezione diretta. Il centrodestra che ha puntato su Paolo Mazzetto ha perso per la terza volta consecutiva le elezioni in città
Un centrodestra diviso manda al ballottaggio la candidata civica. Sono Monia Cimichella, outsider della politica, e Gianfranco dalla Valentina, sostenuto da Fi e Lega, ad andare al ballottaggio. Niente da fare per Corrado Busatta, consigliere di maggioranza e uomo di Sona Domani e FdI e Carlo Antonio Mazzola, proveniente da ambienti forzisti
Con oltre il 60% delle preferenze (con 10 sezioni scrutinate su 16), il sindaco uscente Roberto Brizzi vestirà ancora la fascia tricolore nel comune veronese. Appoggiato da quattro liste civiche, Brizzi supera nettamente il 26% di Maria Paola Boscaini (esponente di Forza Italia). Distanti Gilberto Pozzani (FdI) al 6,63% e Silvana Finetto (Lega) al 6,72%
Dopo i 10 anni di Emilio Del Bono, Brescia avrà ancora un sindaco di centrosinistra. A vincere le elezioni con il 54,9% delle preferenze è la candidata del Pd, Terzo Polo e sei civiche, Laura Castelletti. "La città ha dato una indicazione chiara, è il voto di una città moderna", sono le sue prime dichiarazioni. Sconfitti il centrodestra, con Fabio Rolfi fermo al 41,6%, Alessandro Lucà (M5S) al 2,5% e il civico Maccabelli al 0,9%
Giacomo Possamai, enfant prodige della politica veneta, sembrerebbe conquistare un buon risultato, soprattutto dopo la debacle incassata dai dem alle regionali del 2020. Il consigliere della Regione Veneto, con 79 sezione su 111, è in vantaggio di due punti sul sindaco uscente Francesco Rucco. Si profila un ballottaggio dall'esito assai incerto
Si allarga la frattura all'interno della coalizione di centrodestra del Trentino sulla candidatura del presidente alle prossime elezioni provinciali. Il movimento politico Centro Destra ha reso noto l'intenzione di appoggiare Francesca Gerosa, proposta da Fratelli d'Italia in alternativa al governatore uscente Maurizio Fugatti, sostenuto dalla Lega e dal resto della coalizione
L'esponente del carroccio è stato eletto con una maggioranza assoluta dei voti (28 su 47). Riconfermati Mazzolini (della Lista di Fedriga) e Russo (Pd) nel ruolo di vicepresidenti. Tra i primi temi all'attenzione dell'Esecutivo l'assestamento di bilancio estivo che mira a portare avanti le misure già avviate, come quelle per il fotovoltaico. Fedriga: "Si entra nella piena operatività"
La Regione ha definito anche le date procedurali: il decreto di indizione dei comizi elettorali sarà pubblicato il 23 agosto e sarà seguito, il 7 settembre, da quello di convocazione dei comizi. Le elezioni per il rinnovo dei consigli provinciali dell'Alto Adige e del Trentino si tengono lo stesso giorno dal 2017 a questa parte in base a quanto stabilito dalla specifica legge elettorale
Otto su dieci gli assessori confermati, con due new entry: Mario Anzil e Cristina Amirante, entrambi espressione di Fratelli d’Italia. Sono sei gli assessorati invece per la Lega. La presidenza del Consiglio regionale è stata assegnata sempre al Carroccio e la vicepresidenza invece va alla lista Fedriga. Il governatore Fvg: "Ho voluto garantire questa continuità nella scelta degli assessori, dimostrando la mia stima nei confronti di chi ha lavorato bene in periodi estremamente difficili portando ottimi risultati per la Regione Friuli Venezia Giulia”
Il centrosinistra torna a guidare Udine dopo cinque anni di centrodestra. Alberto Felice De Toni (53%) ha sconfitto al ballottaggio il sindaco uscente di centrodestra Pietro Fontatini (47%), appoggiato da tutte le forze di governo. Un successo schiacciante per De Toni che fa ottenere al centrosinistra l'unico capoluogo di provincia della regione. L’accordo trovato da Pd ed ex Terzo Polo con il candidato sindaco del M5s Marchiol (9% al primo turno) ha funzionato. Non è bastato per il sindaco uscente "l'effetto Fedriga" delle regionali
Le parole pronunciate da Salvini sono musica per le orecchie dei leghisti veneti. La Liga Veneta si avvia verso una partita cruciale, che si preannuncia all'ultimo sangue, per la conquista della leadership del Carroccio in Regione. Si prospetta una sfida a tre tra l'anima salviniana impersonificata dal giovane Stefani, quella zaiana dell'assessore Marcato e quella bossiana di Manzato. In Veneto non si votava il segretario della Liga dal 2016, l'ultimo è stato l'eretico Da Re
Il vaso ha traboccato. L'ultima goccia è stata il comitato politico di ieri sera, riunitosi per sciogliere i nodi che si erano materializzati nei giorni scorsi. Confronto acceso tra i due leader e nessuno spazio per una ricomposizione. Le condizioni di Azione rimanevano quelle dello scioglimento anticipato dei due partiti e della messa in comune delle risorse economiche. Condizioni che però non hanno convinto Renzi e Iv
Al centrodestra, egemone nel paese, sembra mancare una cultura politica e una classe dirigente capace di governare le città. E così, nonostante il vento a favore, il centrosinistra dopo aver conquistato Milano, Bergamo, Verona e Padova, può ambire a riconfermarsi a Brescia, vincere a Vicenza e Udine e porre le basi per riconquistare Venezia. Accentuando così la frattura città-campagna
Le 48 ore di duro scontro tra Carlo Calenda e Matteo Renzi si concludono con una pax armata. I vertici di Azione e Italia Viva hanno infatti trovato un accordo che mette nero su bianco il percorso verso il partito unico del Terzo polo. Le assemblee di Azione e Iv, dopo l’approvazione del manifesto politico, delibereranno lo scioglimento dei rispettivi partiti entro la fine del 2024
Le due forze politiche del Terzo Polo, impegnate a definire il percorso che dovrebbe portare alla formazione di un partito unico, sarebbero in realtà in rotta di collisione. Da Azione si accusano i renziani di "tatticismi inaccettabili" e di non voler sciogliere Italia Viva. I renziani, da parte loro, respingono al mittente le accuse di non voler fare sul serio e addossano a Calenda la volontà della rottura. Renzi ha intanto convocato per stasera una riunione di parlamentari e consiglieri regionali in Senato
Sono state necessarie lunghe settimane di riflessioni e trattative. L’ultimo via libera è arrivato in mattinata dallo sfidante alle primarie Bonaccini che ha riunito i suoi e dato l’appoggio ufficiale alla segreteria unitaria. Per il Presidente vanno alla Giustizia Serracchiani, agli Enti locali Baruffi e Misiani all'Economia. Entra in segreteria anche Zan, Lepore e Majorino in quota Schlein
Si annuncia come una sfida all'ultimo voto il ballottaggio per eleggere il primo cittadino di Udine in programma il 16 e 17 aprile. La sfida sarà tra il sindaco uscente Fontanini appoggiato dal centrodestra e il candidato sindaco del centrosinistra e Terzo Polo, De Toni, che si presenterà al secondo turno con l'appoggio, basato su un accordo, del già candidato primo cittadino Marchiol, sostenuto dal M5s. L'ex rettore di UniUd: "L'unione fa la forza e noi siamo riusciti a trovare una convergenza. Credo che sarà una competizione all'ultimo voto"
Accordi o eventuali apparentamenti sono già sul tavolo delle trattative tra le forze politiche e le liste civiche in lizza a Udine, dove è scattato il conto alla rovescia per il turno di ballottaggio del 16 e 17 aprile. La sfida è tra il sindaco uscente Fontanini di centrodestra e il candidato di centrosinistra (Pd-Terzo polo) De Toni. Ago della bilancia sarà il terzo classificato, Marchiol, sostenuto da M5s, che ha ottenuto un buon 9%. L'ex rettore di Uniud: "Stiamo trattando. L'ufficialità verrà data non prima di domani mattina"
Nel capoluogo friulano è tutto da rifare. Il candidato di centrodestra Fontanini, sindaco uscente, ottiene il 46,2% dei consensi. Gli tiene testa il candidato di centrosinistra ed ex rettore dell'Università cittadina De Toni che raggiunge il 39,7%. Fdi mantiene il primato in città dopo le politiche di settembre, ma cala. Cresce invece la Lega. Il Pd traina la coalizione con il Terzo polo. Il partito di Renzi va meglio rispetto alle Regionali ma delude a confronto con le politiche (-8% su settembre)
Con un plebiscito il governatore uscente fa il bis per la Regione. Nonostante un buon risultato, la lista personale di Fedriga non sfonda (17%). Balza al primo posto la Lega (19%) e Salvini rimane ancorato alla leadership del Carroccio. Fdi scende rispetto ai fasti delle politiche e si attesta al secondo posto (18,2%). Non c'è stato l'effetto Schlein per il candidato di Pd e M5s. Sconfitta netta per il Terzo polo (2,7%), che viene superato addirittura dalla candidata no-vax
Non esiste solo destra e sinistra. Negli ultimi anni si sta facendo strada un partito sempre più forte, quello dell’astensionismo. Una chiara scelta politica che mette in difficoltà l’intera classe dirigente italiana. Il politologo Paolo Feltrin: “Insieme al sì, al no, alla scheda bianca e alla scheda nulla c’è anche l’astensione: non votare perché non si vuole. E se la risposta è “io non ci credo più”, forse dovremmo iniziare da lì a ragionare. Chiederci in altre parole cosa c’è sull’altra faccia della luna”
Il governatore uscente sente già la vittoria in tasca. Ma dopo il successo i partiti si troveranno ad affrontare la solita lotta interna per l’egemonia della coalizione. Alcuni scossoni sono previsti in casa Lega, e tutto dipenderà da quanto otterrà la lista personale di Fedriga. Moretuzzo, candidato di Pd e M5s, prova a ottenere un discreto risultato grazie all’effetto Schlein. Per il Terzo Polo invece non si preannuncia un grande esito. A Udine tutto è ancora da scrivere: l’ex rettore De Toni proverà ad espugnare la città al sindaco leghista uscente Fontanini
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il disegno di legge di disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario. "Con la firma del Capo dello Stato al ddl, il percorso verso l'autonomia differenziata segna un una nuova tappa nel suo cammino istituzionale. E' un atto importante", spiega Zaia
Mentre il governatore della Regione da tempo si mostra più moderato e apre alle famiglie lgbt, quando arrivano critiche da partiti più estremi, il leader del Carroccio evita l'endorsement netto all'amministratore veneto e non si espone sul tema: "Sul tema non ho elementi per rispondere". Di oggi la decisione del sindaco leghista Mario Conte di registrare, a Treviso come a Milano, gli atti di nascita dei figli di famiglie omogenitoriali
La difesa della riforma del fisco, il no al salario minimo e la battaglia contro il reddito di cittadinanza. Giorgia Meloni si è presentata davanti alla platea della Cgil attaccando le misure assistenzialistiche varate o appoggiate dai precedenti governi. La presidente: "Veniamo da un mondo in cui si pensava di abolire la povertà e creare lavoro per decreto. Il salario minimo legale non è la strada più efficace"
Al congresso nazionale della Cgil a Rimini vanno in scena le prove generali per la costruzione di un’agenda dell’opposizione politica e sociale al governo Meloni. Sul palco emerge un asse tra Landini, Schlein e Conte. Rimane distaccato Calenda che dal pubblico di sindacati viene colpito da qualche fischio: "Volete All you need is love o come stanno le cose? Su politica estera, ambiente ed energia non condivido nulla di Pd e M5s"
Otto i Paesi partecipanti: Italia, Germania, Polonia, Romania, Ungheria, Slovacchia e Portogallo. Assente invece la Commissione europea. È circolata l'ipotesi della deroga sui carburanti puliti, su scorta della richiesta di Germania e Italia, che però manca nel regolamento. Espressa contrarietà anche per la proposta Euro 7, che causerebbe un forte aumento dei prezzi dei veicoli
Zaia prova a spingere il centrodestra sui diritti, non solo a parole ma con i fatti. Il governatore del Veneto ha rilasciato un'intervista al Gazzettino in merito alla delibera approvata martedì dalla giunta. Quest'ultima sancisce la predisposizione da parte del policlinico universitario di Padova di un progetto per la presa in carico dei pazienti che intendono cambiare sesso. "E' una questione di civiltà", ha spiegato
Le elezioni della Provincia di Trento pesano poco nello scacchiere nazionale, ma Fdi vuole contare di più. Per questo, il partito di Meloni per ora tira dritto sulla corsa in solitaria di Gerosa, non appoggiando il governatore uscente leghista Fugatti. Sulla situazione politica trentina deciderà come sempre Roma, ma per la vittoria del centrodestra, secondo i sondaggi Winpoll, è necessario convergere su un unico nome
Bonaccini, sconfitto alle primarie, ha avuto un colloquio di oltre un'ora e mezzo con la neosegretaria dem Schlein nella sede della federazione bolognese del partito a Bologna. "Ci siamo trovati sulla necessità di garantire la massima unitarietà in questa fase nuova del partito", ha fatto sapere lei. "Vogliamo provare davvero a dare unità a questo Pd", spiega il governatore
Bonaccini, sconfitto alle primarie del Pd, ha avuto un colloquio di oltre un'ora e mezzo con la segretaria dem Schlein nella sede della federazione bolognese del partito a Bologna. "Ci siamo trovati sulla necessità di garantire la massima unitarietà in questa fase nuova del Pd", ha fatto sapere lei. "Vogliamo provare davvero a dare unità a questo Pd", spiega il governatore
Tra Terzo Polo e Pd non ci sarà alcun abbraccio: fin da subito la formazione composta da Azione e Iv ha preso le distanze dal nuovo corso targato Schlein, denunciando un asse ormai sbilanciato a sinistra. Renzi ha rincarato la dose: "Vengono giù gli alibi di chi ancora pensava di poter coltivare il riformismo dentro il Pd. Nelle prossime settimane andremo avanti con decisione insieme ad Azione sulla strada del partito unico"
Una melagrana di ceramica sancisce il passaggio di consegne fra l'uscente segretario e la neoeletta Schlein. Un "simbolo di prosperità, fortuna e salute". Schlein: "Grazie ad Enrico Letta per il prezioso lavoro svolto in questi anni e per la collaborazione personale. Attendiamo l’assemblea che sarà il 12 marzo". Primi mal di pancia nel partito. Gori: "Dipende da lei se resterò nel Pd"
Le elezioni si terranno sia per la Provincia autonoma di Trento che per quella di Bolzano. Lo ha annunciato il presidente Fugatti nel corso della conferenza stampa riunita oggi a Nogaredo, a seguito della seduta della Giunta provinciale. In Provincia di Trento i cittadini saranno chiamati a scegliere sia il presidente della Provincia che i componenti del Consiglio provinciale
La conferma è arrivata oggi durante un intervento della vicepresidente del Terzo Polo Elena Bonetti a Rai Radio1. Confermando quanto anticipato dal deputato di Italia Viva Ettore Rosato lo scorso gennaio. Il candidato per le regionali del 2 e 3 aprile è Alessandro Maran, la cui candidatura è sostenuta anche da +Europa e da due movimenti civici, Regione Futura e Alfieri per la Libertà
Stefano Bonaccini primo con il 52,8% delle preferenze, seconda Elly Schlein con il 34,8%. È questo il risultato delle primarie dei circoli Pd: a sfidarsi ai gazebo saranno quindi, come previsto, il presidente dell’E-R e la sua ex vice. Appuntamento quindi a domenica 26 febbraio dove sarà il momento per elettori e simpatizzanti del Pd di decidere il prossimo segretario
All'indomani dell'impugnativa della legge di stabilità regionale, deliberata dal ministro Calderoli, Zaia calma gli animi, sottolineando come la bocciatura riguardi "aspetti tecnici della legge sul recupero di somme oggetto di controlli fiscali". E normalizzando "la possibilità di un confronto con l'esecutivo su queste tematiche". Critiche dall'opposizione. Guarda (Europa Verde): "Una bella prova di concordia tra il centralismo leghista romano e l'autonomismo leghista Veneto"
Fontana con la sua lista civica si è fermato al 6%. Un dato imbarazzante se comparato con quello portato a casa da Zaia alle regionali in Veneto (44%). Addirittura Letizia Moratti, la grande sconfitta di questa tornata elettorale, ha raggiunto con la sua civica il 5,3%. Con le elezioni in Fvg, invece, Fedriga e la sua lista personale potrebbero triplicare i voti della Lega creando una nuova situazione di imbarazzo per Salvini
Attilio Fontana, candidato della coalizione del centrodestra ha vinto le elezioni regionali. A preferirlo è stato il 55,9% dei cittadini votanti, contro un 33% per il candidato di centrosinistra Majorino e il 9,6% raccolto dalla candidata centrista Moratti, supportata dal Terzo Polo. Astensione record: 6 lombardi su 10 non si sono recati alle urne, come testimonia il dato dell’affluenza al 41,6%
Il voto della Lombardia certifica l’incapacità delle classi dirigenti di costruire politiche che facciano tornare la regione competitiva a livello europeo. Fontana leader per caso e sotto tutela. L’incapacità di Terzo Polo e centrosinistra di proporre una seria alternativa moderata. Non basterà il dinamismo industriale a colmare il vuoto di idee e di progettazione di una regione dove non si riesce nemmeno a far arrivare i treni in orario
Fdi ha "lanciato l'Opa" alla Lega in Lombardia: se i risultati delle regionali dovessero confermare quelli delle politiche di settembre, al partito di Giorgia Meloni tocca la vicepresidenza della Regione. Ad annunciarlo ufficialmente è la ministra e coordinatrice del partito in Lombardia Daniela Santanchè. "Nessuno ha chiesto assessorati, ma la vicepresidenza la do per scontata"
Il voto lombardo sarà il primo vero test dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni politiche. La coalizione con a capo Meloni è data per vincitrice in Lombardia. Ma il valore del successo sarà deciso anche dall’affluenza alle urne. Fdi potrà essere socio di maggioranza di una giunta con a capo un leghista, uno scenario che metterebbe in imbarazzo il Carroccio. Il Terzo Polo di Moratti cercherà fino all’ultimo di fare meglio del Pd, ancora nel mezzo della sua crisi d’identità
Dopo anni di commissariamento, domenica 12 febbraio la Liga trevigiana avrà un segretario eletto dagli iscritti. In corsa ci sono i salviniani Dimitri Coin e Riccardo Barbisan e lo zaiano Luciano Dussin. Il triumvirato Bitonci-Stefani-Ostellari avrebbe fatto pressing su Barbisan e Coin per arrivare a una sola candidatura di area, così da riuscire ad arginare il candidato della fronda di Zaia. In ogni caso, il congresso di Treviso “peserà”, e non poco, sia in vista del congresso regionale sia di quello nazionale
Partigiano e dirigente del Partito comunista, Stefani si è spento all'età di 95 anni. Nel 1970 ha ricoperto il ruolo di assessore al bilancio nella prima giunta regionale, presieduta da Guido Fanti. Senatore fino al 1987, Stefani è stato anche presidente dell'ente fieristico cittadino, e ha permesso di "gettare le basi per il posizionamento della nostra Società fra i player nazionali e internazionali. Dobbiamo a Dante Stefani la proiezione della nostra attività all’estero", lo ricorda la società. Il sindaco Lepore: "Se ne va un pezzo di storia della città"
Si entra ora nel cuore del lungo iter per l'autonomia differenziata e il risultato è difficile da raggiungere, perché "la palude parlamentare è dietro l’angolo". È questa l'idea della Presidente di Confindustria Vicenza sul nuovo Ddl: "Le imprese venete sono connesse con l'Europa. Bisogna trovare un equilibrio e definire dei livelli essenziali delle prestazioni che sono già oggi disomogenei"
Come Godot che “oggi non verrà ma verrà domani”, così l'autonomia lascerà a bocca asciutta i pasdaran che da tempo l'aspettano. Perché, paradossalmente, approvare la riforma non conviene politicamente a nessuno. Da Meloni, che perderebbe voti al Sud, fino a Salvini che sarebbe schiacciato dalla figura di Zaia. Ma nemmeno al Doge porterebbe in realtà vantaggio: che gli rimarrebbe da dire una volta raggiunta la tanto agognata riforma, battaglia di una vita (politica)?
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