Primo strappo tra la "Lega per Salvini premier" e il “Comitato Nord”, la corrente autonomista lanciata all’indomani delle elezioni per iniziativa di Bossi. La segreteria della Lega ha diffidato il Comitato chiedendo di cessare la promozione tra i propri iscritti e l’uso dei simboli del partito. Il tesoriere della Lega Centemero ha addirittura inviato una segnalazione al garante della privacy per sospetta violazione da parte del comitato dei dati personali degli iscritti
Dopo le dimissioni di Schlein, nominata la nuova vicepresidente della Giunta, esponente del Pd e già sindaca di Calderara di Reno (Bo). Aggiungerà alle sue deleghe anche "Transazione ecologica e contrasto al cambiamento climatico". Fra i nuovi assessori, Taruffi per Welfare e Politiche giovanili, Lori si occuperà anche di politiche abitative. A Calvano assegnati i Rapporti con la Ue, a Colla si aggiungono le Relazioni internazionali
Che cosa avrà scritto Zaia in questo libro destinato a far discutere per il solo fatto che venga pubblicato? Le ipotesi sono molte. Sarà un manifesto politico per un nuovo movimento autonomista? L’idea è resa plausibile dai malumori interni alla Lega sul territorio. Ma potrebbe anche essere il modo per riappacificarsi con Salvini o il testamento di un uomo che alla fine del suo mandato dovrà lasciare il Veneto
Della squadra di governo capitanata da Giorgia Meloni sono tre i veneti che assumeranno degli incarichi ministeriali. Nordio si aggiudica il ministero della Giustizia, Casellati quello delle Riforme e a Urso il ministero dello Sviluppo Economico. Nessun leghista della regione è dunque dentro al governo e agli Affari Regionali è stato incaricato il lombardo leghista Calderoli
Riavvolgendo i fotogrammi intercorsi dalla celebrazione del referendum per l’autonomia del Veneto ritroviamo una molteplicità di annunci reiterati a cui non è seguito alcun risultato. Il tema dell'autonomia ha finito per disilludere i cittadini di questa regione, gente abituata a misurarsi con la concretezza, unico metro di misura di chi fa impresa e persegue risultati certi e non chimere. Ma oggi che al governo è chiamata la destra, gli alibi di ieri evaporano prima ancora che l’avventura cominci
I dem cercano il loro nuovo segretario e c'è chi punta sul governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Confortato da sondaggi che lo danno in testa nelle preferenze degli elettori dem, il governatore bacchetta duramente la destra e dà lezioni a sinistra. "Le parole di Berlusconi sono inenarrabili ma il Pd deve fare un'opposizione seria e costruttiva". E sulle primarie: "Quando sarà il momento deciderò cosa fare"
È stato convocato per questa sera il congresso a Limena (Pd) per eleggere il nuovo segretario cittadino, proprio mentre dentro la Liga Veneta le correnti "salviniane" e "zaiane" si stanno scontrando. Saranno Federica Pietrogrande, Davide Favero e Alain Luciani a contendersi il posto da nuovo segretario cittadino della Lega. Vincerà solo uno, ma il segnale sarà forte perchè stavolta la sfida – indiretta – è tra Bitonci e Marcato
Nato a Verona e vicesindaco della città nel primo mandato di Sboarina, Fontana è vicesegretario e responsabile del dipartimento Esteri della Lega. Vicinissimo a Salvini, Fontana è stato eletto al quarto scrutinio, con la maggioranza assoluta dei voti. "Ringrazio chi mi ha votato e chi no. La Camera rappresenta le diverse volontà dei cittadini e interesse dell'Italia è sublimare le diversità". E sul lavoro che si troverà ad affrontare: "Servirà un'inversione di tendenza tra potere normativo del governo e del Parlamento"
Il presidente dell'Emilia-Romagna ha detto nella trasmissione Porta a Porta, che andrà in onda questa sera, di non essere ancora candidato alla segreteria del Pd, "ma deciderò la prossima settimana". Di sicuro potrebbe contare sul consenso di Vincenzo De Luca e della corrente dem Base riformista. Ma anche di un pezzo di Pd di cui fanno parte i maggiori amministratori locali. Sarà da vedere poi come si comporterà al sua vice Elly Schlein
Oggi, 10 ottobre, il segretario di Azione lombardo dice no: alle primarie, ai cinque stelle e a Letizia Moratti. Un muro quello alzato dall'esponente del Terzo Polo sul campo largo per le regionali in Lombardia di primavera chiesto a gran voce dal Pd regionale. Carretta: "Siamo al lavoro per una proposta di rinnovamento della Lombardia, ma deve essere una proposta riformista e coerente con il lavoro che stiamo facendo a livello nazionale. Non può essere un ammasso confuso di più sigle ‘contro qualcosa'"
La costola nostalgica del Carroccio si è riunita oggi al Pirellone, mentre da Roma era in corso il secondo Consiglio federale dopo la debacle delle elezioni. Grimoldi, il portavoce del movimento interno fondato da Umberto Bossi: "La Lega è nata al Nord con istanze sulla questione settentrionale, l'autonomia e il federalismo: il dna della Lega è questo e non si può modificare da un giorno all'altro". E su Salvini: "Ha creato una Lega di nominati"
"Veneto tax free"? Forse ora non più. Dall'entourage del governatore Zaia trapela l'ipotesi di rinunciare ad uno dei principi cardine della politica di bilancio della sua amministrazione reintroducendo l’addizionale Irpef sui redditi. "Stiamo lavorando per attuare ogni strumento possibile per contrastare l'emergenza economica ed energetica". Dal Pd invece, parla il consigliere Possamai: "Siamo d'accordo con il principio, ma non sia una flat tax in salsa veneta"
Al Pirellone il clima si fa tesissimo. Fontana ha convocato per questa sera la sua vice Moratti per chiederle spiegazione sulle parole dette ieri su Rai 3. “È chiaro che se intende partecipare ad un’avventura diversa dalla nostra non potrà continuare più ad amministrare al nostro fianco”, ha spiegato. Il caso “elezioni Lombardia” è il primo nodo da sciogliere per l’alleanza del centrodestra al governo. Meloni prende tempo e studia gli equilibri nella coalizione
A Roma e Milano non li vogliono. Ma dentro il Pd cresce la voglia di Bonaccini e Bobo Maroni esce allo scoperto: “Zaia segretario”. E se il governatore veneto mantiene un basso profilo ribadendo che il suo posto non è a Roma, è significativo che un esponente storico del Carroccio – e con lui probabilmente altri militanti – lo indichi come il profilo ideale per una rinascita. Intanto Bonaccini si dimostra impegnato e presente. E preme sulla necessità del congresso: “Il tempo è adesso. Io parteciperò”
Il terremoto causato dalle elezioni apre a nuovi scenari. La convergenza Meloni-Calenda che si potrebbe realizzare in Lombardia potrebbe essere più ampia. Con la Lega in crisi profonda, Salvini cerca di negoziare un ruolo di spicco. Meloni potrebbe lasciarlo fuori e aprire al Terzo Polo, rivendicando così il profilo da moderata e filoeuropeista che tanto cerca? E in quel caso i parlamentari leghisti potrebbero decidersi a far saltare il loro leader pur di restare nell'esecutivo?
Tutto come previsto. La debacle della Lega provoca un terremoto nelle due regioni chiave del Nord. E ad avere in mano il pallino per le prossime regionali è ora Meloni. In Veneto si scalda a bordo campo Elena Donazzan, la recordwoman di preferenze che ammette “Fare il presidente della Regione è sempre stato il mio sogno”. Mentre in Lombardia diventa più realistica l’ipotesi Moratti, che con una sua lista avrebbe l’appoggio di FdI ma forse anche di Calenda
I malumori della fronda nordista per lo scarso risultato della Lega a trazione salviniana iniziano a venire a galla in modo prepotente. Bossi non è stato eletto. Maroni e Castelli, ex esponenti di spicco della vecchia Lega Nord scaricano Salvini. In Lombardia e in Veneto il disagio verso il leader dilaga. Grimoldi, ex segretario del Carroccio lombardo: "Da oggi raccogliamo le adesioni per la convocazione del nostro congresso. Vogliamo democrazia". Il governatore Fontana: "Salvini non è a rischio". Oggi pomeriggio un Consiglio decisivo
Nel capoluogo lombardo, tre collegi uninominali su quattro sono andati al centrosinistra. Una sola affermazione per il centrodestra. Ma il sindaco Sala (Pd) non gioisce per la sconfitta a livello nazionale: "Non siamo la coalizione delle Ztl, siamo andati bene anche oltre la circonvallazione cittadina. Ma per noi sarebbe meglio avere un governo". La segretaria milanese Roggiani (Pd): “Rispetto alle comunali 2021, il Pd ha aumentato i voti”
Progressista, femminista, ecologista: la vice presidente regionale Elly Schlein è stata eletta alla Camera nel collegio di Bologna in cui era capolista indipendente nel listino proporzionale. Ma la sua ascesa potrebbe presto prendere una strada differente: si pensa anche a lei per il segretariato del Pd, che rimarrà vacante dopo l’annuncio di Letta di non ricandidarsi al prossimo congresso in primavera
Meloni rassicurante, ma a far paura è la possibile deriva del Pd da partito europeista a ruota di scorta dei Cinquestelle in un rassemblement fautore della spesa pubblica e di un Salvini filo Putin e filo Orban. Per sventare questi pericoli, Bonaccini dovrà provare ad assumere la guida del Pd e Zaia trovare il coraggio di detronizzare Salvini. E la leader di Fratelli d’Italia di continuare a dare segnali forti di stabilità. Partendo dal chiedere a Mario Draghi di andare al Quirinale
Non è bastato mostrarsi come il prototipo dell’uomo del fare, organizzare incontri sfarzosi sul Canal Grande, oppure andare ai comizi elettorali in elicottero. Il sogno di volare a Roma dalla Laguna come Berlusconi è infranto. La lista Noi Moderati non ha raggiunto la soglia del 3% e nemmeno quella dell’1%, che consentiva di spalmare i voti a favore dell’intera coalizione. Brugnaro: "Amarezza e delusione per i risultati. Ma sarà per noi un punto di partenza"
Il Veneto non è più leghista. Una storia politica che dura da decenni spazzati via in una notte. Sul territorio, il Carroccio è il terzo partito. Per alcuni esponenti è “cronaca di un disastro già annunciato”. Marcato, assessore e vicinissimo a Zaia: “Un tracollo di consensi, ci si assuma la responsabilità”. Zaia: "Innegabile che il risultato sia deludente. Ora analisi delle cause, serve un chiarimento"
Al Senato il PD supera di poco il 16% rispetto al 23,1% di voti raggiunti dalla coalizione di centrosinistra. Alla Camera dei Deputati la situazione è simile, con il 15, 9% alla Circoscrizione Veneto 1 e 16,8% alla Circoscrizione Veneto 2. Un risultato peggiore di quello delle elezioni del 2018, ma la capogruppo dem Debora Serracchiani sottolinea l'importanza di essere una forte opposizione
Il candidato Antonio Misiani porta a casa il 38,8%, mentre l'esponente del centrodestra, Maria Cristina Cantù, si ferma al 33,6%. Uno scarto non troppo ampio, complice forse la presenza del candidato Ivan Scalfarotto del Terzo Polo, che ha raccolto oltre il 16% di voti. Quello di Milano è centro è uno dei pochi collegi in Italia che va al centrosinistra
Bologna rimane rossa. Il candidato del centrosinistra Virginio Merola chiude al 45,5%, staccando l’avversario del centrodestra che si ferma al 26,3%. Il PD riesce a raggiungere il 33,2%, dato in controtendenza rispetto alla situazione nazionale, che ha visto molti avamposti storicamente di sinistra capitolare. Battuto anche Vittorio Sgarbi al Senato, a favore del candidato di centrosinistra Casini
Azione Italia Viva non solo non raggiunge il 20%, risultato che secondo Calenda era prospettabile in Veneto, ma supera l'8%, senza riuscire a raggiungere la doppia cifra, sia alla Camera dei deputati che al Senato. Carlo Calenda, al comizio di chiusura al Gianicolo, aveva ammesso davanti ai cronisti: "Se saremo molto distanti dal 10% sarà una sconfitta"
Una vittoria che sorprende, ma non sconvolge, quella della coalizione trainata da Giorgia Meloni. Con il centrodestra che trionfa col 39% di preferenze, a 3 punti percentuali di distacco dal centrosinistra. Delusione per il Terzo Polo che non va oltre l'8%. E la disfatta di Letta apre la possibilità per Bonaccini e la sua vice Schlein di ambire alla segreteria del Nazareno
In molti giudicheranno pericoloso questo risultato elettorale nazionale per la vittoria di Giorgia Meloni che non è ben vista a Bruxelles. Ma la vera preoccupazione dovrebbe invece riguardare quello che è successo nel Sud. Se infatti il Nord, con la sconfitta di Salvini a favore di Zaia e Giorgetti e con un Bonaccini comunque in buona salute, ne esce bene, la debordante vittoria dei Cinquestelle nel Mezzogiorno rischia di portare a una nuova ondata di assistenzialismo che ci allontanerebbe, anche questa, dall’Europa
I risultati di queste politiche segnano un cambio di passo in Lombardia. Dopo quasi trent'anni di forzaleghismo il centrodestra domina a traino Fratelli d'Italia (che raccoglie il 28%). Salvini non supera il 14%, Forza Italia contro le previsioni raggiunge l'8%. Superata dal Terzo Polo che arriva al 9,7%. Pd al 18,9%. Cambiano gli equilibri in vista delle regionali: il pallino in mano ce l'ha Meloni, e così più che Fontana la candidata più accreditata è la sua vice
A Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, non riesce la “zampata” nemmeno nel collegio Venezia. Noi Moderati, la lista di centrodestra di cui fa parte la sua Coraggio Italia, ha preso nella città del suo fondatore il 3,6%. Il partito di Brugnaro, movimento fotocopia di quello di Berlusconi, è stato fondato per parlare ai delusi di Forza Italia. Ma la sfida è stata persa ampiamente
E' un vero e proprio dominio quello della coalizione di centrodestra in provincia di Vicenza. Non riesce la conquista del Pd nel capoluogo berico, terra di concerie e fatturati da capogiro. E non è bastato nemmeno intestarsi l'agenda Draghi che tanto scalda i cuori degli industriali e del cento medio moderato. Anche Calenda delude, non raggiungendo la soglia minima del 10%
Il centrodestra vola oltre il 44% e vince le elezioni. Giorgia Meloni protagonista ma non sfonda il muro del 30%, mentre Forza Italia stupisce con quasi l’8% e potrebbe imprimere un profilo moderato al nuovo governo. Crollo della Lega di Salvini che in Veneto sta sotto il 15%. Meloni verso Palazzo Chigi ma avrà bisogno di un contrappeso. E chi altro se non Mario Draghi?
Nelle due circoscrizioni per la Camera dei Deputati si registra una media del 33,2% di Fdi contro la Lega che raggiunge il 14,6%, al Senato la situazione è la medesima con un 32,7% per Fdi e un 14,6% per il Carroccio. E di più, la Lega è si trova ad essere la quarta forza addirittura dietro Fratelli d'Italia, Pd e 5Stelle, incalzata persino da una Forza Italia che veniva data per spacciata
Tosi anche se un po' in sordina poteva essere la carta che Matteo Salvini avrebbe potuto schierare in previsioni delle regionali per contrastare l'egemonia di Zaia in Veneto. Tuttavia, dopo questa nottata elettorale la leadership di Salvini sembra essere stata compromessa. Ma Forza Italia grazie a lui fa meglio rispetto alle altre province venete attestandosi al 9%
FdI pigliatutto, seguita a lunghissima distanza dalla Lega. Una classifica ribaltata rispetto a quella delle elezioni del 2018. Come se non bastasse, anche i numeri del Pd in Veneto contribuiscono ad alimentare una notte da incubo per il Carroccio: i dem sono secondo partito. Nella Lega molti esponenti veneti parlano di cambio di passo, Bottacin: "Non siamo più credibili"
Gli exit poll danno il centrodestra poco sopra il 41%, il Pd sotto il 20, Calenda sotto il 10 e i Cinquestelle attorno al 15%. Fratelli d’Italia sembra lontana dal 30%. La Lega sotto il 10. Se così fosse, con un centrodestra forte ma non abbastanza e soprattutto diviso, non avrebbe vinto realmente nessuno. Solo Swg da il centrodestra tra il 43 e il 47%. Ma gli exit poll spesso sbagliano, e il risultato si saprà alle prime ore di domani. Vi aspettiamo con la nostra edizione delle 7
In queste elezioni basteranno uno o due punti percentuali di differenza per decidere il destino dei partiti e soprattutto delle loro leadership. Come anche gli equilibri regionali: in Veneto la Lega potrà rivendicare la presidenza regionale? In Lombardia inizierà l'era Moratti? Bonaccini sarà in grado di tenere in forze un partito "depotenziato"? Certo è che se l’Italia vuole uscire viva dalla tremenda crisi che la aspetta deve recuperare (se non l'uomo) almeno lo spirito di Draghi
Le elezioni sono ormai alle porte: domenica 25 settembre tutti gli italiani aventi diritto di voto si ritroveranno alle urne elettorali per l’elezione dei prossimi membri del Senato e della Camera. Le votazioni si svolgeranno dalle ore 7 alle 23, per poi procedere con lo spoglio dei voti.
La re...
Gli occhi sono puntati sull'Italia. Von der Leyen avverte: "Se le cose dovessero andare per il verso sbagliato, abbiamo gli strumenti per agire". Una vittoria della destra alle elezioni preoccupa l'estero ma anche il ceto produttivo del Nord, che teme un diverso posizionamento dell'Italia in Europa. Rischierebbero di mutare i rapporti con partner commerciali come Germania e Francia
Va avanti la fusione tra le due associazioni, che darà vita ad una nuova territoriale guidata da Leopoldo Destro. “Vogliamo dare identità ad un’area metropolitana ben riconoscibile di fatto ma che non ha progettualità comune anche perché non corrisponde ai confini amministrativi delle diverse province interessate. Solleciteremo le istituzioni anche per politiche infrastrutturali”. Sulla possibilità che confluiscano altre territoriali: “Siamo un'associazione inclusiva, ma prima bisogna mettere a terra questa fusione”. E su Bonomi ministro dell’Industria: “Lui ha risposto di voler portare a termine il suo ruolo in Confindustria ed è quello che ci auguriamo che accada”
I primi cittadini di Bergamo, Bologna e Firenze si dicono pronti a porre anche sul tavolo del nuovo Governo il provvedimento di iniziativa popolare sul decoro urbano, la tutela del commercio di prossimità e il contenimento del fenomeno 'bnb'. Questo, dopo la frenata seguita al voto contrario di Lega e 5Stelle e al parere negativo del ministro Garavaglia sugli emendamenti
Dal 20 al 23 ottobre – con anteprima il 19 – Mestre ospiterà il Festival organizzato dalla Fondazione Gianni Pellicani. Nell'undicesima edizione, diretta e curata dal filosofo Marco Filoni e dalla scrittrice e regista Alessandra Viola, workshop, dibattiti e spettacoli tratteranno il tema dell’incertezza e del cambiamento del momento storico attuale, alla luce delle crisi ambientale ed energetica
La vera novità del dopo voto sarà la nascita di quella che si può definire una sorta di "Lega Sud" capeggiata da Conte. Un partito della spesa pubblica che macina consensi garantendo il reddito di cittadinanza. Mentre il Nord con la perdita d'identità della Lega, con FdI a trazione "romana" e un Pd che non ha mai saputo interpretarlo, rischia di rimanere senza rappresentanza. È ora di smetterla di inseguire chimere e slogan per costruire una politica capace di trainare il Paese in Europa
Nel pre-assemblea emerge una sola certezza: l’emorragia di voti dalla Lega. E se non manca l’indecisione in un periodo che chiede risposte urgenti a problemi complessi, chi si esprime è fortemente polarizzato tra due soli soggetti: Calenda e Meloni. I leader oggi hanno giocato le loro carte, ma chi sarà riuscito a spostare più voti?
Missili sui Cinquestelle. Richiesta di competenti perché “l’impresa è un valore”. Applausi per Draghi. Nella provincia simbolo degli imprenditori del Nord confronto tra Letta - Calenda e Urso. L’applausometro va a Calenda, ma il cuore batte per Meloni. Zaia, in feeling con Bonaccini, parla solo di autonomia. Urso (FdI): "Abolire il Reddito di cittadinanza"
Il presidente della Regione Stefano Bonaccini replica alle voci di un suo futuro come segretario del Pd, nel caso di un risultato negativo alle prossime elezioni. In risposta, prende le distanze e richiama l'attenzione all'impegno quotidiano per ottenere il miglior risultato possibile: "Ogni sera cerco di essere in qualche luogo a dare una mano al partito"
Si deve ancora votare per le politiche e già si pensa alle regionali. E il partito di Giorgia Meloni sembra avere già una strategia chiara. Per il dopo-Zaia la candidata sembra poter essere l'attuale assessore al lavoro Elena Donazzan. Intanto in Lombardia La Russa non esclude una candidatura di Moratti, che ringrazia per la stima. Sull'ex sindaca di Milano potrebbe addirittura crearsi un'ampia convergenza che va da Fdi a Calenda. Mentre il Fvg potrebbe essere l’unica regione da lasciare nelle mani della Lega
In Friuli Venezia Giulia c’è chi teme il tracollo e chi, invece, in queste elezioni politiche vede la possibilità di avere un successo tale da poter fare la parte del leone anche per le prossime regionali di maggio. Meloni, che punta alla vittoria anche nelle regioni storicamente leghiste, si sbilancia mettendo addirittura in discussione la ricandidatura naturale dell’attuale governatore leghista Fedriga
Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d'Italia, impegnato in un tour di incontri con imprenditori in Veneto, che proseguirà in serata a Treviso, si dice favorevole all'autonomia regionale, ma con un rafforzamento dello Stato centrale attraverso il presidenzialismo. L'imprenditore: "In Italia per uscire da questa situazione è necessaria una nuova Costituente"
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