La lettera di Ivass mette Bedoni, e la classe dirigente veronese che non lo ha mai contrastato, con le spalle al muro. Di fronte alla pesantissima diluizione che avranno i soci con l’aumento di capitale difficile che veronesi e bresciani mettano mano al portafoglio. Potrebbe farlo solo qualcuno che, attraverso la trasformazione in spa, avesse la garanzia che la compagnia lavora per produrre redditività e non soltanto la gestione dei posti di potere
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