Trasparenze. Come stile, come effetto di luce, come scelte di prodotto e di valori. Davide Di Rocco, pavese di nascita e siciliano di famiglia, ama il volo e da piccolo sognava di fare il pilota. Poi l’ebbrezza dell’aria fine l’ha incontrata in cucina, dopo aver incrociato il pensiero illuminante e la sensibilità di maestri come Ciresa, Cannavacciuolo, Cracco e Breda. Il suo “volo” è diventata la creatività ancorata a un senso di sicurezza: nella tecnica ma anche nella percezione trasmessa dal piatto. L’apertura del “Di Rocco Ristorante” è stato il passaggio verso la maturità: per la pienezza espressiva della cucina, per la bellezza del luogo (Ca’ Matta è una dimora affacciata sul naviglio, davanti alla Rocca dei Tempesta) e per l’uso molto oculato dei prodotti del territorio.

Equilibrio avveduto degli abbinamenti e nell’estetica aggraziata della composizione come nel crudo di scampi, caviale e acqua di pomodoro al lemongrass; o nel carpaccio di aguglia marinato al pompelmo rosa ed erba cipollina e prugne. Delicati, ma succulenti, i bottoni ripieni alle erbe, crudo di branzino con gel all’aglio nero con salsa bouillabaisse; come pure il tiepido di gamberi viola, pesca noce e brodo di cipolla e basilico.

Dolce equilibrato il Total White: yogurt, cocco e fior di latte. Tre i menu degustazione: il “Biglietto da visita” (65 euro), il “Riflessi d’acqua” (75) e il “Mani libere” (98). La carta dei vini è di ampio respiro, anche internazionale. Il giovane personale di sala sfodera con naturalezza passione e competenza nel servizio. Un altro piccolo patrimonio da difendere.