Chi è il Temporary Manager
La figura del Temporary Manager, messo a disposizione da società quali Manager a Tempo® Srl (www.manageratempo.com), sta entrando sempre più all’interno delle aziende che vogliono alzare il livello di competitività, gestire progetti di crescita, cambiamento organizzativo o di turnaround, coprire vuoti manageriali temporanei dovuti a passaggi generazionali o dimissioni del management precedente.
Interim manager, manager protempore, dirigente in affitto, manager a tempo, fractional manager (accezione quest’ultima sempre più utilizzata per identificare il manager part time o disponibile ad incarichi di qualche giorno a settimana): sono molte le parole che si utilizzano in Italia per riferirsi a questa figura. Ognuno di questi termini, in realtà, si rifà sempre allo stesso concetto, vale a dire l’affidamento temporaneo di un’impresa – o parte di essa – a manager altamente qualificati dotati di deleghe o poteri necessari ad intervenire con efficacia all’interno dell’organizzazione aziendale, con contratti che normalmente vanno dai 6 mesi ai 2 anni, full time o part time.
Il Temporary Manager è la soluzione ideale per la PMI
Le PMI, a differenza delle grandi aziende, incontrano notevoli difficoltà ad inserire manager di alto profilo o nell’attivare percorsi di crescita e di turnaround, in quanto al loro interno non hanno le competenze necessarie per gestire progetti complessi e che richiedono forti accelerazioni sollecitate spesso dal mercato. L’inserimento di competenze manageriali “a tempo” in grado di imprimere un approccio concreto e al tempo stesso fornire stabilità al progetto rappresenta per le PMI una risorsa strategica fondamentale e una soluzione ideale per chi ha bisogno di managerialità e costi contenuti finalizzati all’obiettivo da raggiungere.
Avere un Temporary Manager evita alla PMI di appesantire la struttura con figure dirigenziali che, oltre a creare problemi di costo sul lungo periodo, potrebbero rompere degli equilibri interni con il management esistente. C‘è da dire che molte volte l’imprenditore e i suoi stretti collaboratori non digeriscono una figura di manager esterno, soprattutto quando si tratta di riconoscergli delle deleghe. Tuttavia, in molti casi, l’imprenditore percepisce che se vuole fare il “salto” ha bisogno di nuove competenze che proprio un Manager a Tempo® può introdurre all’interno dell’organizzazione.
Dieci semplici accorgimenti per ottenere il massimo risultato da un Manager a Tempo®
Le PMI quando decidono di inserire un Temporary Manager devono attivare alcuni semplici accorgimenti:
- Comunicare con la massima trasparenza il perché si è scelto di inserire un Temporary Manager. E’ fondamentale che tutta l’organizzazione interna conosca il progetto, gli obiettivi, i poteri o deleghe che sono state affidate al manager.
- Non considerare il Temporary Manager come un Consulente. Molti imprenditori o top manager ancora oggi confondono l’attività del Temporary Manager, chiamato con precise responsabilità a realizzare piani di lavoro e ad agire con azioni concrete, con quella del consulente, interpellato invece a dare consigli e pareri senza entrare nell’operatività e nella realizzazione del progetto.
- Quando si incarica un Temporary Manager non bisogna confondere obiettivi con risultati (o KPI). Tale distinzione non è banale. Se si cade in questo errore si rischia di minare alla base l’incarico del Temporary Manager, oltre che creare insoddisfazione nelle persone e nell’intera organizzazione, in quanto si va a fissare quali sono i risultati senza fornire risorse o strumenti per conseguirli. Non è una differenza formale, ma sostanziale.
- Il Temporary Manager è anche coach, può portare nuove competenze e accrescere la cultura interna. È opportuno fin da subito individuare la squadra dei manager da affiancare al Temporary Manager e creare le condizioni affinchè tutte le persone coinvolte si rendano disponibili ad acquisire nuove competenze e metodi di lavoro.
- Il Temporary Manager deve sempre essere difeso dalla Proprietà. La sua immagine e la sua credibilità rappresentano un baluardo dietro al quale l’imprenditore spinge per il cambiamento e per raggiungere il successo del progetto. Questo vale ancora di più se il Temporary Manager è chiamato a fare da coach a qualche famigliare dell’imprenditore al fine di realizzare un ricambio generazionale dell’azienda.
- La Proprietà della PMI deve ritagliare dei momenti di confronto e feedback con il Temporary Manager e il suo team. L’organizzazione funzionale per aree specialistiche e la frenesia operativa tipica della PMI rischia di lasciare il manager esterno concentrato sul progetto senza avere quel giusto confronto anche con altre aree funzionali. La contaminazione di idee oltre a creare comunicazione diffusa sul progetto permette al Temporary Manager di indirizzare nella giusta direzione il raggiungimento dell’obiettivo.
- La presenza del Temporary Manager deve essere un’opportunità per l’azienda per coinvolgerlo nella definizione della strategia aziendale. Avere un manager esterno di alto profilo, in grado di dare una visione diversa della realtà apportando soluzioni o idee innovative, è una straordinaria occasione per l’imprenditore. Il confronto tra manager interni ed esterni incentiva il confronto e lo scambio di idee permettendo all’imprenditore di ampliare la visione del mondo.
- Il Temporary Manager è un professionista abituato a porsi delle priorità nel raggiungimento degli obiettivi ed è perciò poco incline a legarsi a situazioni di parte, a dinamiche aziendali poco chiare che spesso condizionano l’operato delle persone. Questo approccio gli consente di conservare una indipendenza di giudizio che gli permette, pur ascoltando le opinioni di tutti, di proseguire senza intoppi nel raggiungimento del risultato per il quale è stato ingaggiato.
- La gestione dello stress o di momenti di forte tensione fanno parte del bagaglio di competenze del Temporary Manager. Mentre nelle grandi aziende è preponderante l’aspetto tecnico dell’incarico su quello relazionale, nelle PMI le componenti soft prevalgono in quanto i rapporti tra le persone giocano un ruolo determinante nella performance dell’intera organizzazione. L’imprenditore o l’HR Manager della PMI possono perciò avere nel Temporary Manager un professionista capace di gestire situazioni “di blocco” e un valido alleato nella ricostruzioni di processi aziendali.
- Non bisogna mai dimenticare la temporaneità dell’incarico assegnato al Temporary Manager. Quando l’incarico va oltre i 12 mesi può capitare che l’azienda dimentichi la precarietà dell’incarico, al punto da considerare il Temporary Manager come “Permanent” dell’organizzazione con l’affidamento di obiettivi a lungo termine. E’ bene in questi casi, con il rinnovo dell’incarico, definire tempestivamente i nuovi piani e obbiettivi in modo da essere sempre focalizzati sul progetto.
*Marco Zampieri ha fondato Manager a Tempo® Srl nel 2018, società specializzata nel Temporary & Fractional Management, dopo 20 anni vissuti come Permanent Manager, di cui la metà come dirigente d’azienda e socio imprenditore rispettivamente nel ruolo di Direttore Generale e Amministratore Delegato. Nel 2007, al termine dell’Executive MBA presso la Fondazione CUOA, si è appassionato di competenze manageriali fondando l’Associazione EMNE (Executive Manager Nord Est) la quale aveva lo scopo di offrire ai manager d’impresa una formazione continua, come avviene per i professionisti di altri settori. Da 2010 ha iniziato ad approfondire il fenomeno del Temporary Management in Italia e, grazie ai frequenti viaggi di lavoro all’estero, anche in Europa e negli Stati Uniti.