Cosa è accaduto tra sabato notte e ieri per provocare il caos attorno al Dpcm coranavirus? E perché il Governo ha tenuto nell’incertezza fino alla tarda serata di ieri sera milioni di imprenditori veneti e lombardi facendoli inferocire al punto che quelli delle zone più colpite – ovvero quelli della Patreve – si sono spinti fino a chiedere le dimissioni del governo?
Il motivo, da quello che emerge dalle cronache di questa mattina ma che era già intuibile ieri, starebbe nel durissimo scontro tra il governatore del Veneto, Luca Zaia, e il suo collega, anche di partito, lombardo, Attilio Fontana. Uno scontro attenuato dalle dichiarazioni di oggi del governatore del Veneto che esprime piena solidarieta’ al collega Fontana affermando che “i lombardi stanno facendo un lavoro strepitoso, vivono una gravissima situazione, e siamo qui per aiutarli”.
Ma, dietro le parole di circostanza, la distanza tra i due sembra essere abissale. Zaia, dopo i primi giorni nei quali si era lasciato andare a gridi di allarme davvero fuori misura, sembra ormai da tempo orientato a una linea di gestione della crisi sanitaria “alla tedesca”, basata cioè su dati che tengano conto delle vittime effettivamente accertate come dipendenti dal coronavirus e non che lo abbiano avuto come concausa del tutto marginale. Che questa sia la linea del governatore veneto è ovviamente una supposizione ma non è forse del tutto casuale se il direttore generale della Ussl trevigiana, Francesco Benazzi, ha ripetuto più volte che i pazienti sono deceduti «con Covid-19, non per Covid-19», sottolineando: «Che si possa morire anche di Covid-19 è scientificamente da dimostrare». Fino ad ora, tutte le vittime presentavano diverse patologie preesistenti, avrebbe dichiarato. Di certo il Presidente del Veneto anche oggi e tornato ad esprimere una serie di legittimi dubbi sulle modalità di catalogazione delle vittime affermando che “rispetto alle linee guida dell’Oms e’ giusto illustrare i decessi in maniera opportuna, e ricordo che dovranno essere certificati dalla filiera dell’Iss e inviati all’Oms”. Riguardo infine al numero complessivo di morti in Italia, Zaia ha notato che “uno dei grandi temi e’ quello della classificazione, e una validazione ci dovra’ essere a livello internazionale”.
Forte del parere del comitato scientifico istituito dalla Regione Veneto, Zaia ha poi giudicato i provvedimenti assunti dal governo nella notte di sabato scorso “sproporzionati all’attuale andamento epidemiologico”, che vede in provincia di Padova 184 contagiati di cui 84 attribuibili al cluster di Vo’ Euganeo, mentre a Treviso si dichiarano 141 positivi quasi tutti operatori e degenti del reparto di Geriatria di un’unica struttura sanitaria.
Di tutt’altro avviso il governatore della Lombardia Attilio Fontana, reduce da uno show in diretta Facebook circolato in tutto il mondo durante il quale si mostrava con una mascherina e da una massiccia campagna mediatica che invita tutti a chiudersi in casa. Sembra addirittura che, secondo la Cnn (ma è poi giunta una smentita che parla di conferma che la bozza fosse quella e non di diffusione della stessa), la diffusione della bozza del Dcpm che ha scatenato il caos sabato sera, sia dovuta a una fuga di notizie architettata dai vertici regionali per spingere il governo a misure assai più restrittive. “Avrei voluto misure più rigide” ha dichiarato Fontana nella giornata di ieri, cioè l’esatto contrario di quanto avrebbe voluto Zaia per il Veneto. Vero è anche che in Lombardia ci sarebbero quasi 500 ricoverati in terapia intensiva contro i quasi 50 del Veneto e questo, di per sé, farebbe propendere per la tesi che, se i numeri sono conteggiati con lo stesso criterio, entrambi i governatori, a modo loro, abbiano ragione.
In mezzo a questo scontro a fuoco, comunque, preoccupatissimo per gli effetti che potrebbe provocare lo scoppio dell’epidemia al Sud dove le strutture sanitarie non sono paragonabili a quelle venete e lombarde, nella serata di ieri il Governo ha dato sostanzialmente il via libera a “misure soft” che permettono che l’attività produttiva possa proseguire.
Se stia sbagliando Fontana o se sia in errore Zaia solo i prossimi mesi ce lo potranno dire. Resta il fatto che, in ogni caso, la politica tutta, da destra a sinistra, dalla Lega al Pd (in rotta di collisione con i renziani), sembra barcollare in uno stato confusionale che provoca danni supplementari.