Anche se il virus sta rallentando e la speranza è che l’emergenza sanitaria possa rientrare, appare evidente che le conseguenze economiche sono destinate a durare ancora a lungo. Per molte aziende non saranno sufficienti alcune settimane di cig perché, specie in alcune settori, oggi non si intravede la prospettiva di un ritorno a breve ai livelli di produzione pre-crisi.
E’ necessario quindi fare i conti con uno scenario che vede la rimodulazione verso il basso degli orari di lavoro e in un contesto di questo tipo la cig appare più che mai soltanto una misura tampone. Ecco che il Fondo nuove competenze, novità inserita nel DL Rilancio, rappresenta un primo interessante tentativo di risposta, nato anche su sollecitazione del mondo delle imprese e degli enti di formazione.
Introdotto dall’articolo 88 del provvedimento varato dal Governo, il Fondo apre alla possibilità di rimodulare l’orario di lavoro destinando una parte delle ore alla formazione. Una ridefinizione che può avvenire a seguito di specifiche intese con le rappresentanze sindacali territoriali o aziendali: grazie al Fondo, finanziato per 230 milioni di euro, verranno coperti gli oneri relativi alle ore di formazione, comprensivi dei relativi contributi previdenziali e assistenziali. In altre parole, le aziende alle prese con una contrazione dell’attività produttiva potranno ricorrere a una strada alternativa rispetto alla cig, senza perdita di reddito per i lavoratori che partecipano alla formazione: una misura che la stessa ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha definito il modello da cui partire per ridisegnare il sistema degli ammortizzatori sociali.
Non si tratta di una novità assoluta, perlomeno nel nostro territorio. Una sperimentazione in questo senso era stata fatta durante la crisi del 2009 quando la Regione Veneto aveva attivato delle politiche attive volte a incoraggiare la formazione nelle aziende che si trovano a fare i conti con un calo delle commesse. Le realtà con un management lungimirante, che hanno saputo cogliere e sfruttare bene questa possibilità, si sono mostrate poi più attrezzate nell’affrontare la ripartenza.
Le rapide trasformazioni già in atto legate alla digitalizzazione e non solo, sono state ulteriormente accelerate dall’emergenza. La necessità di un reskilling si fa sempre più forte: il Fondo nuove competenze riconosce che in questo tempo segnato dall’emergenza non possiamo rinunciare alla formazione per aggiornare le competenze e saper leggere i rapidissimi cambiamenti in atto senza esserne travolti. C’è poi un altro aspetto che va considerato: proporre a un dipendente la formazione anziché “congelare” la sua attività lasciandolo per giorni o settimane in cassa integrazione significa aumentare la sua motivazione e l’engagement.
Per esprimere un giudizio definitivo sulla misura sarà necessario attendere i decreti attuativi: l’auspicio è che arrivino in tempi rapidi e che le modalità di funzionamento del fondo, ancora da chiarire, non si rivelino farraginose, ma consentano fin da subito la piena operatività.
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