La trattativa che coinvolge i 468 lavoratori Safilo di Longarone diventa sempre più complicata. L’ultimo tavolo in Regione, quello che si è tenuto lunedì 24, è stato ben più concitato di quanto sia stato raccontato. Fulchir avrebbe chiesto fiducia quasi “incondizionata” alle parti sociali, ma è finita che l’incontro si è trasformato quasi in una rissa. Racconta Denise Casanova, segretaria provinciale della Cgil Belluno: “Quando l’atmosfera si è scaldata riguardo al delicato tema del passato dell’imprenditore friulano si è alzato e se n’è andato, senza mai più tornare a sedersi al tavolo”. Insomma, l’incontro che doveva dare occasione di chiarire il piano industriale di Innovatek (la società con cui Fulchir acquisirebbe Longarone 2 e 206 lavoratori Safilo), con i dettagli e le garanzie che le parti sociali attendevano, si è concluso “senza fare passi avanti”, hanno concordato anche stavolta le sigle coinvolte.
La situazione ormai è sempre più tesa. “Ci siamo lasciati dicendo ai suoi rappresentanti che avremmo aspettato da lui eventuali passi avanti nei nostri confronti”, spiega la sindacalista bellunese, mentre è possibile che Fulchir sia intenzionato a rinunciare all’acquisizione, perché, come scriveva ieri Il Gazzettino, “starebbe perdendo tutto l’entusiasmo, a causa di un clima avvelenato”. Sarà vero o solo un tentativo per far sì che, di fronte alla mancanza di altre soluzioni, venga addirittura richiamato come unico salvatore possibile da quelli che prima ne mettevano in dubbio l’affidabilità? Per ora non è dato sapere. Ma la stessa Safilo, che ancora prima di Fulchir è la vera protagonista della partita, potrebbe giocare in modo spregiudicato. Già nei giorni scorsi infatti è circolato il rumor che l’azienda sarebbe pronta a licenziare, il 2 agosto, tutte le 468 maestranze coinvolte in caso non si riuscisse a portare a termine la trattativa.
Un “aut aut”, insomma, che inevitabilmente ha delle ricadute anche per Thelios, l’azienda italo-francese, parte del gruppo del lusso LVMH, che è scesa in campo per rilevare Longarone 1 e i 250 lavoratori di suo interesse. Il piano di Thelios è giudicato “serio e solido” dai sindacati, ma il punto è che nel caso in cui non finisse bene con la controparte, Fulchir, nemmeno la pur apprezzata intenzione di Thelios potrebbe essere messa in pratica. Questo perché dal punto di vista giuridico, Safilo non può cedere lo stabilimento di Longarone se non collocando tutti gli addetti del sito (art. 47 L. 428/90 come modificato dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea) – ma puó chiudere lo stabilimento licenziando tutti i suoi addetti (art. 24 L. 223/91) –. Per questo secondo Casanova “l’unica soluzione è che Thelios, che fa parte di una multinazionale del lusso che più lusso non si può, si assuma la responsabilità di assorbire tutti i lavoratori e risolvere una questione preoccupante”.
D’altra parte un intervento di Thelios sarebbe possibile anche perché, secondo rumors riportati dalla stampa locale, potrebbe attivare un contratto di subfornitura con Innovatek. Ma su questo né Fulchir né l’azienda sono disposti a fornire chiarimenti. Una mancanza di trasparenza che non permette di dare sufficienti garanzie ai lavoratori che il piano Fulchir possa funzionare. La situazione diviene così paradossale: Thelios non intenderebbe assumere i 206 lavoratori di Longarone 2, né comunicare se utilizzerà o meno quello stabilimento come fornitore. Una situazione strana, stando a quanto dicono gli esperti, per un gruppo come LVMH (di cui Thelios fa parte), abituato in patria ad una normativa di vigilanza delle filiere particolarmente dettagliata e severa. “Del fatto che dovrebbe esserci un coinvolgimento anche del Gruppo in Francia, dati i loro valori, sono assolutamente sicura”, conclude Casanova.