La crisi del Permanent Manager
La figura del classico “Dirigente d’Azienda” (o Permanent Manager) sta trovando da un po’ di anni qualche resistenza presso le aziende. La sua forza contrattuale negli ultimi 15 anni, in termini di benefici e tutele, è venuta meno sul tavolo delle trattative tra le associazioni di categoria dei manager e degli imprenditori. A sua volta l’imprenditore, a differenza degli ultimi 30 o 40 anni, sta affrontando un cambiamento generazionale del management in azienda e non è sempre così scontato costruire un rapporto duraturo e di fiducia con il manager. Anzi, l’imprenditore si è reso conto che la collaborazione con tutti i livelli aziendali è volatile, compreso quella con il top management. Il turnover del personale costringe sempre più a ragionare sul medio-breve periodo e ad avere figure in grado di intervenire per colmare vuoti manageriali.
C’è poi il tema delle competenze. Tra 5 anni oltre il 40% delle competenze risulterà superata e molti manager saranno considerati come obsoleti. In questo processo di trasformazione le aziende stanno cercando di capire come guidare il cambiamento e qual è il modo corretto per facilitare l’introduzione delle competenze manageriali in azienda in periodi così limitati: Permanent, Temporary o Fractional?
Ci sono poi gli imprenditori che hanno fretta di rinnovarsi, che vogliono accelerare il cambiamento, che sono alla disperata ricerca di Manager a Tempo® in grado di realizzare progetti o di risolvere situazioni critiche (siano esse positive o negative). Il bisogno in questi casi è avere costi certi e non appesantire la struttura dei costi fissi sul lungo termine. La richiesta di un Manager a Tempo® assume in queste situazioni tutte le sfumature in termini di modalità di impiego (Temporary o Fractional) e di flessibilità per poter raggiungere gli obiettivi concordati.
Le difficoltà ad affidarsi ad un Temporary o Fractional Manager
Gli imprenditori che scelgono un Manager a Tempo® (Temporary o Fractional) rispetto ad un manager a tempo indeterminato (Permanent) molto spesso si trovano in difficoltà a gestire la relazione. Non tutti infatti sono in grado di ottenere il massimo dei risultati. Molto dipende dalla capacità di dare spazio e deleghe al Manager a Tempo®, dalla sua volontà di aprirsi ad una collaborazione senza segreti e pregiudizi, dal fatto di lasciare in secondo piano le relazioni emotive e parentali mettendo prima di tutto l’interesse dell’impresa.
L’imprenditore dal canto suo deve anche capire che il cambio repentino degli scenari impone nuove capacità e competenze per gestire processi e situazioni in tempi ristretti. L’incarico del Manager a Tempo® per avere successo deve presupporre la consapevolezza da parte dell’imprenditore che ha un reale bisogno di aiuto manageriale spendibile subito, incisivo e focalizzato sull’obiettivo.
Come affrontare la scelta se sia meglio un manager Permanent, Temporary o Fractional?
La letteratura sull’argomento è già molto vasta e comunque di difficile sintesi soprattutto se calata nella realtà italiana dove il 98% delle aziende ha meno di 49 dipendenti e solo lo 0,1% ne ha più di 250, oltre al fatto che sono quasi totalmente PMI, spesso padronali ed a carattere famigliare.
Più di tante parole sui fattori che determinano o meno la scelta tra Permanent, Temporary o Fractional, ritengo sia utile riassumere schematicamente le principali differenze che possono indurre un imprenditore o un HR Manager a orientarsi verso una delle tre opzioni:
PERMANENT | TEMPORARY | FRACTIONAL | |
Costi di ricerca | Fee del 20% al 25% della RAL (retribuzione annua lorda), oltre che una percentuale sui benefit | Nessun costo per l’inserimento | Nessun costo per l’inserimento |
Tempo di inserimento | Da 4 ai 6 mesi | Da 7 ai 15 giorni | Da 7 ai 15 giorni |
Tempo di lavoro | Lavora 10,5 mesi all’anno (al netto di ferie, permessi e malattia) | Lavora quando gli viene affidato un incarico full time al mese (dal lunedì al Venerdì) | Lavora quando gli viene affidato un incarico part time di qualche giorno a settimana |
Retribuzione | Percepisce 12 mensilità, oltre che la 13esima o 14esima | Percepisce solo il compenso mensile. Nessuna 13esima o 14esima | Percepisce solo la tariffa giornaliera |
Benefit | Benefit con costi molto alti per l’azienda (auto, vitto e alloggio, telefono, cellulare, spostamenti, ecc…) | Nessun Benefit | Nessun Benefit |
Bonus | Premi elevati di fine anno non necessariamente legati ai risultati | Premi legati solo ai risultati | Nessun premio. Solo tariffa giornaliera |
Assicurazioni e Tutele integrative | Fondo assistenza Sanitaria integrativa
Fondo pensione integrativa Assicurazione infortuni Polizza D&O amministratori |
Nessuna assicurazione e tutela integrativa | Nessuna assicurazione e tutela integrativa |
Periodo di prova | Periodo di prova iniziale | Nessun periodo di prova. Possibilità di recesso dopo 1 mese.
In alcuni casi le aziende chiedono di estendere il preavviso di recesso a 2 mesi per poter fare un adeguato passaggio di consegne se si prevede l’inserimento di un Permanent |
Nessun periodo di prova. Recesso con preavviso da una settimana a 1 mese |
Costi di mancato preavviso e di cause legali | Molto elevati | Nessun rischio, nessun vincolo, nessun costo per contenziosi legali. | Nessun rischio, nessun vincolo, nessun costo per contenziosi legali. |
Know-how e competenze | Tende a non condividere il proprio know-how e competenze. Li considera segreti professionali da non divulgare altrimenti qualcuno potrebbe scavalcarlo | Trasferisce il proprio know-how. Affianca le persone per trasmette competenze. Non ha timore di essere scavalcato, anzi ha tutto l’interesse di far crescere le persone perché è un suo obiettivo | Trasferisce e affianca le persone nelle giornate di presenza con l’intento di realizzare nei tempi il progetto affidato |
Focus | Focalizzato sulla continuità aziendale, oltre che sulla difesa del proprio ruolo | Focalizzato sul progetto di cambiamento aziendale (sia esso positivo o negativo) e nel preparare l’intera organizzazione o una sua parte ad essere autonoma dopo la sua uscita
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Focalizzato sul progetto, che può essere di mantenimento della funzione precedente, di cambiamento o di trasferimento delle competenze ad altri manager junior. |
Qual è quindi la scelta più efficace?
La scelta se affidarsi ad un Permanent, Temporary o Fractional Manager dovrebbe dipendere sempre dalla strategia aziendale. Da un lato i continui mutamenti del mercato e i riposizionamenti delle aziende impongono scelte rapide che trovano la loro maggiore forza realizzativa con l’iniezione di competenze manageriali temporanee. Dall’altro le aziende hanno bisogno di continuità manageriale, di senso di appartenenza, di leadership in grado di dare sicurezza e visione di lungo periodo. In questo caso la strategia impone figure manageriali permanent capaci di guidare e indirizzare.
Il Permanent, il Temporary o il Fractional sono perciò tutti utili e funzionali alle aziende. Il Permanent garantisce stabilità, il Temporary è di forte supporto nelle situazioni di cambiamento (siano esse positive o negative), il Fractional interviene per chirurgiche iniezioni di competenze con soluzioni flessibili e sostenibili soprattutto per la PMI.
Dal mio personale osservatorio internazionale nei prossimi anni anche in Italia è prevista una leggera crescita della figura del Temporary e Fractional Manager rispetto al Permanent. La scelta non sarà banale per le aziende.
Siamo ormai alle porte di una nuova era nella gestione delle organizzazioni. Oltre ad acquisire le competenze manageriali necessarie e individuare dove sia meglio reperirle, le imprese devono iniziare a pensare in modo strategico cercando di pianificare anche quando e come utilizzarle poiché la modalità di fruizione giocherà un ruolo determinante per la competitività delle imprese che sempre più si troveranno ad affrontare mercati volatili e soggetti a veloci cambiamenti.
*Marco Zampieri ha fondato Manager a Tempo® Srl nel 2018, società specializzata nel Temporary & Fractional Management, dopo 20 anni vissuti come Permanent Manager, di cui la metà come dirigente d’azienda e socio imprenditore rispettivamente nel ruolo di Direttore Generale e Amministratore Delegato. Nel 2007, al termine dell’Executive MBA presso la Fondazione CUOA, si è appassionato di competenze manageriali fondando l’Associazione EMNE (Executive Manager Nord Est) la quale aveva lo scopo di offrire ai manager d’impresa una formazione continua, come avviene per i professionisti di altri settori. Da 2010 ha iniziato ad approfondire il fenomeno del Temporary Management in Italia e, grazie ai frequenti viaggi di lavoro all’estero, anche in Europa e negli Stati Uniti.