(di Luigi Costa)
La denominazione Salmone selvaggio dell’Alaska raggruppa cinque specie che nascono nei fiumi cristallini dell’Alaska per poi trascorrere la vita adulta nell’Oceano Pacifico del Nord.
I salmoni dell’Alaska, come le loro controparti atlantiche, sono anadromi: nascono e vivono la prima parte della loro vita in acqua dolce prima di trasferirsi in acqua salata per crescere e maturare. Al termine della vita, tornano al fiume dove sono nati per deporre le uova e poi morire.
A differenza dell’Oceano Atlantico, dove esiste una sola specie di salmone (il salmo salar), nel Pacifico Nord son presenti sei specie di salmone e cinque di esse sono oggetto di pesca commerciale in Alaska.
Appartengono al genere Oncorhynchus, termine che raggruppa due parole greche: “onco”, che significa uncino o mento e “rhyno”, che significa naso.I nomi scientifici delle cinque specie di Salmone dell’Alaska furono stabiliti durante l’esplorazione della Siberia e si riferiscono ai nomi comuni che ricevono nella lingua autoctona. Sono così classificati: salmone reale, la specie più grande dell’Alaska; salmone rosso, di taglia media con una forma più snella rispetto alle altre specie; salmone argentato, quello più simile nell’aspetto al salmone salato dell’Atlantico; salmone keta, una dimensione intermedia tra quella del salmone argentato e del salmone rosso; salmone rosa, la specie più piccola e abbondante dell’Alaska.
L’Alaska Seafood, oltre ai salmoni, distribuisce anche il pesce bianco come l’Halibut, la Limanda Aspera, il Merluzzo del Pacifico e il Carbonaro che si possono degustare in molti ristoranti dello stivale italico visitando il sito: alaskaseafood.it.