L’economia italiana sta affrontando una trasformazione strutturale. Il suo tessuto produttivo, tradizionalmente dominato da micro e piccole imprese (95,4% del totale, secondo Istat), registra una contrazione significativa: tra il 2009 e il 2021 il loro numero è sceso del 19,4%, con una perdita di quasi 60 mila aziende. Parallelamente, seppur l’economia digitale stia crescendo, la transizione rimane complessa, poiché l’innovazione non compensa completamente il declino del manifatturiero tradizionale.
In questo contesto, Giulio Buciuni, nel suo nuovo libro Innovatori outsider, introduce il modello delle imprese ‘plug-in’: quelle che “iniettano nuove soluzioni tecnologiche, conoscenze, prodotti e modelli di business all’interno di settori industriali maturi”. Queste realtà rappresentano una sintesi tra le caratteristiche delle Pmi tradizionali italiane e l’innovazione delle start-up, con un forte legame con i territori produttivi locali.
Sarà questo il tema del nuovo numero del settimanale OperationsManager, che sarà disponibile sul sito operationsmanager.it a partire dal primo pomeriggio di domani. L’inserto dedicato al mondo dei processi e dei loro architetti nelle fabbriche, edito da ItalyPost in collaborazione con auxiell e AzzurroDigitale, vedrà intervistati quattro imprese plug-in (e quattro loro protagonisti) dislocate in varie zone d’Italia: 3dnextech, Macnil, MegaRide e Rifò.
Un ruolo centrale nella trasformazione descritta da Buciuni sarà ricoperto anche dai direttori operations delle aziende plug-in, chiamati a bilanciare tradizione e innovazione e rivitalizzare così il tessuto industriale italiano. Una strategia che condividono è quella di mantenere una filiera corta, con evidenti benefici in termini di impatti ambientali, oltreché di garanzia di maggior controllo sulla qualità delle forniture. Questa configurazione strategica, come raccontano i casi di 3dnextech e Macnil, favorisce la resilienza aziendale in un contesto di incertezze geopolitiche e difficoltà di approvvigionamento.
Dalla la loro propulsione innovativa, l’intersezione tra Operational Technology e Information Technology è un altro elemento chiave per queste imprese, che possono sfruttare questa integrazione per migliorare processi e prodotti e aumentare così la competitività. Questo mix di efficienza e innovazione, visibile in esempi come MegaRide, rappresenta un’opportunità per valorizzare le specificità locali attraverso soluzioni digitali avanzate.
Le imprese plug-in devono inoltre affrontare la sfida di conciliare standardizzazione e personalizzazione, due esigenze apparentemente divergenti, ma fondamentali per competere nei mercati globali. I direttori operations, in questo senso, hanno il compito di aiutare le competenze territoriali ad adottare e implementare tecnologie e processi all’avanguardia. Il loro ruolo diventa allora essenziale per trasformare i distretti industriali italiani in ecosistemi dinamici, dove tradizione e innovazione coesistono, garantendo competitività e sostenibilità.