Fermarsi in un locale di questo tipo è una scelta felice per molti motivi. Prima di tutto perché vi trovate sul ponte di Bassano – o meglio, un paio di piani sotto – che ha visto passare sulle proprie assi un bel pezzo di storia, ed è sempre emozionante pensare che su quel legno ha camminato il soldato Hemingway o la regina madre d’Inghilterra. In secondo luogo, i piatti di Cristopher Carraro stupiscono e appagano. Del resto, ha accumulato parecchia esperienza, anche internazionale, da maestri di livello: da Cracco a Bartolini, e poi Berton, Cannavacciuolo e Redzepi, il profeta del Noma. Nelle suggestive salette e la terrazza affacciate sul Brenta sfilano piatti che miscelano equilibri e contrasti in modo egregio. Impresa non facile ma il cuoco ama le sfide.
Il territorio viene onorato con la tartara di trota, crema di avocado, lime, caviale di trota, cialda croccante, mentre il risotto assoluto di cipolla “Signature Dish dello Chef”, è un piatto simbolo che riassume tutta la filosofia del cuoco. Poi il filetto di vitello gratinato alle erbe, porro alla brace, liquirizia o un bel piatto di mare come il merluzzo in olio cottura.
Al dessert, a richiamare l’insegna ecco “l’Impronta cheesecake” (passion fruit, yuzu, lampone disidratato e crumble salato). Laura Avogadri, volano instancabile, gestisce con competenza la sala e un’interessante cantina, dai numeri magari contenuti ma significativa nelle proposte.
Alla Chef Table si tocca la summa del sapere di Chistopher, ma questa è tutta un’altra storia (5 portate a 60 euro, su prenotazione). Alla carta circa 70 euro.