Tra i piatti da salvare con tutti i suoi ingredienti c’è la polenta “Infasolà”( polenta con i fagioli). E’ un piatto della cucina povera, delle Provincie di Rovigo e di Padova (bassa padovana): “zampetto, costicine, bistecche e salsicce di maiale, farina di mais e fagioli del Delta”; sempre più difficile da trovare nei nostri ristoranti.
I fagioli vengono lasciati a bagno in acqua per 24 ore; poi aggiungendo gli odori classici, alloro e aglio sono messi a bollire per 2 ore assieme a costicine e zampetto di maiale. Terminata la bollitura, la carne viene levata e spolpata, Il Brodo viene diviso in due parti; una parte costituirà la base della “polenta infasolà” e l’altra invece sarà la base dei Papaiti. Per la polenta vengono messi da parte dei fagioli cotti; per i Papaiti vengono riservate le erbe che hanno partecipato alla bollitura, carne spolpata, ed una quantità di fagioli cotti.
La polenta” Infasolà”: nel brodo conservato si getta a caldo la farina gialla, tenendo presente che sia poco meno della misura prevista per la polenta classica; si mescola nel paiolo ed alla fine ( ultimi 10 m circa ) si versa una quantità di fagioli interi e pepe q.b. servendo poi in una placca –
I Papaiti: si utilizza il brodo messo da parte per questo piatto; gli “odori”vengono passati assieme ai fagioli e messi nel brodo, quando il brodo si scalda, si versa un bicchiere di farina gialla di mais su 2,5 litri di brodo ( più o meno un quinto della quantità prevista per la Polenta classica); alla fine della cottura vengono aggiunti i pezzi di carne spolpata ( costicine di maiale e gambetti di prosciutto). Il soffritto classico ed un poco di strutto da mescolare nel momento in cui sono amalgamati i vari elementi secondo ricetta, sono stati risparmiati; anche così i Papaiti sono un primo piatto sostanzioso o meglio un piatto completo. Un rosso taglio bordolese dei Colli Euganei ad accompagnare il tutto.
Recensione a cura di Romolo Cacciatori, enogastronomo